Per rispondere a questa domanda bizzarra facciamo un po’ di chiarezza sul combustibile esausto (o se si preferisce esaurito).
Si tratta di barrette solide che contengono prodotti di fissione ed attinidi, come il plutonio, che sono radioattivi e che richiedono una schermatura adeguata per le radiazioni.
Anche il combustibile esaurito (anche detto ‘irraggiato’) necessita di raffreddamento ma in misura molto minore rispetto al combustibile presente in un reattore spento da poco in quanto l’energia prodotta e’ ormai una piccola frazione rispetto a quella originaria.
Per iniziare il processo di raffreddamento il combustibile esaurito viene stoccato in piscine d’acqua e, successivamente, in grandi contenitori di cemento armato raffreddati naturalmente dall’aria. Le piscine di raffreddamento sono spesso situate in prossimità del reattore.
Queste piscine sono molto grandi, spesso profonde fino a 13 metri a seconda del progetto. Sono composte da cemento armato rinforzato e circa 10 metri di acqua stagnante coprono la sommità delle barrette di combustibile. Gli elementi di combustibile sono spesso separati da lastre metalliche contenenti del boro che assicura che la reazione a catena dei neutroni non possa ripartire.
L’acqua della piscina è sufficiente a raffreddare il combustibile esaurito ed il calore generato viene rimosso tramite uno scambiatore di calore in modo che la temperatura della piscina stessa si mantenga costante, infatti, la temperatura dell’acqua di queste particolari piscine oscilla tra i 25° ed i 35°, sicuramente più calda delle normali piscine ma meno di un classico bagno caldo.
Le barre di combustibile più radioattive sono quelle rimosse dal reattore più recentemente. Le radiazioni si dimezzano ogni 7 cm d’acqua.
Questo significa che, sempre che riusciate a superare i rigidi controlli di sicurezza di questi impianti, potreste nuotare in queste particolarissime piscine senza alcun rischio per la salute purché non superiate i 2 o 3 metri di profondità.
A queste condizioni il vostro corpo assorbirebbe meno radiazioni di quanto non subisca quotidianamente mentre passeggiamo all’aria aperta.