di Oliver Melis
Il 23 aprile del 1897, un giornale del Kansas scrisse una storia che aveva dell’incredibile che è rimasta negli annali ufologici e viene spesso citata come prova che nel passato gli alieni scendessero sul nostro pianeta per recuperare animali per effettuare chissà quali esperimenti.
Ma torniamo alla fantastica storia, che inizia il 19 aprile quando un allevatore locale Alexander Hamilton, suo figlio e un aiutante videro una nave aerea gigantesca a forma di sigaro che si manteneva stazionaria sopra il recinto, vicino all’abitazione. Hamilton affermò che nella parte inferiore dell’aeronave erano presenti sei esseri dall’aspetto strano, che mai aveva visto prima. Proprio allora i tre uomini sentirono i versi di un vitello che aveva una corda attorno al collo che penzolava dall’oggetto volante. I tre tentarono allora di togliere il cappio ma, non riuscendoci, decidono di tagliarlo. Purtroppo, proprio in quel momento, la nave aerea si alzò in volo portando con se il povero vitello e scomparendo verso nord-ovest.
Il giorno seguente Hamilton andò in cerca della povera bestia ma un vicino gli raccontò di aver trovato i resti dell’animale macellati nel suo pascolo senza che ci fossero tracce al suolo.
Quanto raccontato da Hamilton fu confermato da una sua dichiarazione giurata e la storia finì presto nei giornali locali per poi rimbalzare in tutti gli Stati Uniti e oltre, in Europa.
La storia venne rispolverata da solerti ufologi attorno agli anni sessanta e venne ripresa in diversi libri e riviste.
Fu solo nel 1976 che un’anziana signora del Kansas si fece avanti per raccontare di aver sentito, da bambina, lo stesso Hamilton vantarsi con la moglie della buffa e incredibile storia che aveva inventato. L’allevatore, infatti, era iscritto a un club dei bugiardi che si dilettavano nell’inventare storie incredibili che si sciolse poco dopo i fatti “inventati” da Hamilton.
Fonte: Howstuffworks