L’astrofotografia è una delle parti più gratificanti dell’esplorazione spaziale e per questo non c’è niente di meglio di Hubble. Di recente, il telescopio spaziale ha celebrato il 31° anniversario del suo lancio scattando un’immagine spettacolare di una delle stelle più impressionanti del cielo: AG Carinae.
Da tempo speriamo di vedere la stella Betelgeuse in una supernova e molto se ne è parlato nei mesi scorsi, eppure, in un futuro non troppo lontano, Hubble, o uno dei suoi successori, potrebbe essere in grado di catturare l’immagine spettacolare di questa stella che diventa una supernova, probabilmente prima della stessa Betelgeuse.
AG Carinae, situata nella costellazione della Carena, è una delle stelle più luminose del cielo, sebbene la sua luminosità apparente sulla Terra sia leggermente più bassa a causa della sua distanza di 20.000 anni luce. La stella è famosa per una serie di motivi, tra cui il fatto che è una delle sole 50 stelle variabili luminose blu conosciute.
AG Carinae ha una massa 50 volte quella del Sole, la sua luminosità è 1 milione di volte superiore, il suo tipo spettrale B2.
Apparentemente la stella sta passando dallo stadio di supergigante blu a quello di una stella di Wolf-Rayet. Nel corso degli anni si sono potuti osservare cambi di temperatura che coincidevano a perdite più o meno ampie di massa; ad una temperatura minore corrispondeva una maggiore perdita di massa della stella, che risulta essere circondata da una nebulosa bipolare creata durante un recente periodo di instabilità.
AG Carinae, variabile Blu
Le variabili luminose blu luminose sono estremamente brevi e violente, a malapena in equilibrio tra l’esplosione in una supernova e il collasso sotto il proprio peso in un buco nero. Come parte del loro ciclo di vita, occasionalmente emettono un’esplosione spettacolare che crea una sorta di guscio luminoso intorno a loro, come si può vedere qui sotto nell’immagine ripresa da Hubble di AG Carinae.
Esplosione come quella nella foto si verificano solo una o due volte nella vita di una variabile blu luminosa. Si verificano quando la pressione di radiazione dall’interno della stella la espande a una dimensione così immensa da spingere il materiale fuori da se stessa, quindi collassa di nuovo in uno stato più stabile potenzialmente per milioni di anni.
Nel caso di AG Carinae, quell’esplosione è avvenuta circa 10.000 anni fa e, nell’occasione, espulse circa 10 volte la massa del Sole generando un alone di circa 5 anni luce di diametro, un po’ più della distanza tra il Sole e il sistema Alpha Centauri. Il materiale dell’esplosione viene quindi sottoposto agli immensi venti solari provenienti dalla stella supermassiccia, che a sua volta è ancora circa 70 volte la massa del Sole.
Viaggiando fino a 670.000 miglia all’ora, quel vento solare è circa 10 volte più veloce dell’ejecta, creando un effetto “spazzaneve” che spazza via parte dell’area direttamente intorno alla stella. In alcuni punti intorno alla stella, il vento ha spazzato la massa di materiale e l’ha dispersa ancora di più, come si può vedere nel debole bagliore rosso nella parte superiore sinistra dell’immagine di Hubble.
Altre caratteristiche importanti dell’immagine di Hubble includono “girini” e “bolle” che possono essere visti evidenziati in blu. Queste caratteristiche sono ammassi di polvere più densi del resto del materiale espulso e parzialmente causati dalle interazioni con lo stesso vento stellare.
L’immagine stessa è stata scattata sia con luce visibile che ultravioletta, il che consente una visione più chiara dei filamenti di materiale che circondano AG Carinae.
Al momento, Hubble è nel mezzo del più grande programma della sua storia, noto come Ultraviolet Legacy Library of Young Stars as Essential Standards (ULLYSES), che si concentra su giovani stelle come le variabili luminose blu. Con un po’ di fortuna, il programma potrebbe catturare una di queste stelle ultra rare nell’atto di esplodere come supernova.
Se esiste una piattaforma di osservazione attuale in grado di catturare un evento del genere in tutta la sua gloria, è proprio Hubble.