La notizia arriva da Londra dove la carne stampata in 3D farà il suo ingresso nel menù dei ristoranti del celebre chef stellato Marco Pierre White. La carne è prodotta dall’azienda israeliana Redefine Meat. Ma non è l’unica notizia: l’italiano Giuseppe Scionti, fondatore della start-up Novameat, ha annunciato che la loro “bistecca” vegetale stampata in 3D sarà distribuita in ristoranti e supermercati nel 2022. Arriverà presto anche in Italia?
La vendita di carne vegetale stampata in 3D è un passo importante nel mondo della produzione additiva alimentare e della carne in particolare, che finalmente approda in Europa. In altri paesi del mondo è già approdata: la fake meat (“carne finta”) di Redefine Meat è già presente in 150 ristoranti a Israele e l’azienda conta di espandersi in Europa nei ristoranti di Londra, Amsterdam e Berlino. Novameat, dal canto suo, ha ideato la prima bistecca 100% vegetale stampata in 3D e ha iniziato a testarla nei ristoranti di Barcellona, dove ha sede la start-up, ora punta alla distribuzione nei supermercati.
Il mercato della carne vegetale è in crescita ormai da anni e la domanda si fa sempre più ampia ed esigente. Secondo una ricerca di Barclays Plc il mercato varrà ben 140 miliardi di dollari entro il 2029, un’opportunità che molte aziende del settore food, e non solo, stanno afferrando. Nei supermercati infatti, la proposta di prodotti sostitutivi alla carne sta crescendo in maniera impressionante. Sempre più persone sono sensibili all’argomento e preferiscono non mangiare prodotti animali perché vegetariani, vegani o perché ritengono il consumo eccessivo di carne dannoso per l’ambiente.
La sfida della carne vegetale stampata in 3D
In questo mercato in piena espansione la stampa 3D potrebbe offrire qualcosa in più rispetto ad altri metodi di produzione. I prodotti commercializzati finora emulano infatti prodotti a base di carne processata, ma la prima “bistecca” vegetale è stata stampata in 3D da Novameat, seguita da Redefine Meat ed altri.
Ma quali sono le sfide e le difficoltà quando si stampa in 3D una carne “finta”? Giuseppe Scionti, CEO di Novamet, sostiene che la sfida più grande sia stata, ed è, quella di dare al prodotto il sapore e la consistenza della carne, su cui la startup lavora da anni. Il loro obiettivo è infatti fornire una valida alternativa alla carne, in un’ottica che mira alla sostenibilità e alla salvaguardia dell’ambiente. La loro bistecca plant-based è formata, come la carne animale, da 60-70% di acqua e dal 20% di proteine, provenienti dai piselli gialli, più oli vegetali, aromi e coloranti naturali ed estratti di alghe utili per le fibre.
“La bistecca vegetale di Novameat – ha spiegato Scionti all’Italian Tech Week 2021 – ha le stesse dimensioni e proprietà nutrizionali di una comune bistecca, ma con un impatto ambientale significativamente minore. Per esempio, la produzione della nostra bistecca vegetale stampata in 3D richede il 95% di acqua in meno rispetto alla produzione di un normale hamburger.”
Una formula simile è stata adottata anche da Redefine Meat che offre una gamma di prodotti fake meat a base di acqua, proteine di piselli, ceci, barbabietola e olio di cocco. A detta di Marco Pierre White, chef con ben 3 stelle Michelin, la bistecca di Redefine Meat ha davvero un sapore che ricorda quella di manzo.
“Quando ho provato Redefine Meat per la prima volta – ha dichiarato il cuoco – ho pensato che è la cosa più incredibile e intelligente che abbia visto in 45 anni di esperienza in cucina. Credo che questa sia una rivoluzione che cambierà il mondo”. Nel video lo chef mostra la carne vegetale della startup israeliana e le sue preparazioni:
Un prodotto sostenibile e presto accessibile
La collaborazione con i ristoranti stellati è un aspetto non casuale nella strategia delle aziende del settore che offrono questo prodotto, come un alimento di qualità, che è anche sostenibile.
Marco Pierre White ha inserito le preparazioni di Redefine Meat nei menù dei suoi ristoranti di Londra a un prezzo che va dalle 20 e alle 30 sterline. La carne di Novameat si può trovare, invece, da Ottobre 2021 nel ristorante El Santuari di Barcellona ad un prezzo di circa 15-20€ al chilo.
Il prezzo scenderà però rapidamente nel passaggio alla produzione su ampia scala, che Novameat punta ad avviare nei prossimi mesi. L’attuale capacità di produzione è di un pezzo di piccole dimensioni in 15 minuti con una stampante desktop, fino alla produzione di una tonnellata con una stampante industriale. La startup spagnola sta lavorando attualmente per ottimizzare la produzione su scala industriale per distribuirla nei supermercati nel corso del 2022.
Redefine Meat prevede di aprire cinque nuovi stabilimenti tra Israele, Europa, Stati Uniti e Asia nei prossimi anni e ha annunciato, lo scorso febbraio, di essersi assicurata finanziamenti per 35 milioni di dollari.
Pochi giorni fa la prima stampante industriale 3D per uso alimentare al mondo è arrivata allo stabilimento di Redefine Meat nei Paesi Bassi, e ha iniziato la produzione.
Dopo la Spagna e l’Inghilterra toccherà all’Italia?