Il sistema di peer-review è un processo utilizzato per eliminare una ricerca scientifica con basi deboli utilizzando ricercatori indipendenti per verificare se lo studio è legittimo, credibile e di qualità decente.
Ma negli ultimi anni si è assistito ad un aumento dei cosiddetti “predatory journals”, quelle riviste a carattere scientifico dove è molto più facile passare il processo di revisione e ottenere una rapida pubblicazione di una ricerca o uno studio, di solito pagando un prezzo.
Per evidenziare i difetti di queste “riviste predatorie“, un blogger specializzato in neuroscienza, sotto l’alias Neuroskeptic è riuscito a truffare più riviste scientifiche nella pubblicazione di uno studio assurdo, punteggiato da enormi errori di fatto, plagio e riferimenti a Star Wars.
Neuroskeptic ha scritto del suo “esperimento” in un post sul blog di Discover Magazine.
Lo studio farlocco era incentrato sui “midi-chlorians“, una fantascientifica “forma di vita microscopica che risiede in tutte le cellule viventi” che fu citata per la prima volta nell’episodio di Star Wars intitolato La minaccia fantasma.
Presentato sotto i nomi del dottor Lucas McGeorge e del dott. Annette Kin, lo studio a un certo punto, inserisce nel perfetto gergo scientifico usato nel testo: “Avete mai sentito la storia della tragedia di Darth Plagueis, il saggio? penso proprio di no. Non è una storia che i Jedi amano far conoscere. Si tratta una leggenda di Sith. Darth Plagueis era un Signore Oscuro dei Sith, così potente e così saggio che poteva usare la Forza per influenzare i midichlorians per creare la vita“.
Quattro giornali ci sono cascati in pieno. L’articolo spazzatura è stato pubblicato nel Journal of International Journal of Molecular Biology: Open Access , Austin Journal of Pharmacology and Therapeutics e nell’American Research Journal of Biosciences. L’American Journal of Medical and Biological Research ha accettato il lavoro ma ha chiesto una commissione di $ 360, che l’autore ha rifiutato di pagare.
Questa non è la prima volta (e probabilmente non sarà l’ultima) che un giornale è caduto in una trappola simile. All’inizio di quest’anno, un falso scienziato chiamato Anna O’Szust (“Oszust”, che significa “una frode” in polacco) è riuscito ad arrivare alla valutazione di decine di riviste accademiche, senza esibire nessuna qualifica.
Un “esperimento” separato ha visto un giornale a libero accesso pubblicare un rapporto su un caso di una malattia immaginaria presa da un episodio di Seinfeld .
La scarsa attendibilità dei “predatory journals” sono il lato oscuro delle riviste aperte. In senso più ampio, l’accesso aperto significa che possiamo leggere online una ricerca senza dover pagare una pesante tassa di abbonamento alla rivista.
Queste riviste, non basando il loro business su un paywall per generare reddito, spesso chiedono ai ricercatori di pagare una tassa per pubblicare. Con la sempre più capillare diffusione di Internet, il movimento di accesso aperto ha guadagnato slancio, con più riviste che vedono in questo modello come un modo più democratico per diffondere la conoscenza ed i frutti della ricerca.
Tuttavia, come ha evidenziato ancora una volta Neuroskeptic, questo sistema ideale ha un lato oscuro che ben si presta alla diffusione di fake news anche in ambito scientifico.