Il radiotelescopio di Arecibo è stato il primo di questi straordinari strumenti a inviare un messaggio verso possibili civiltà extraterrestri.
Il messaggio, noto come “messaggio di Arecibo” è un potente segnale radio trasmesso nello spazio il 16 novembre 1974 verso l’Ammasso globulare di Ercole distante 25 000 anni luce dalla Terra.
Il crollo dell’iconico radiotelescopio avvenuto nel dicembre 2020, preceduto da due catastrofici guasti ai cavi e dalla decisione della National Science Foundation (NSF) di disattivarlo e smantellarlo, ha segnato la fine di un’epoca d’oro per la ricerca.
Nonostante la perdita incalcolabile, il radiotelescopio di Arecibo lascia in dote all’umanità importanti scoperte prodotte in 57 anni di attività. Inoltre i dati raccolti prima del crollo continueranno a fornire importanti informazioni nello studio di asteroidi, pianeti e galassie lontane.
Gli scienziati hanno illustrato i contributi del radiotelescopio di Arecibo alla radioastronomia in una presentazione il 19 marzo alla 52a Lunar and Planetary Science Conference (LPSC).
Arecibo ha lasciato un “segno indelebile nella scienza planetaria, nella radioastronomia e nelle scienze spaziali e atmosferiche” hanno detto i presentatori esprimendo il dolore che ha provocato il crollo in un malinconico componimento poetico: “Sei decenni di servizio / Il telescopio di Arecibo / Lost, not forgotten”.
Il radiotelescopio di Arecibo, realizzato nel 1963, ampio 305 metri era all’epoca l’antenna più grande e potente al mondo. Undici anni dopo, nel 1974 ha trasmesso il primo messaggio agli extraterrestri noto come “messaggio di Arecibo”.
Il messaggio è stato indirizzato verso un ammasso di stelle distante 25.000 anni luce e semmai qualcuno lo intercetterà probabilmente la nostra razza sarà estinta da tempo.
Il messaggio era composto da una serie di raffigurazioni che comprendevano la figura stilizzata di un essere umano, del radiotelescopio, dell’elica del DNA, di alcune sostanze chimiche alla base della vita e del sistema solare con in evidenza il terzo pianeta a partire dal Sole, la Terra.
La scienza del radiotelescopio di Arecibo
Il radiotelescopio di Arecibo ha permesso agli astronomi di misurare la rotazioni di Mercurio e Venere. Ha rilevato il primo esopianeta conosciuto in orbita attorno a una pulsar, nel 1990. Il radiotelescopio ha permesso lo studio degli anelli di Saturno e la mappatura della superficie del nostro satellite. Ha inoltre permesso di verificare la teoria della relatività generale di Albert Einstein e ha permesso di dedurre l’esistenza delle onde gravitazionali.
Il radiotelescopio di Arecibo ha rivoluzionato la ricerca spaziale grazie allo studio e al tracciamento degli asteroidi che orbitano nelle vicinanze della Terra. Il radiotelescopio ha raccolto dati fondamentali sulle loro proprietà fisiche e sulle loro orbite, consentendo alla NASA di calcolare il rischio che un asteroide potrebbe rappresentare per il nostro pianeta.
Il radiotelescopio di Arecibo ha dovuto interrompere le sue attività nel 2020. Due cavi hanno tradito la struttura, il primo si è spezzato ad agosto e il secondo a novembre. Dopo un’attenta valutazione dei danni alla struttura e dei cavi superstiti, NSF ha annunciato che il radiotelescopio non poteva essere riparato garantendo al contempo la sicurezza e sarebbe stato disattivato e smantellato.
Il primo dicembre un terzo cavo spezzato ha dato il colpo di grazia alla struttura. La piattaforma del radiotelescopio è precipitata sulla parabola, il crollo ha portato a un devastante collasso che ha lasciato a bocca aperta il mondo scientifico e milioni di appassionati.
Fino al catastrofico crollo, il radiotelescopio di Arecibo non solo aveva accumulato registrazioni lunghe decenni di risultati scientifici rivoluzionari, ma aveva anche registrato un tesoro di osservazioni che verranno utilizzate dagli scienziati di tutto il mondo per i prossimi decenni.
Il radiotelescopio di Arecibo ha avuto un enorme impatto sulla scienza e l’istruzione per le comunità di Porto Rico, ma la vera eredità potrebbe essere il suo messaggio, che continuerà a viaggiare nella nostra galassia per essere raccolto forse da qualche civiltà extraterrestre.
Quel messaggio tra molto tempo potrebbe essere una delle poche cose realizzate dagli esseri umani a sopravvivere all’estinzione. Il messaggio ora sta viaggiando alla velocità della luce verso il suo obiettivo, un ammasso composto da 300.000 stelle a circa 25.000 anni luce dal nostro pianeta.
Ma il messaggio di Arecibo, una volta raggiunto il suo obiettivo non si fermerà, continuerà il suo viaggio nello spazio interstellare forse per milioni di anni, indebolendosi sempre più fino a diventare l’ultimo sussurro della nostra specie che ha guardato le stelle e ha cercato di raggiungerle.