“Inizia tutto con una luce bianca, abbandoni il tuo corpo, sali verso l’alto e rimani a osservarlo su un letto d’ospedale o la barella di un’ambulanza. Dopo, risucchiato a velocità vertiginosa all’interno di un tunnel, ti ritrovi in un luogo di pace e serenità, in uno stato di beatitudine assoluta incontri persone che un tempo hai amato sulla Terra. Però non è ancora arrivata la tua ora, non puoi restare in questo posto beato ma sappi che alla fine ne farai parte“.
L’esperienza di pre morte è un insieme di sensazioni e visioni che persone in punto di morte hanno l’impressione di vivere. In questa esperienza si sperimenta l’uscita fuori dal corpo che viene visto da angolazioni diverse, spesso dall’alto e si ha in genere anche memoria dei fatti che in quel momento stanno succedendo attorno al moribondo, medici che si affannano attorno al malato, infermieri, parenti. Altra visione ricorrente è quella del tunnel, una sorta di passaggio tra la nostra dimensione e quella ultraterrena, un tunnel che nel suo ultimo tratto mostra una luce che una volta raggiunta porta una sensazione di benessere e di pace.
Ci sono anche dei casi di N.D.E. che raccontano di esperienze negative, di presenze demoniache, di visioni di inferni danteschi che ci attenderebbero oltre questa vita.
Molti ritengono che queste esperienze, sorprendentemente simili, siano la prova dell’esistenza dell’anima che si dirige in un posto che molti non faticano a chiamare paradiso.
Ma ci sono spiegazioni? Perché chi sperimenta una N.D.E. vede il proprio corpo come se ne fosse uscito? cosa rappresenta il tunnel e la luce? Possono essere spiegate in qualche modo?
Esistono situazioni simili a quelle appena descritte spiegabili attraverso i normali processi neurofisiologici e psicologici. Una spiegazione alla visione del tunnel ad esempio è lo stato in cui si trova il cervello dopo un minor apporto di ossigeno come può accadere in un trauma cranico, che inibisce l’attività delle cellule nervose che causano un restringimento del campo visivo dando la sensazione di guardare da dentro un tunnel.
Le esperienze di uscita dal corpo sperimentate durante una N.D.E. vengono vissute da altri soggetti in particolare stato di affaticamento o in situazioni di stress emotivo.
Il meccanismo che spiega l’uscita dal corpo è chiamato depersonalizzazione somatopsichica e appartiene alla sfera dei disturbi dissociativi. In presenza di un grande stress emotivo, dopo un incidente, prima di un’operazione chirurgica, la paura può creare allucinazioni che depersonalizzano il vissuto come se appartenesse ad un’altra persona. Il resto contribuiscono a crearlo le nostre credenze religiose che portano i soggetti che vivono un’esperienza cosi forte ad aggiungere involontariamente immagini di fantasia.
La N.D.E. è certamente suggestiva ma si accorda pienamente con i processi psicofisiologici conosciuti.