di Oliver Melis
Nuove scoperte indicano che la luce ultravioletta emessa dalle stelle potrebbe aver creato le molecole base che formano gli amminoacidi, molecole note come “mattoni” della vita.
Per anni, le teorie prevalenti su come la vita ebbe origine sulla Terra (e, forse, in altri remoti pianeti dell’universo) si basavano interamente su eventi naturali, come un fulmine o eruzioni vulcanica che contribuirono a sintetizzare i primi amminoacidi sul pianeta.
Origine della vita
La scintilla dell’origine della vita può essere scoccata in un piccolo stagno caldo, ricco di sostanze come ammoniaca, sali fosforici, irradiato da una fonte di luce, calore, elettricità, ecc., fattori che hanno contribuito alla formazione di un composto proteico chimicamente pronto a subire cambiamenti ancora più complessi.
Le nuove scoperte che utilizzano i dati dell’Herschel Space Observatory dell’Agenzia spaziale europea indicano ora che gli elementi costitutivi fondamentali della vita, le molecole stesse che hanno costruito gli amminoacidi non proverrebbero solo da eventi turbolenti o violenti, ma dalla costante irradiazione luce ultravioletta emessa dalle stelle: È noto da tempo che la Nebulosa di Orione è costituita da una grande quantità di gas idrogeno e polvere interstellare. Quando la luce ultravioletta proveniente da grandi stelle riscalda le molecole di idrogeno circostanti, crea condizioni ottimali per la formazione di idrocarburi. Quando l’idrogeno interstellare si scalda, gli ioni carbonio originariamente formatisi nelle stelle iniziano a reagire con l’idrogeno molecolare, creando CH+. Alla fine il CH+ cattura un elettrone per formare la molecola CH neutra.
“Questo è l’inizio dell’intera chimica del carbonio“, ha dichiarato John Pearson, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, in California, e coautore dello studio. “Se vuoi formare qualcosa di più complicato, passa attraverso quel percorso.”
La Nebulosa di Orione è la regione più vicina alla Terra che forma stelle massicce, questo la rende (relativamente parlando) una regione ben studiata e conosciuta: secondo gli astronomi, la Nebulosa di Orione è un’enorme nube di gas e polvere, una delle tante nella nostra galassia, la Via Lattea. Essa è posta a circa 1.300 anni luce dalla Terra.
Questa grande nebulosa sta dando alla luce oggi forse un migliaio di stelle. Un ammasso stellare aperto, le cui stelle sono nate contemporaneamente da una porzione della nebulosa e sono ancora legate dalla gravità, che può essere visto all’interno della nebulosa. La nebulosa viene chiamato Orion Nebula Star Cluster.
Nel 2012, un team internazionale di astronomi ha suggerito che questo ammasso nella Nebulosa di Orione potrebbe avere un buco nero nel suo cuore.