L’intelligenza artificiale è la simulazione dei processi dell’intelligenza umana da parte di una macchina. La programmazione dell’intelligenza artificiale si concentra su tre abilità cognitive: apprendimento, ragionamento e auto-correzione.
All’Istituto Allen for Brain Science di Seattle, i ricercatori sono al lavoro per cercare di capire come gli 86 miliardi di neuroni del cervello umano interagiscono tra di loro, con l’obiettivo di realizzare una mappa delle connessioni: il connectome.
Per realizzarlo, i ricercatori stanno costruendo un cervello in miniatura, un millimetro cubo di un cervello di topo, il più complesso che sia stato mai ricostruito. Questo lavoro avrà molte applicazioni, anche in campo medico. Ad esempio, mappare con precisione come il cervello è collegato ci aiuterà a capire come funzionano i cervelli sani e cosa non va nei cervelli malati.
Il capo scienziato e presidente dell’Istituto è il neuroscienziato Christof Koch. Insieme al co-scopritore del DNA, Francis Crick , Koch ha aperto la strada allo studio neurobiologico della coscienza.
Koch, in collaborazione con il neuroscienziato e psichiatra Giulio Tononi, ha co-sviluppato la teoria dell’informazione integrata della coscienza, fondata sulla matematica della teoria dei sistemi.
Nel 2019, Koch ha pubblicato il libro The Feeling of Life Itself: Why Consciousness. Le macchine diventeranno in futuro consapevoli della loro esistenza? Svilupperanno l’autocoscienza? Koch è probabilmente uno dei pochi ricercatori al mondo in grado di dare delle risposte e lo ha fatto in una bella intervista sul sito Comunications ACM con il giornalista scientifico Bennie Mols. Vediamone alcuni passaggi.
Il neuroscienziato Christof Koch spiega l’essenza della teoria sviluppata con lo psichiatra Giulio Tononi chiarendo che ogni sistema fisico che ha potere causale su sé stesso è cosciente.
In che modo? Pensate a una rete di transistor su un chip di computer, spiega Koch: il suo stato momentaneo è influenzato dal suo immediato stato passato e questo influenzerà il suo stato futuro. Più lo stato corrente di un sistema specifica la sua causa, l’input e ciò che ne deriva, l’output, più potere causale ha il sistema. Le informazioni integrate si possono calcolare e più sono grandi, maggiore è l’informazione integrata e più consapevole è il sistema.
Lo scienziato si è espresso anche sulle conseguenze pratiche, in quanto la teoria ha dato origine alla costruzione di un misuratore di coscienza che viene testato in varie cliniche sia negli USA che in Europa.
L’idea è quella di rilevare se i pazienti con gravi menomazioni cerebrali sono coscienti. I pazienti, seppur in stato vegetativo, spiega Koch, giacciono a letto, non sono in grado di muoversi o parlare ma il misuratore di coscienza ci dice che circa un quinto di loro rimane cosciente, in linea con gli esperimenti di imaging del cervello .
Koch nell’intervista ha spiegato che la teoria ha implicazioni anche a livello filosofico. La coscienza non è ad appannaggio dei soli esseri umani, ma di qualsiasi sistema con informazioni integrate diverse da zero. Ad esempio, spiega Koch, se un’ape ha un milione di neuroni, la teoria dice potrebbe avere un qualcosa di assimilabile alla coscienza di sé. Ad esempio quando vola carica di polline da un fiore potrebbe provare qualcosa di comparabile al piacere, quando invece non trova cibo, potrebbe stare male.
Anche le macchine potranno in futuro sviluppare consapevolezza, anche se oggi ne hanno ben poca. Tuttavia Koch fa una netta distinzione tra l’intelligenza e la coscienza. Sebbene l’intelligenza e la coscienza spesso vanno di pari passo con le creature biologiche, sono però due cose concettualmente differenti. L’intelligenza riguarda il comportamento. Ad esempio: cosa fai in un nuovo ambiente per sopravvivere? La coscienza non riguarda il comportamento; la coscienza riguarda l’essere.
La teoria di Koch e Tononi sostiene che se si vuole stabilire se una macchina è cosciente o meno, non si dovrebbe guardare al comportamento della macchina, ma al substrato reale che ha potere causale. Per i sistemi di intelligenza artificiale odierna, ciò significa che è necessario prendere in considerazione i chip del computer.
I chip normalmente usano l’architettura di Von Neumann, in cui un transistor riceve in genere input da un paio di altri transistor e proietta impulsi verso altri transistor. Questo modo di “funzionare” è totalmente diverso dal meccanismo causale nel cervello, che è molto più complesso.
Secondo lo scienziato, nemmeno inserire tutti i dettagli biologici di un cervello in un super computer renderà quest’ultimo cosciente, la coscienza è diversa dalla potenza di calcolo ma è un potere causale associato alla fisica del sistema.
Probabilmente, spiega Koch, una macchina con un tipo di architettura molto diversa un giorno potrebbe diventare autocosciente se dotata di un alto livello di informazioni integrate. I computer neuromorfi o i computer quantistici potrebbero mostrare un livello molto più elevato di informazioni integrate conducendoci a macchine coscienti.
Le macchine, spiega ancora Koch, sono di nostra proprietà e se decidessimo di distruggerle o di danneggiarle deliberatamente potremo farlo. Tuttavia, usare violenza su un essere senziente è reato in quanto anche gli animali hanno alcuni diritti fondamentali. Quando le macchine diventeranno consapevoli, conclude Koch, ci saranno conseguenze etiche, legali e politiche.
In futuro se una macchina dimostrerà una coscienza autonoma potrà forse aiutarci a rispondere a molte domande ma potrà, soprattutto, fare molte domande e noi potremo dare ai nostri figli artificiali quelle risposte che ancora cerchiamo: chi siamo, da dove veniamo e dove ci condurrà la nostra evoluzione.
Forse le macchine in futuro ci aiuteranno a trovare le risposte che cerchiamo perché anche loro saranno guidate non solo dalla potenza di calcolo ma come noi da una coscienza o per chi ci crede da un’anima.
Fonte: https://cacm.acm.org/news/244846-can-ai-become-conscious/fulltext;
https://searchenterpriseai.techtarget.com/definition/AI-Artificial-Intelligence