Il carciofo dal nome scientifico Cynara cardunculus subsp. scolymus fa parte delle piante angiosperme dicotiledoni e appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Viene coltivato in Italia, oltre che in altri stati, è molto apprezzato in cucina, oltre che come pianta medicinale.
Il carciofo è un ortaggio tipicamente mediterraneo
Molti sono gli Stati che non conoscono i carciofi anche se le loro origini risalgono a tempi lontani. Già nell’Antica Grecia, il carciofo era chiamato kinara. Nelle cucine elleniche il carciofo è un alimento di spicco.
Conosciuti sono i carciofi alla greca, che si servono in umido con limone, ripieni di carne e formaggio. Gli antichi Romani erano entusiasti dal prezioso ortaggio.
Il carciofo era conosciuto come Cynara scolymus, in latino, l’origine del nome odierno non è né greca né latina, ma araba. “Al-kharshuf” o “harsciof”, che significa “pianta spinosa” sono i termini con cui si indica.
“Contro il logorio della vita moderna, affidati alle virtù salutari del carciofo!”, citava un famoso spot: il Cynar, liquore a base di carciofo, era la soluzione a ogni malanno e disturbo.
Coltivazione del carciofo
La piantina del carciofo viene coltivata all’inizio dei mesi caldi, a giugno, l’ortaggio si raccoglie in inverno. La pianta cresce da novembre ad aprile, quando viene raccolta e consumata. Tra maggio e giugno la magica piantina del carciofo è produce da 10 a 15 capolini. Il gambo alto, arriva anche a 35 cm.
Il carciofo, pianta erbacea a fiore Asteraceae, ha molte proprietà benefiche e aiuta nelle problematiche e patologie epatiche. Le foglie di carciofo contengono la cinarina, un polifenolo famoso per la sua azione epatoprotettiva.
La cinarina è diuretica, oltre che essere in grado di agire a livello epatico, stimola la produzione e il corretto deflusso di bile. L’antica medicina usava il carciofo come cura contro l’itterizia. Le foglie del carciofo contengono molte fibre, regolano l’attività e l’equilibrio intestinale.
I carciofi contengono: vitamine del gruppo B, calcio, fosforo, sali minerali, ferro e potassio, saziano e riducono il senso di fame senza rendere il corpo più pesante.
I vari nomi del carciofo
Nel nord Italia, di solito si chiama si è soliti chiamare il carciofo ‘articiocco’ o ‘articioc’, in francia è Artichaut, in inglese è Artichoke, in tedesco Artischocke.
In Italia assume nomi diversi, a seconda delle regioni: nelle Marche e in Abruzzo viene chiamato ‘scarcioful’, in Campania ‘carcioffola’, in Calabria ‘caccioffulu’ o ‘cancioffulu’ e in Sicilia ‘cacocciula’.
In sardegna, dove si parla campidanese ‘cancioffa’, e in sardo logudorese ‘cartzoffa’. In spagnolo e portoghese, ‘Alcachofa’ e ‘Alcachofra’, sono derivazione diretta dall’arabo الخَرْشُوف (al-ḵuršūf).
Descrizione
Il carciofo è una delle piante erbacee perenni. La sua altezza arriva a 1,5 metri, un rizoma sotterraneo la trattiene al terreno, dalle sue gemme si sviluppa più di un fusto. L’altezza della pianta in fioritura si sviluppa in due parti. Il fusto si raccorcia, lo stelo che contiene il fiore diviene robusto, di forma cilindrica e carnosa, con striature longitudinali.
Le foglie sono diverse anche nella stessa pianta. Sono grandi, arrivano circa a 1,5 m, di forma oblunga-lanceolata, con lamine intere nelle piante giovani e in quelle che si avvicinano ai capolini.
I fiori si riuniscono in un capolino a forma di sfera, cono o cilindro, di 5–15 cm di diametro, con un ricettacolo carnoso e concavo superiormente. Lì ci sono i fiori (flosculi), con corolle tubulose e azzurro-violacee, calice a pappo setoloso, che trova utilità per la dispersione degli acheni grazie vento. Una peluria spessa completa sia i fiori che le setole.
Le parti commestibili del carciofo si trovano dalla base delle brattee e del ricettacolo, formando il cuore. In Sardegna si usa anche la parte terminale dello scapo fiorale.
La famiglia del carciofo – Asteraceae o Compositae, nomen conservandum è molto numerosa, nei vegetali comprende oltre 23000 specie.
Le varietà del carciofo sono classificabili, secondo diversi criteri. I principali sono i seguenti:
- se presenti spine o è inerme hanno invece brattee mutiche o mucronate.
Il capolino si distingue fra varietà violette e verdi. Esistono varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili o unifere. - Il Cynara cardunculus è il progenitore del carciofo e sembra essere avvenuto in Sicilia, dal I secolo. Gli orti familiari della Sicilia centro-occidentale conservano tipi di ortaggio tra il cardo selvatico ed alcune delle varietà di carciofo di più ampia diffusione.
La Cynara che i greci e i romani conoscevano, sembra avesse poteri afrodisiaci.
Dalla Sicilia passò in Toscana verso l’anno 1466. Caterina de’ Medici amava i cuori di carciofo. Lei lo portò dall’Italia alla Francia quando si sposò con il re Enrico II di Francia. Luigi XIV era pure un gran consumatore di carciofi.
Gli olandesi introdussero i carciofi in Inghilterra: abbiamo notizie che nel 1530 venivano coltivati nel Newhall nell’orto di Enrico VIII.
Gli spagnoli e i francesi dell’America hanno quindi colonizzato e introdotto il carciofo nel secolo XVIII, rispettivamente in California e in Louisiana. La California è ricca di cardi, autentica piaga, specie invasiva in un habitat in cui non si trovava precedentemente.
Coltivazione in Italia
L’Italia è prima nel mondo intero per la produzione di questo ortaggio La Sicilia (Piana di Gela e Piana di Catania), la Sardegna (Ittiri, Samatzai, Villasor, Nuraminis e Serramanna), la Puglia.
Principi attivi
Acqua, carboidrati, tra i quali si distingue l’inulina, e le fibre, tra i minerali principali: sodio, potassio, fosforo e calcio.
Tra le vitamine è prevalente la presenza di B1, B3, e piccole quantità di vitamina C.
Il carciofo ha proprietà farmacologiche, negli estratti sono presenti complesso di metaboliti secondari caratteristici.
Ne fanno parte: l’acido clorogenico, l’acido neoclorogenico, l’acido criptoclorogenico, la cinarina.
Ricordiamo che ogni informazione riportata non intende essere un consiglio medico e potrebbe non essere accurata.
Gli estratti di carciofo migliorano la coleresi, la dispepsia e i disturbi funzionali del fegato. La cinarina è efficace come ipolipidemizzante.
Medicina naturale e fitoterapia usano il carciofo per curare disturbi della cistifellea e del fegato, le dislipidemie, la dispepsia non infiammatoria e la sindrome dell’intestino irritabile. Utile per il suo sapore amaro, se persiste nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza.
La sua attività depurativa, deriva dall’azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo. La azione del carciofo ortaggio prezioso è utile nelle dermatiti da intossicazioni, artriti e reumatismi.