venerdì, Novembre 22, 2024
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La Nasa progetta un veicolo per deorbitare la ISS

La ISS ha continuato a funzionare per oltre venti anni, ma ora la sua vita potrebbe giungere al termine: ha fatto il suo tempo

La Nasa avrebbe intenzione di costruire un veicolo per distruggere la Stazione Spaziale Internazionale. La ISS ha continuato a funzionare per oltre venti anni, ma ora la sua vita potrebbe giungere al termine: ha fatto il suo tempo. Non a caso, essa ha superato la sua durata operativa prevista di 15 anni.

Dobbiamo rassegnarci: anche il punto d’appoggio con equipaggio più stabile dell’umanità nello spazio deve prima o poi andare incontro al suo destino. Pertanto, la NASA pensa a un modo sicuro per ritirare la ISS entro il 2030: utilizzare un “rimorchiatore spaziale” per deorbitarla e quindi lasciare che la ISS precipiti nell’Oceano Indiano nel punto noto come Point Nemo

Il progetto della Nasa per distruggere la ISS: cosa sappiamo?

I primi segnali del piano sono emersi nel budget richiesto dalla NASA per il 2024, pubblicato per la prima volta la scorsa settimana dalla Casa Bianca. Se il presidente Joe Biden e la NASA riuscissero a farsi rispettare dal congresso, l’agenzia spaziale sarebbe dotata di un budget di 27,2 miliardi di dollari, quasi 2 miliardi di dollari in più rispetto a quest’anno.

Durante una conferenza stampa dello scorso 13 marzo, i funzionari della NASA hanno rivelato che l’agenzia vuole utilizzare circa 180 milioni di dollari per “avviare lo sviluppo” del suo piano di rimorchiatore spaziale, che non ne implicherebbe effettivamente la costruzione e la distribuzione, che costerebbe molto di più.

Come informa Space.com, Kathy Lueders, capo dei voli spaziali con equipaggio umano della NASA, ha dichiarato: “Una stima dei costi che avevamo era di poco inferiore a circa un miliardo di dollari”

Secondo Lueders, il piano attuale è quello di utilizzare un veicolo spaziale già esistente: la Russia’s Progress, una nave da carico sacrificabile che rifornisce la ISS. Intervistata da Gizmodo, Lueders ha affermato: “Stiamo continuando a lavorare con le nostre controparti russe su come deorbitare in sicurezza con i veicoli Progress”.

Ha aggiunto che sebbene altri partner della ISS abbiano già capacità di “deorbitazione”, gli Stati Uniti preferiscono continuare a sviluppare un proprio piano. Ciò è comprensibile se si pensa che le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia si sono deteriorate dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, mettendo a dura prova gli sforzi per mantenere le due nazioni cooperanti nello spazio.

La scorsa estate, la russa Roscosmos ha annunciato che si ritirerà dalla ISS dopo il 2024, con l’intenzione non dichiarata di costruire una propria stazione spazialee. Inoltre, le navicelle spaziali russe Progress e Soyuz hanno manifestato, di recente, entrambe problemi causati da fughe di gas refrigerante, mettendone in discussione l’affidabilità. Leuders ha affermato: “Come avete visto in passato e nell’ultimo anno, questi problemi sono stati molto, molto importanti sia per noi stessi che per i nostri partner”.

Un rimorchiatore spaziale in azione?

Il budget proposto dalla NASA include 180 milioni di dollari per lo sviluppo di una capacità di deorbitazione per la ISS entro la fine del 2030. Se il budget dovesse essere approvato, l’agenzia spaziale inviterebbe il settore privato a elaborare un concetto di rimorchiatore spaziale per abbassare l’orbita della ISS in modo che possa rientrare e bruciare attraverso l’atmosfera terrestre. 

La NASA aveva precedentemente suggerito di utilizzare il veicolo spaziale cargo russo Progress per uscire dall’orbita della ISS, e apparentemente anche questa opzione è ancora sul tavolo.

Tuttavia, il programma Artemis della NASA è in cima alla lista delle cose da fare dell’agenzia spaziale, guadagnando 8,1 miliardi di dollari dal budget (un aumento rispetto ai 7,5 miliardi di dollari dell’anno scorso). Il piano prevede ancora che la NASA faccia sbarcare gli esseri umani sulla Luna già nel 2025 e inizi la costruzione del Lunar Gateway, un avamposto in orbita attorno alla Luna che ospiterà gli astronauti e la ricerca scientifica.

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