Gli alimenti ricchi di flavanoli, come mele, bacche, noci e tè, potrebbero contribuire ad abbassare la pressione sanguigna. Una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, infatti, ha osservato la possibilità oggettiva di una correlazione tra flavonoidi e pressione sanguigna.
I flavonoli, quindi, sono composti che, come visto sopra, troviamo in frutti ed erbe appartenenti alla classe dei flavonoidi, aventi come base il 3-idrossiflavone. Sono distribuiti molto ampiamente nel regno vegetale, generalmente in angiosperme lignificate.
Tra i flavonoli più diffusi vi sono la quercetina (aglicone del glicoside rutina) e il quercitolo che sono presenti in Ruta graveolens, Fagopyrum esculentum, Sambucus nigra e moltissime altre piante; il canferolo che si trova in Sambucus nigra, Cassia senna, Equisetum arvense, Lamium album, Polygonum bistorta, ecc.
I flavanoli sono un tipo di nutriente vegetale che ha dimostrato di aiutare a sostenere la circolazione sanguigna e la salute dei vasi. Ma gli scienziati affermano che mentre studi precedenti si sono basati su dati auto-riportati per trarre conclusioni, la loro ricerca è il primo studio epidemiologico di questa scala per indagare oggettivamente l’associazione tra uno specifico composto bioattivo e la salute.
Gunter Kuhnle, un nutrizionista dell’Università di Reading a guida della ricerca, ha dichiarato: “Questa ricerca conferma i risultati di studi precedenti e mostra che gli stessi risultati si possono ottenere con una dieta abituale ricca di flavanoli“.
Un team internazionale di ricercatori, tra cui esperti dell’Università di Reading e dell’Università di Cambridge, ha esaminato 25.618 partecipanti dello studio European Prospective Investigation into Cancer (EPIC) Norfolk, che hanno fornito informazioni sulla loro dieta, stile di vita e salute per più di due decenni.
La ricerca, ha valutato l’assunzione di flavanolo dei partecipanti impiegando biomarcatori nutrizionali, indicatori biologici dell’apporto alimentare e del metabolismo presenti nel sangue. Grazie a questo esperimento, è stato possibile asserire che se si consumassero più spesso alimenti ricchi di flavonoidi, si potrebbe verificare una riduzione complessiva dell’incidenza delle malattie cardiovascolari.
Ian Johnson, ricercatore nutrizionale presso il Quadram Institute di Norwich, ha spiegato: “Gli autori sono stati in grado di dimostrare che la pressione sanguigna sistolica era più bassa nei partecipanti che consumavano le quantità più elevate di flavonoidi, rispetto a quelli che ne consumavano di meno. Questa è un’osservazione potenzialmente importante perché è coerente con la crescente evidenza di studi clinici randomizzati e controllati sull’intervento umano che dimostrano che dosi relativamente elevate di alcuni flavonoidi possono esercitare un effetto di abbassamento della pressione sanguigna”.
il dottor Johnson, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha aggiunto che, nonostante tutti i suoi punti di forza, lo studio osservazionale non mostra che un’elevata assunzione di flavonoidi causi un calo della pressione sanguigna – solo che esiste un legame tra i due.