Il riscaldamento globale potrebbe rendere un giorno la vita impossibile presso le regioni tropicali. Se la situazione si aggraverà le conseguenze potrebbero essere letali per gli abitanti di questi territori.
Secondo nuovi progetti di studio e gli obiettivi proposti negli accordi di Parigi, limitare il riscaldamento globale potrebbe essere una fonte di salvezza per tali popolazioni. Le ultime analisi da parte dei ricercatori ci dicono che se la gente riuscisse a limitare gli aumenti di temperatura a 1,5° C sopra i livelli preindustriali, per i tropici il pericolo sarebbe scongiurato. Tutto sta nel buonsenso di tutti noi: la vita del prossimo dipende dai nostri sforzi.
Riscaldamento globale: gli studi sulla pericolosità
Lo studio da parte dei ricercatori ha avuto come punto cruciale un indicatore chiamato temperatura del bulbo umido, rappresentante il calore e l’umidità. La temperatura del bulbo umido viene solitamente misurata da un normale termometro.
Una scienziata del clima, che però non ha partecipato agli studi, la professoressa Christina Dahl, ha dichiarato: “L’idea generale è che il corpo semplicemente non risponde alla temperatura, risponde all’umidità”. Si chiarisce come l’essere umano abbia una temperatura corporea interna che rimane relativamente stabile a 37 ° C (98,6 ° F), mentre la pelle all’esterno è più fresca per consentire al calore di fluire lontano dall’interno del corpo.
Perché i tropici sono in pericolo?
La causa principale per cui i tropici sono in pericolo a causa del riscaldamento globale è il meccanismo di sudorazione. L’aumento della temperatura e dell’umidità, fino a prova contraria, può alterare questo normalissimo processo fisico, eliminando il differenziale tra la temperatura interna del nostro corpo e quella della nostra pelle. Proprio su questi parametri abbiamo contezza della reale situazione e del reale pericolo a cui sono posti gli abitanti dei tropici. Il meccanismo di sudorazione, se regolare, è un’attività importantissima, poiché garantisce la termoregolazione.
Il pericolo della crisi climatica
Il normale processo di termoregolazione è quindi minacciato dalla crisi climatica. Infatti, secondo i ricercatori che hanno ultimato lo studio, questa minaccia potrebbe concretizzarsi molto presto: il pericolo potrebbe materializzarsi nel momento in cui la temperatura di bulbo umido supera i 35 gradi centigradi. Tale temperatura è molto preziosa, in quanto ci consente di simulare il funzionamento della nostra sudorazione, in quanto viene misurato avvolgendo il bulbo di un termometro con un panno umido.
In caso di presenza di tali gravissime condizioni, urgono delle soluzioni tecnologiche necessarie basate sul condizionamento dell’aria su vasta scala e continuative. Un simile cambiamento toccherebbe il 40% della popolazione mondiale, una quantità abbondante, proprio la stessa che vive nei paesi tropicali racchiusi tra tra i 20° nord e i 20° sud di latitudine. Una quota che è destinata ad aumentare entro metà secolo fino al 50%, secondo le informazioni che ci forniscono le proiezioni demografiche.
Yi Zhang, un ricercatore dell’Università di Princeton che ha guidato il nuovo studio, ha dichiarato: “Se è troppo umido, i nostri corpi non possono rinfrescarsi evaporando il sudore – questo è il motivo per cui l’umidità è importante quando consideriamo la vivibilità in un luogo caldo” e poi ancora: “Le alte temperature interne del corpo sono pericolose o addirittura letali”.
Il parere di Mojtaba Sadegh
Mojtaba Sadegh, esperto di rischi climatici presso la Boise State University, ha dichiarato che lo studio fa “un ottimo lavoro nell’analisi di come l’aumento delle temperature”. Sadegh, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha aggiunto: “Se questo limite viene superato, infrastrutture come i rifugi all’aria aperta sono assolutamente necessarie per la sopravvivenza umana” e poi ancora: “Dato che gran parte dell’area colpita è costituita da paesi a basso reddito, fornire l’infrastruttura richiesta sarà difficile”.
Umidità e calore in aumento
Lo studio, pubblicato su Nature Geoscience, ha reso noto che il numero globale di eventi riguardanti umidità e calore è aumentato vertiginosamente in quasi quarant’anni: tra il 1979 e il 2017.
I prossimi decenni saranno destinati a vedere fino a tre miliardi di persone spinte oltre l’intervallo storico di temperatura in cui gli esseri umani sono vissuti, prosperando, per circa seimila anni. Precisiamo che la ricerca, svolta a Princeton, si è concentrata sulle latitudini trovate tra i 20 gradi nord, una linea che attraversa Messico, Libia e India, fino a 20 gradi sud, che attraversa il Brasile, il Madagascar e le regioni settentrionali dell’Australia.