Il cancro è una delle piaghe della nostra società, oltretutto si tratta di un gruppo di patologie simili tra loro per le quali non abbiamo ancora una cura definitiva. È vero che il cancro è una patologia propria della società moderna? Davvero la sua attuale diffusione dipende dal nostro stile di vita, dal degrado dell’ambiente e dalla qualità del nostro cibo?
Per rispondere a queste ed altre domande, ma anche per capire come affrontare questa malattia sorprendentemente pervasiva, stiamo cercando di capire quando è comparsa sulla faccia della Terra in generale e nell’uomo in particolare. Sono molto diffuse, infatti, ipotesi per lo più complottiste in base alle quali il cancro sarebbe una malattia di recente origine, provocata, secondo alcuni addirittura intenzionalmente, per garantire il controllo della numerosità della popolazione. Invece, al contrario, abbiamo evidenza di tumori fin da epoche estremamente antiche, come minimo centinaia di milioni di anni.
Il cancro non è affatto una malattia nuova. Abbiamo prove fossili di dinosauri che afflitti da tumori di vario tipo. Uno studio ha esaminato ai raggi X oltre 10.000 vertebre fossili di dinosauro provenienti da oltre 700 diversi esemplari museali. Questi resti coprivano una vasta schiera di specie, dagli stegosauri che mangiavano le piante ai feroci tirannosauri, prettamente carnivori.
Sono state trovate evidenze di 29 tumori in queste ossa fossili. Curiosamente, tutte le ossa affette da forme tumorali provenivano da hadrosauri, noti anche come dinosauri dal becco d’anatra, risalenti al periodo Cretaceo circa 70 milioni di anni fa. Non è chiaro come mai questa specie di dinosauri appaia particolarmente sensibile ai tumori ma, ameno di qualche clamorosa scoperta, forse a livello genetico, probabilmente non lo sapremo mai.
Solo recentemente un gruppo di ricercatori ha individuato un tumore nelle ossa fossili di un titanosauro, prima evidenza che un dinosauro differente dagli adrosauri sia stato affetto da un tumore.
Abbiamo trovato ossa fossili con il cancro
Per quanto riguarda il genere Homo, le evidenze di presenza di tumori risalgono a tempi lontanissimi. Il primo ominide conosciuto nel cui fossile si è individuata una patologia tumorale, è un bambino di Australopithecus sediba affetto da un tumore benigno alle vertebre quasi 2 milioni di anni fa.
L’Australopithecus sediba è un ominide con caratteristiche ancora molto scimmiesche anche se comincia a presentare caratteristiche umane. In un osso del dito di un piede di un ominide non ancora identificato, ritrovato in Sud Africa e risalente ad 1,7 milioni di anni fa, si è riscontrato il primo tumore maligno in un nostro antenato. Per la precisione, il tumore è stato identificato come un osteosarcoma.
Queste prove, ancorchè non numerose, dimostrano molto chiaramente che il cancro non è una malattia moderna e, come già sapevamo, non è una malattia propria degli esseri umani. Sono molte le specie viventi che possono sviluppare questa o quella forma di tumore e la documentazione fossile indica chiaramente che anche molti animali estinti erano affetti da malattia.
Eppure, mentre oggi il cancro è una delle principali cause di morte in tutto il mondo, nell’antichità non era poi così comune come ci si potrebbe aspettare.
La ragione principale di questo fatto è, principalmente, identificabile nella durata media della vita molto più breve che gli uomini avevano secoli e millenni fa: molta gente moriva prima dei quaranta anni di altre malattie o per cause violente e le malattie tumorali, che a quanto sappiamo sono dovute spesso ad un accumulo di errori genetici, non avevano semplicemente il tempo di svilupparsi e manifestarsi.
La prima menzione scritta di malattia tumorale si pensa che sia in antichi testi egizi risalenti tra il 1600 ed il 2500 avanti Cristo, dove, tra gli altri, troviamo la descrizione dell’intervento effettuato per rimuovere un tumore al seno tramite cauterizzazione. Insomma, già nell’antichità il cancro fu notato e descritto con la parola coniata da Ippocrate, che chiamava i tumori “karkinos”, dalla parola greca che indica il granchio.
Come nota l’oncologo Siddhartha Mukherjee, autore del libro The Emperor of All Maladies: “La civiltà non ha causato il cancro, ma estendendo la durata della vita umana, la civiltà l’ha reso manifesto“.
La conclusione sembra essere che il cancro è probabilmente inevitabile non appena un organismo diventa multicellulare. L’evoluzione si basa sul fatto che il DNA nelle cellule muta, creando variazioni all’interno di una popolazione sulla quale la selezione naturale può funzionare. È lo stesso sistema che consente al cancro di emergere, poiché le cellule mutano e si liberano dai controlli che normalmente impediscono loro di proliferare.
Potrebbe sembrare che non ci sia nulla che possiamo fare per impedirlo, ma non è proprio vero. Quando parliamo di “cancro” ci riferiamo efficacemente a centinaia di diverse malattie. Ciò significa che parlare di una cura per il “cancro” è fuorviante e la medicina moderna sta diventando sempre più efficace nel trattare i diversi tipi di tumore nelle diverse cellule e sembra che siamo anche abbastanza vicini allo sviluppare un vaccino in grado di prevenire la proliferazione incontrollata di una popolazione di cellule.
Fonte: IFLScience