L’ultimo volta che l’evento noto come “El Niño” (tecnicamente Southern Oscillation) si è verificato è stato nel 2015-16 ed ha pesantemente influenzato la meteorologia di tutto il mondo.
Ora, secondo gli analisti dei fenomeni climatici, si starebbero verificando le condizioni che favoriscono il presentarsi di El Niño ma, fortunatamente, ritengono che non sarà un fenomeno intenso come quello che si verificò nel 2015-16.
Secondo il WMO, World Meteorological Organization, il cambiamento climatico sta influenzando le dinamiche tradizionali di questi eventi meteorologici. El Niño è un evento naturale che provoca importanti fluttuazioni nelle temperature superficiali delle acque dell’Oceano Pacifico provocando anomalie nel clima di tutto il mondo.
L’ultima volta che si è verificato, nel periodo che va dal tardo 2015 alla primavera del 2016, l’evento El Niño è stato uno dei più forti mai registrati e ha avuto un forte impatto sulle temperature globali del 2016, anno in cui le temperature medie globali registrate furono le più alte di sempre. Tra le conseguenze di El Niño, quell’anno si verificò una forte siccità in Africa che provocò una vera a propria crisi alimentare in quel continente mentre, in Sud America, fortissime precipitazioni provocarono gravi inondazioni in Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay.
Il 2018 è iniziato con il fenomeno opposto: La Niña. Un evento meteorologico in cui le acque di superficie del Pacifico si raffreddano. Questo fenomeno si è da tempo esaurito e, secondo i modelli WMO, c’è una possibilità del 70% che venga sotituito da un altro evento El Niño in via di sviluppo entro la fine di quest’anno.
“L’OMM non si aspetta che il previsto El Niño sia potente quanto l’evento 2015-2016, ma avrà comunque un impatto considerevole“, ha dichiarato il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas.
“La predizione anticipata di questo evento contribuirà a salvare molte vite e a limitare in modo importante le perdite economiche“, ha aggiunto.
Influenza sul cambiamento climatico
Il WMO ha accoppiato l’aggiornamento di El Niño con una prospettiva climatica globale stagionale per il periodo settembre-novembre 2018.
Secondo le previsioni, in seguito al vrificarsi dell’evento, le temperature globali saranno superiori alla media in quasi tutta l’area Asia-Pacifico, Europa, Nord America, Africa e gran parte del Sud America costiero.
El Niño, di norma, si verifica con una ricorrenza che va dai cinque ai sette anni, il fatto che si ripresenti così presto potrebbe essere dovuto all’impatto che il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale sta avendo sulla circolazione meteorologica di tutto il mondo.
“Il cambiamento climatico sta influenzando le dinamiche tradizionali di eventi come El Niño e La Niña e l’impatto che normalmente hanno sul clima globale.“, ha spiegato Petteri Taalas.
“Il 2018 è iniziato con un debole evento La Niña, ma il suo effetto di raffreddamento non è stato sufficiente a ridurre la tendenza generale all’aumento delle temperature, quest’anno, infatti, è stato sicuramente tra i più caldi mai registrati, anche se non al livello del 2016“.
Quasi contemporaneamente all’allarme lanciato dal WMO, l’agenzia meteorologica giapponese ha diramato un avviso indipendente secondo il quale c’è una probabilità del 60% che il modello meteorologico di El Niño si verifichi durante il prossimo autunno dell’emisfero settentrionale, tra settembre e novembre.
Se tutto ciò fosse vero, potremmo avere di nuovo un inverno con brevi periodi di forte freddo in un contesto mediamente temperato, con temperature superiori alla norma e frequenti e forti piogge. Il 2019 potrebbe anche essere caratterizzato da un’estate molto calda, con improvvise e abbondantissime piogge torrenziali.