Un atteggiamento “assolutamente ingiustificato e completamente inaccettabile”. Il Giappone ha puntato il dito contro la Russia per l’annuncio di Mosca sullo stop ai negoziati sulla pluridecennale questione in sospesa relativa alle isole Curili, ovvero l’arcipelago la cui parte meridionale è da tempo rivendicata da Tokyo.
Le scintille tra Giappone e Russia aprono un fronte caldo in Estremo Oriente e proiettano le tensioni internazionali accumulate nel conflitto Ucraino fino al continente asiatico. Il rischio più grande è che l’ “operazione militare speciale” del Cremlino possa non solo scuotere l’Europa ma anche il continente asiatico.
Un continente, tra l’altro, che già deve fare i conti con almeno altre quattro situazioni esplosive: il braccio di ferro tra India e Pakistan, quello tra Cina e India, la questione taiwanese e le relative rivendicazioni inerenti al Mar Cinese Meridionale e l’instabilità della penisola coreana. Ma che cosa è successo precisamente tra Russia e Giappone?
Cosa succede tra Russia e Giappone
Partiamo dalla Russia. Mosca, come detto, ha annunciato l’abbandono dei colloqui con il Giappone sull’istituzione di attività economiche comuni nelle isole Curili meridionali. Tale presa di posizione, spiega l’agenzia Interfax, citando il Ministero degli Esteri russo, è figlia della “posizione ostile” di Tokyo in relazione al conflitto con l’Ucraina.
Ricordiamo che i due Paesi non hanno mai firmato un trattato di pace dalla Seconda guerra mondiale per via di una disputa territoriale sulle quattro isole meridionali, rivendicate dal Giappone, che ospitano basi militari aeree e navali russe. L’Asian Nikkei Review, intanto, ha fatto notare come il conflitto ucraino alimentato da Mosca abbia prodotto un notevole cambiamento nello sforzo diplomatico del governo giapponese per reclamare le suddette isole.
La mossa del Cremlino ha però fatto agitare le acque. La risposta di Tokyo non ha tardato ad arrivare. “L’atteggiamento della Russia è assolutamente ingiustificato e completamente inaccettabile”, ha affermato senza mezzi termini il premier giapponese, Fumio Kishida.
Sale la tensione per le Curili
Il Giappone ha inoltre aggiunto che le azioni russe sono “estremamente irragionevoli” e fatto sapere che “protesta con forza” contro questa decisione. Come se non bastasse la sospensione dei negoziati, il Ministero degli Esteri russo ha anche decretato il blocco del regime di esenzione dei visti che consentiva ai cittadini giapponesi di visitare periodicamente le Curili Meridionali.
Kishida ha fatto sapere che Tokyo intende tutt’ora risolvere le questioni territoriali e concludere un trattato di pace con la Russia. La situazione è però destinata a complicarsi, visto che i negoziati tra le parti erano in salita già prima del conflitto ucraino.
Il fatto che il Giappone si sia unito alle sanzioni occidentali contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina non ha fatto altro che incrementare la distanza tra i due governi. Dal canto suo, Kishida ha provato a spiegare che le sanzioni giapponesi sono in linea con quelle dei Paesi occidentali e radicate “nell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Tradotto: stiamo parlando di due questioni differenti. Mosca, tuttavia, sembra pensarla diversamente.
Nel frattempo il portavoce del governo, Hirokazu Matsuno, ha confermato che il vice ministro degli Esteri, Shigeo Yamada, ha “spiegato” la “posizione” di Tokyo all’ambasciatore russo, Mikhail Galuzin. “Per difendere le fondamenta dell’ordine internazionale continueremo ad agire in modo risoluto, uniti con la comunità internazionale”, ha affermato Matsuno.