Marte potrebbe avere meno acqua liquida rispetto a ciò che pensavamo fino a poco tempo fa. Sappiamo come i delta fluviali osservabili sul pianeta rosso e le recenti misurazioni attuate dagli esperti testimoniano come l’acqua liquida sia effettivamente fluita su Marte alcuni miliardi di anni fa. È molto probabile che Marte contenga meno acqua sotto forma di salamoia, un composto formato da acqua e sale che è comprovato resistere di più al congelamento, all’ebollizione e all’evaporazione. L’ipotesi che Marte contenga meno acqua liquida rispetto a quanto si pensasse precedentemente è stata suggerita dagli scienziati dell’Arkansas Center for Space and Planetary Sciences.
Marte, la conclusione degli scienziati
Secondo quanto ipotizzato dagli scienziati dopo aver studiato i dati combinati sui tassi di evaporazione della salamoia con il modello di circolazione meteorologica globale per il pianeta, Marte non avrebbe così tanta acqua liquida come si immaginava. I dati raccolti hanno permesso agli studiosi di creare mappe del pianeta per individuare le aree in cui potrebbero esserci le salamoie. I cambiamenti di fase dei liquidi più importanti (ebollizione, evaporazione, congelamento) sono stati tutti studiati attentamente per considerare contemporaneamente tutte le proprietà e non analizzandole una alla volta. Sono state elaborate tali mappe, dunque, tenendo a mente tutti i processi poc’anzi menzionati.
Le dichiarazioni di Vincent Schefferer
Vincent Schefferer è un nome di tutto rispetto essendo professore associato e autore di uno studio che ha ricevuto la pubblicazione sul pregevole Journal of Planetary Sciences. L’uomo di scienza, riferendosi al caso di Marte, ha dichiarato: “Ciò indica che studi precedenti potrebbero aver sovrastimato per quanto tempo le salamoie rimangono sulla superficie in un’atmosfera marziana fredda, sottile e secca. La conclusione più importante è che se non si prendono tutti questi processi insieme, si sovrastima sempre la stabilità delle soluzioni di salamoia. Questa è la realtà della situazione”.
Salamoie marziane
Il professore Vincent Schefferer ha proseguito: “È probabile che le condizioni favorevoli per le salamoie stabilizzate si trovino sulla superficie del pianeta a latitudini settentrionali medio-alte e grandi crateri da impatto nell’emisfero meridionale. In terreni poco profondi, si possono trovare salamoie vicino all’equatore”. E poi ancora: “Nella migliore delle ipotesi, le soluzioni saline possono essere presenti fino a 12 ore al giorno. In nessun luogo la soluzione salina è stabile per un’intera giornata”. È molto probabile che gli studi precedenti abbiano sovrastimato il tempo di permanenza delle salamoie sulla superficie nell’atmosfera marziana fredda, sottile e arida. La situazione sulla Terra è la seguente invece: sul nostro pianeta le saline si trovano naturalmente sia nelle paludi interne che in quelle di acqua salata ovunque.
La parola a Vincent Chevrier
Lo scienziato planetario Vincent Chevrier operante presso l’Università dell’Arkansas anch’egli autore di un articolo a tema pubblicato sul Planetary Science Journal, ha dichiarato riguardo l’argomento Marte: “Solo alcune salamoie molto specifiche (ad esempio perclorati di calcio o magnesio) sarebbero abbastanza stabili da sopravvivere per diverse ore al giorno su Marte e solo in regioni specifiche (quindi non ovunque su Marte)”. Secondo quanto ipotizzato dall’Arkansas Center è molto probabile che condizioni favorevoli per le salamoie stabili sulla superficie del pianeta siano presenti presso le latitudini medie, alte e settentrionali e presso i grandi crateri da impatto nell’emisfero meridionale.
C’è vita dunque?
Dato che su Marte in realtà ci sarebbe una quantità scarsa di acqua è molto poco probabile pensare a condizioni di vita favorevoli sul pianeta rosso, anche a causa dell’ambiente sterilizzante. Vincent Chevrier ha tuttavia affermato: “Non abbiamo alcuna prova per questo, ma [la vita] avrebbe potuto adattarsi a questi ambienti estremi”. Si spera che sulla superficie o nel sottosuolo di Marte ci sia abbastanza quantità di acqua salmastra per consentire un habitat microbico, in quanto si ritiene che l’acqua salmastra su Marte sia più stabile del normale composto H2O che noi conosciamo.
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