sabato, Novembre 23, 2024
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Migranti: la bomba è pronta ad esplodere

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Il nostro governo non ha fatto in tempo ad accogliere la solidarietà a parole dei leaders europei che l’emergenza migranti è riesplosa in tutta la sua drammaticità: oltre 8000 sbarchi nei nostri porti in meno di tre giorni, arrivando a superare la capacità di accoglienza prevista per tutto quest’anno in duecentomila posti, con le prefetture costrette a requisire strutture per l’accoglienza e l’annuncio dell’apertura di nuovi porti come, ad esempio, Civitavecchia.

L’aspetto preoccupante che è emerso in questi ultimi giorni è che in molti luoghi la cittadinanza stavolta ha reagito male, alzando barricate e manifestando contro lo stanziamento degli immigrati nei propri territori, ora anche sostenuti dai sindaci dei singoli comuni che, ricordiamolo, delle istituzioni sono i rappresentanti.

Gentiloni e Minniti si sono detti soddisfatti del nulla ottenuto in sede europea, dove le uniche concessioni sono state un pugno di euro, 26 milioni, e la definizione di regole per la navi delle ONG apparentemente più restrittive ma che alla fine non cambiano nulla. Dire che le ONG dovranno dare la disponibilità a far salire a bordo osservatori delle forze di polizia non significa che poi gli osservatori saliranno, così come i divieti di spegnere il trasponder, di avere contatti con gli scafisti, di entrare nelle acque territoriali libiche e l’obbligo di sequestrare i motori delle imbarcazioni che portano i migranti fanno un po’ ridere. Quindi, secondo frontex e la UE, di notte le navi delle ONG dovranno rimanere a luci spente, cosa che non faranno, e giustamente, per motivi di sicurezza; non potranno spegnere i trasponder o avere contatti con gli scafisti e le loro organizzazioni, in caso contrario potrebbero vedersi interdetto l’ingresso ai porti italiani SALVO in caso di gravi emergenze. E come la definirebbe il nostro governo una nave carica di migranti in pessime condizioni fisiche, magari bambini da soli e donne incinta? Si tratta di direttive inapplicabili che le ONG accetteranno e poi ignoreranno. Come potrebbe una nave di volontari umanitari imporre il sequestro del motore di barche e gommoni mentre è tutta presa ad imbarcare migranti?

Queste limitazioni teoriche, poi, riguardano le ONG ma le navi militari straniere impegnate nell’operazione frontex? Perché i solidali paesi alleati rifiutano di aprire i loro porti? Perché blindano i confini? La Francia non apre i porti e schiera una quantità enorme di forze di polizia alla frontiera di Ventimiglia per rintracciare e respingere in Italia i migranti che tentassero di passare il confine ed entrare in territorio francese, così come l’Austria che lascia passare solo pochi migranti con la patente di rifugiati politici al giorno.

I precedenti accordi per la redistribuzione della massa di migranti che arriva in Italia tra i paesi dell’UE sono stati completamente disattesi e l’Italia è stata di fatto lasciata sola, così come la Grecia, ad affrontare l’ondata migratoria. Certo, abbiamo la colpa di avere firmato il trattato di Dublino in materia ma è vero anche che quel trattato risale ad anni in cui il fenomeno migratorio non aveva assunto le dimensioni bibliche attuali e si pensava fosse possibile affrontarlo.

La realtà dei fatti è che, al contrario di quanto sostengono le organizzazioni non governative e certa propaganda ideologica di una parte politica, la gran massa dei migranti, oltre l’85%, appartiene, come ha detto anche Macron per giustificare il rifiuto della Francia a fare la sua parte, alla categoria dei migranti economici e non ai perseguitati politici o religiosi, profughi di guerra e quant’altro.

Secondo alcune stime saranno almeno 150 milioni le persone che, nei prossimi anni, si muoveranno per migrare verso i paesi europei, una massa di persone insostenibile per un solo paese e, probabilmente, difficilmente sostenibile perfino per l’UE nel suo complesso. La gestione dei migranti ha costi economici altissimi per l’Italia e la stessa UE senza considerare gli altissimi costi sociali provocati da questa massa di persone in gran parte non disposta ad integrarsi realmente abbracciando in toto leggi, regole ed usi del nostro paese.

