Fernando Orsi è stato ed è (perché da quel ruolo non ci si stacca mai) un portiere d’altri tempi. Tempi di uomini e non di supereroi, in cui l’applicazione, la serietà e la grande preparazione tecnica e atletica non precludevano lo spazio alla leggerezza nell’interpretare un mestiere che era anche, e forse soprattutto, un magnifico gioco.
In questa autobiografia romantica, Orsi ci racconta con sincerità e ironia la sua bella storia: la mamma romanista e il papà laziale, le giovanili nella Roma e la maturità nella Lazio, dove rimane per vent’anni. E poi i compagni “storici” come Giordano, Manfredonia, D’Amico, gli allenatori improbabili come Lorenzo, gli autogollisti implacabili come Miele. E anche la celebre tripletta subita da Maradona, perché fare il portiere significa anche questo. Storie di sport e di vita che s’incastrano con i momenti più intensi della nostra cronaca: quella degli anni Settanta e Ottanta,due decenni agli antipodi, e poi via via fino al mondo e al calcio di oggi. A fare da sfondo, i ricordi emozionati ed emozionanti di un figlio, Gabriele, che racconta un padre calciatore. Anzi, un padre portiere, che è decisamente un’altra cosa.
Fernando Orsi è nato a Roma nel 1959. Ha giocato da professionista nel Siena, nel Parma, nell’Arezzo e nella Lazio, dove ha terminato nel 1998 la carriera di calciatore per iniziare quella di preparatore dei portieri e poi, nel 2001, quella di allenatore, come vice di Roberto Mancini; nel 2004 ha seguito Mancini all’Inter, e nel 2007 ha esordito sulla panchina del Livorno. Dopo l’ultima esperienza alla guida della Ternana, dal 2011 fa parte in pianta stabile della scuderia di Mediaset Premium come opinionista.Gabriele Orsi è nato nel 1991 e si è laureato in Lettere classiche all’Università La Sapienza di Roma, dove vive e prosegue gli studi. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo, Ali di piombo (Curcio).
Susanna Marcellini, giornalista, è redattrice per l’emittente radiofonica Radio Radio. Per Ultra ha scritto Rosa d’amore, Bomber (con Roberto Pruzzo) e Cobra (con Sandro Tovalieri). Nel 2016 ha vinto il Premio internazionale di Letteratura Sportiva Antonio Ghirelli.