Esiste l’idea infondata che normalmente ci serviamo solo di un decimo delle nostre facoltà mentali e che ci sia una vasta e inesplorata riserva di neuroni che potremmo sfruttare. E’ un mito che non ha alcun fondamento scientifico. Più volte la scienza lo ha smentito.
Le capacità intellettive di ognuno di noi crescono nel corso degli anni grazie all’istruzione, a percorsi di lavoro e alle esperienze della vita, ma ciò non significa che si utilizzi solo il 10% del potenziale effettivo. Tale idea non ha fondamento scientifico. Anche se alcuni aspetti del cervello umano rimangono sconosciuti, tuttavia si conosce ogni singola parte del cervello e le funzioni associate a ciascuna.
Uno studio britannico, effettuato da un team dell’Università di Cambridge dimostra che tutto il cervello è attivo e in uso ininterrottamente. I neuroni e le cellule coinvolte nel pensiero non sono mai completamente inattivi, anzi sono sempre impegnati in qualche compito. Diverse regioni del cervello sono utilizzate addirittura per più funzioni contemporaneamente.
Barbara Sahakian, docente di Neuropsicologia clinica all’Università di Cambridge, conferma che il cervello è tutto attivo e che l’idea che usiamo solo una minima parte è da scartare assolutamente.
All’origine di questa falsa credenza di pensiero c’è un equivoco sulla modalità di funzionamento cerebrale e un libro, uscito nel 1936 e scritto da Dale Carnegie. Dal titolo “How to Win Friends and Influence People“, ovvero “Come trattare gli altri e farseli amici“, Carnegie, spiegava una serie di teorie che presupponevano un sottoutilizzo delle facoltà mentali.
Altra possibile origine sono le ricerche sul cervello svolte negli anni ’30. All’epoca si parlava di corteccia silente per le aree del cervello cui apparentemente, alla stimolazione elettrica, non corrispondeva una funzione. Oggi sappiamo che non è così. A confermare il fatto che usiamo tutto il cervello sono le patologie relative alle ischemie celebrali. L’evidenza mostra che ogni più piccolo danno cerebrale, nelle persone colpite da ictus, può provocare devastanti perdite di funzioni.
Lo psicologo canadese Barry Beyerstein, in un saggio a cura di Sergio Della Sala sulle credenze popolari riguardo la mente e il cervello, elenca alcune prove scientifiche che smentiscono la tesi secondo la quale il 90% del nostro cervello sarebbe inutilizzato: “Non esiste lesione cerebrale che non abbia conseguenze, se ci fossero aree del cervello non utilizzate sarebbero state eliminate nel corso dell’evoluzione, le tecniche di neuroimmagine consentono di osservare che in ogni momento tutto il cervello è attivo, non ci sono aree alle quali non sia stata attribuita una funzione, tecniche che permettono di monitorare l’attività di singoli nuclei di neuroni non hanno evidenziato l’esistenza di nuclei spenti”.
La colpa di questa credenza si deve anche al cinema. Nel film di Luc Besson, “Lucy“, Morgan Freeman, interpretando un neuroscienziato, afferma: “Si stima che la maggior parte degli esseri umani utilizzino solo il 10 per cento della capacità del cervello”. Ed il film si concentra sulla questione: “Cosa accadrebbe se riuscissimo ad utilizzarlo tutto“? Ma di fatto questa domanda non trova risposta, perché gli esseri umani lo usano già tutto.
Fonti:
https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/14_luglio_21/falsissimo-mito-cervello-utilizzato-dieci-cento-96ed7c94-10e7-11e4-beef-e3441e67d81c.shtm
https://www.focus.it/cultura/curiosita/come-e-nato-il-mito-che-sfruttiamo-solo-il-dieci-per-cento-del-cervello
https://www.galileonet.it/no-non-usiamo-solo-il-10-del-nostro-cervello/
Non è vero che usiamo solo il 10% del cervello
la diffusione della credenza che utilizziamo solo il 10% della nostra materia cerebrale è un mito privo di fondamento. La verità è che persino quando dormiamo, il cervello è attivo. Un team dell’Università di Cambridge ha pensato di smentire definitivamente questa credenza con uno studio scientifico
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