La Ruota degli Esposti è stata un’usanza diffusa in tutta Italia all’incirca dal 1200 alla fine del 1800. L’istituzione di questa usanza sembra risalire a Papa Innocenzo III che, secondo la tradizione, dopo avere assistito al recupero dei corpi di alcuni neonati annegati nel Tevere rimase turbato e inorridito quando fu informato che si trattava, probabilmente, di bambini nati a qualche prostituta o a famiglie non in grado di mantenerli. Il Papa stabilì dunque che un apposito reparto dell’Ospedale del Santo Spirito fosse dedicato al sostentamento dei bambini abbandonati.
Il racconto del rinvenimento dei cadaveri dei neonati forse è abbastanza plausibile, l’esposizione dei neonati indesiderati era una pratica assai diffusa già nell’antica Roma in ogni ceto sociale e nel medioevo la pratica era rimasta in voga, particolarmente nei casi di “figli della colpa”, cioè per quei bambini nati al di fuori del matrimonio e tra le prostitute inguaiate da una gravidanza indesiderata. Il modo più sbrigativo per liberarsi di questi figli indesiderati era quello di gettarli nel Tevere appena nati.
La prostituzione a Roma era legale dall’alba dei tempi: le leggende sulla fondazione di Roma riportano che i gemelli Romolo e Remo furono adottati da Acca Larenzia, una prostituta o “Lupa” come erano definite le donne che praticavano questo mestiere, quindi colpire la prostituzione sarebbe stato inutile e dannoso, si trattava di un mestiere redditizio, non poi così scandaloso ed infinitamente più diffuso di oggi. Certamente però non era legale l’assassinio dei figli indesiderati, anzi, era piuttosto punito con la morte!
Per incoraggiare tutti coloro che potevano volerlo fare a “disfarsi” dei propri figli senza ucciderli e rimanendo nell’anonimato Papa Innocenzo III istituì la Ruota degli Esposti.
La Ruota degli Esposti presso l’antico ospedale di S.Spirito in Saxia |
Ma cos’era la Ruota degli Esposti e come funzionava? Possiamo ancora vederla in uno dei tanti piccoli angoli segreti di Roma, a Borgo Santo Spirito, al civico numero 4, vicino a Piazza San Pietro, presso il complesso l’antico ospedale del Santo Spirito troviamo la famosa “ruota degli esposti”. E’ una sorta di barile ruotante, cavo, in cui dall’esterno veniva deposto, in forma anonima, l'”esposto”, cioè il neonato di genitori ignoti (da cui il cognome “Esposito”, “Diotallevi” e similari). Al suono di una campanella veniva poi fatta girare la ruota, prelevando così, dall’interno, come in una sorta di portavivande, il neonato, per affidarlo alle cure dei frati.
Particolare della ruota dell’ospedale di S.Spirito in Saxia |
Spesso insieme al neonato veniva deposta una moneta spezzata, un ciondolo o qualcosa che potesse consentire in futuro un eventuale ricongiungimento, e doveva anche essere comunicato se il bambino fosse già stato battezzato o meno.
Da allora l’usanza della Ruota degli esposti si diffuse in tutte le principali città della penisola italica e il loro uso fu abolito per legge solo nel 1923.
Alcune di queste ruote le troviamo ancora in giro per l’Italia: a Firenze presso lo Spedale degli Innocenti, a Napoli alla Basilica dell’Annunziata Maggiore, a Venezia), a Pisa e via dicendo.
Il numero degli “esposti” era grande, si parla per ogni “ruota” del mantenimento di parecchie centinaia di bambini (infatti molti morivano di fame), e in alcuni periodi storici addirittura di alcune migliaia!
Una ruota degli esposti a Venezia (Calle della pietà) |
I neonati abbandonati sulla Ruote degli Esposti, a Roma, venivano marchiati con una doppia croce sul piede sinistro, divenendo così di fatto “figli della Famiglia” dell’Ospedale di S.Spirito.
Nei registri si scriveva “filius matris ignotae”, cioè “figlio di madre ignota” o, abbreviando “filius m.ignotae”, da cui….”figlio di mignotta” ed è per questo che nella vulgata romanesca la prostitute spesso vengono definite mignotte!