Sicuramente, negli ultimi giorni sarà capitato a molti di vedere questo video diventato ormai virale.
Si tratta dell’ennesimo video carino, con protagonista un graziosissimo e cuccioloso animale: un orsetto che arranca nel seguire la madre nella scalata di un ripido pendio nevoso, cadendo e rotolando giù ma senza mai arrendersi fino a riuscire a raggiungere la cresta già scalata dalla madre.
Il video è diventato virale, con oltre 14 milioni di visualizzazioni. In pratica, la scorsa settimana i social sono stati invasi dal video di questo cucciolo d’orso che cerca di arrampicarsi goffamente e con non poca fatica su di una montagna innevata per raggiungere mamma orsa.
Assistiamo a numerosi tentativi falliti da parte del cucciolo, non mancano esilaranti scivoloni, a volte snervanti, lungo il fianco della montagna. Il web impazzisce per queste cose. Ma alla fine il cucciolo finalmente ce la fa e riesce a ricongiungersi con la madre. Niente di più tenero e carino, se vogliamo anche commovente, insomma un’ esca perfetta per gli amanti dei video coccolosi .
Di fronte a tanta tenerezza, il popolo del web ha cominciato a condividere il video con hashtag come ‘’mai arrendersi’’ e mentre migliaia di persone erano intente a commentare la simpatia dell’impresa, i ricercatori e gli operatori di droni invece hanno notato qualcosa di preoccupante. Il drone che ha catturato la sequenza sembrerebbe trovarsi pericolosamente vicino alla vita della fauna selvatica.
Insieme ai commenti dei piloti di droni è arrivato quello della paleoecologista e assistente professore di Scienze climatiche dell’Università del Maine, Dott.ssa. Jacquelyn Gill che con un tweet ha definito il video ‘’una bravata pericolosa da parte un operatore irresponsabile’’ – specificando che ‘’Tormentare la vita selvatica degli animali per una foto, un selfie o un video non è mai ok. Rispettate gli animali dando loro spazio, e non condividendo posts che li vedono chiaramente in difficoltà o in pericolo solo perché qualcuno si è messo in testa di far diventare i video virali’’.
Senza dubbio, i droni sono incredibilmente utili per documentare e farci apprendere la vita degli animali selvatici nel mondo . Infatti nel giro degli ultimi anni, si sono dimostrati strumenti indispensabili per un incredibile numero di studi e progetti scientifici sulle biodiversità e sulla natura.
Basti vedere alcune delle incredibili riprese ad opera di droni per il documentario “Planet Earth II” della BBC.
Senza dubbio alcuno, i droni rappresentano un modo per osservare la fauna da vicino. Ma non troppo da vicino: sono strumenti il cui potenziale non è da sottovalutare, ma si potrebbe dire lo stesse delle conseguenze. Per tale motivo, non dovrebbero essere usati in modo incosciente e sconsiderato, dato che, risultando a volte rumorosi, potrebbero potenzialmente disturbare la tranquillità delle specie e della natura stessa.
Una ricerca pubblicata nel 2015 sugli orsi bruni nel nordovest del Minnesota, ha mostrato come gli apparecchi UAV (sigla di Unmanned aerial vehicle, veicoli aerei telecomandati – quali i droni) nelle vicinanze aumentino la frequenza cardiaca degli orsi, di ben 123 battiti al minuto.
I droni volando possono anche proiettare ombre o fattezze simili a quelle di uccelli rapaci e predatori, cosa che potrebbe turbare certe specie.
Anche se gli effetti dei droni sul comportamento animale non sono ancora stati sufficientemente studiati, scienziati e operatori di droni stanno prestando sempre più attenzione ai problemi che ne potrebbero derivare e stanno acquisendo sempre più consapevolezza delle conseguenze che possono procurare agli animali.
Lo dimostra un tweet dell’ecologista geografa dottoranda all’Università di Calgary, Lucy Gem Poley che sostiene che ‘’come operatrice di droni, posso confermare che questi strumenti sono rumorosi e inaspettatamente spaventosi. Posso solo immaginare quanto siano fastidiosi per le specie animali’’ aggiungendo ‘’ Anche se i droni non generano un rilevante reazione sul comportamento animale, potrebbero comunque influenzarlo fisiologicamente (stress ormonale, frequenza cardiaca…)’’
Tornando al video in questione la risposta su twitter di un’altra operatrice di droni, Lida Far, non lascia spazio a dubbi, definendosi ‘’disgustata dal modo in cui l’operatore si sia spinto così fino a fondo per ottenere lo scatto perfetto’’
Ora, è impossibile dire se gli orsi protagonisti del video in questione siano stati influenzati dalla presenza del drone ma il video serva di lezione per riflettere e prestare maggior attenzione ai nostri comportamenti perché da questi ne possono derivare conseguenze, a volte spiacevoli, sulla vita delle specie che si trovano in natura.