È ormai moltissima la gente al corrente del consenso della comunità scientifica secondo cui l’attività umana sta provocando la crisi climatica per coloro che non sono ancora convinti della conclusione raggiunta dal 97% degli studiosi del clima, un nuovo studio fa un’asserzione ancora più definitiva.
Gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory in California hanno scoperto che le informazioni disponibili possono ora essere classificate come “cinque sigma“, uno standard nella comunità scientifica, che significa che esiste una sola possibilità su un milione che gli stessi dati sarebbero osservabili se l’umanità non stesse causando il riscaldamento del pianeta attraverso attività come l’estrazione ed il consumo di combustibili fossili. La classificazione rappresenta un livello di certezza cosiddetta “gold standard“.
“La narrazione riportata negli ambienti cospirazionisti secondo la quale gli scienziati non conoscono la causa dei cambiamenti climatici è sbagliata”, ha detto alla Reuters Benjamin Santer, che ha guidato lo studio. Gli scienziati hanno applicato la stessa misura “cinque sigma” alla ricerca che ha confermato l’esistenza della particella subatomica chiamata bosone di Higgs nel 2012, una scoperta che è stata accolta con applausi dalla comunità scientifica e dalla stampa.
Il rapporto, che è stato pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, si basa sul rapporto Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite del 2013, che ha scoperto che era “estremamente probabile” che gli esseri umani stessero provocando la crisi climatica, con un 95 percento di possibilità.
Negli ultimi anni, sebbene il presidente Donald Trump e altri legislatori repubblicani abbiano tentato di mettere in dubbio il consenso scientifico sul fatto che sia l’attività umana che sta causando il riscaldamento globale e la crisi climatica, la fiducia del pubblico nelle affermazioni degli scienziati e andata via via crescendo.
Anche lo studio Nature Climate Change giunge sulla scia delle notizie secondo cui lo scioglimento dei ghiacci in Antartide e il riscaldamento dell’oceano avvengono entrambi molto più rapidamente di quanto si pensasse; che gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi mai registrati e che il riscaldamento globale potrebbe causare la scomparsa delle nuvole dal cielo a partire dalla prossima generazione, provocando un aumento delle temperature di 8º Celsius.
“L’umanità non può permettersi di ignorare segnali così chiari“, hanno scritto gli autori nell’articolo pubblicato su Nature Climate Change.