Il governo si va affannando ad assicurare che la crescita è raddoppiata e che la crisi è finalmente dietro le spalle nel tentativo di far dimenticare all’opinione pubblica la figuraccia fatta alzando la voce contro l’Ue e la successiva dimostrata incapacità di far seguire alle parole i fatti ma la verità è che, crescita o no, la disoccupazione sale e le famiglie in stato di povertà sono moltissime secondo i dati forniti dalla stessa ISTAT, dati che fanno salire parecchi dubbi sull’affermazione dei bankitalia sulla crescita che si attesterebbe per quest’anno a livelli doppi rispetto alle previsioni. Se c’è crescita dove va a finire la nuova ricchezza prodotta?

Ma torniamo ai migranti. Sono sempre più numerosi i fenomeni di intolleranza e protesta dovuti all’esasperazione. Le barricate contro l’insediamento di nuovi migranti nei territori non sono più episodi spot guidati da parti politiche notoriamente populiste e intolleranti ma oggi troviamo esponenti notoriamente progressisti sulle barricate, lo stesso ex premier Matteo Renzi si è deciso ad affermare quello che la destra e perfino il movimento 5 stelle affermano ormai da tempo: che è ormai necessario intervenire localmente per fermare alla fonte il fenomeno migratorio.

Certo, intervenire nei paesi dell’Africa subsahariana per aiutare quelle economie allo scopo di creare condizioni di vita più sostenibili avrebbe dei costi abbastanza alti, senza contare la necessità, in molti di quei paesi, di imporre drastici cambiamenti politici, cosa che in molti casi richiederebbe l’uso della forza, ma siamo certi che, sul lungo termine non sia un investimento vantaggioso? Oggi abbiamo alti costi per l’accoglienza, la gestione e il sostegno dei migranti e sono costi in salita. Piaccia o no agli altri paesi europei, arriverà un momento in cui l’Italia non potrà più essere un tappo alla migrazione di massa semplicemente perché l’Italia sarà travolta. Già oggi, su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti,almeno 8 se non 10, milioni tra censiti e non censiti, sono immigrati. La proiezione dei nuovi migranti per quest’anno sfiora il mezzo milione e, al ritmo di mezzo milione l’anno, ammesso non vi siano incrementi, quanto tempo passerà ancora prima che le autorità italiane perdano il controllo della situazione?

I cittadini, che sono quelli su cui grava l’impatto sociale provocato dalla massa migrante, se stanno già accorgendo e anche gente che tutto è stata nella propria vita tranne che razzista e intollerante comincia a mugugnare e ad alzare la voce. Quanto passerà prima si passi dalle manifestazioni e le barricate dimostrative alla rivolta civile?

Il governo attuale e chi vincerà le ormai vicine elezioni politiche faranno bene a darsi da fare su un progetto realistico e condiviso a livello UE che permetta di affrontare il problema seriamente per ridurre drasticamente i flussi migratori. Si possono accettare coloro che sfuggono dalle guerre e dalle persecuzioni ma in una’rea del mondo come l’europa, e l’Italia in particolare dove non si riesce a garantire lavoro e un’esistenza dignitosa nemmeno a tutti i propri cittadini, molti dei quali versano in condizioni di povertà vera, non è davvero più possibile accogliere decine se non centinaia di migliaia di migranti economici che, è vero, vengono qui a cercare lavoro e una vita più dignitosa ma, è anche vero, che proprio la loro presenza ha provocato in molti settori, ad esempio l’agricoltura e l’edilizia, il crollo dei salari.

La bomba sociale è pronta ad esplodere, disinnescarla richiederà investimenti, coraggio e fermezza. L’Italia e l’Europa saranno in grado di affrontare il problema con soluzioni vere e definitive e non con provvedimenti provvisori che non risolvono nulla?

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