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Quando la RAI inseguì un UFO

Domenica 15 settembre 1985 i telegiornali serali delle reti RAI riportarono un servizio della sede di Aosta relativo all'avvistamento di un UFO

Indice

Il servizio era corredato di un filmato, girato a bordo di un aereo da turismo noleggiato per l’occasione da una troupe della RAI, in cui si vedeva un piccolo corpo luminoso che cambiava forma passando da quella ellittica a quella di punto interrogativo, a quella di tre “cilindri” accostati.
Il servizio segnalava inoltre che il radar di Milano-Linate, che copre il cielo di Aosta (il piccolo aeroporto aostano “Corrado Gex” di Saint-Christophe non è dotato di apparecchiature di rilevazione e il radar di Torino-Caselle è ostacolato dalle montagne) su richiesta del pilota aveva rilevato la presenza dell’aeroplano, ma non del misterioso oggetto volante non identificato.
Il 16 settembre venne effettuato un sopralluogo da due gruppi del CISU della sede di Torino. Gli stessi gruppi, grazie al supporto del giornalista Luciano Caveri, poterono visionare presso la locale sede RAI il filmato originale dell’UFO ed intervistare l’operatore. Venero inoltre intervistati il pilota dell’aereo e alcuni dei testimoni dell’avvistamento, compreso il responsabile della stazione meteorologica dell’aeroporto.
Il giorno seguente il quotidiano La Stampa pubblicò un breve appello degli investigatori del CISU ad eventuali testimoni affinché riferissero quanto visto. Il CISU venne tempestato da decine di telefonate per un paio di giorni. I testimoni vennero scelti tra quelli in grado di fornire maggiori dettagli dell’accaduto cosi da determinare la possibile reale posizione dell’UFO.
L’oggetto misterioso non era stato visto solo in Valle d’Aosta, ma in un’ampia zona del Piemonte nord-occidentale comprendente Val Chisone, Valle di Susa, le Valli di Lanzo e parte dell’alto Canavese, un’area prevalentemente montuosa ricca di località turistiche (Sestriere, Bardonecchia, ecc.) e particolarmente frequentata quel 15 settembre, data di apertura dell’attività venatoria e di diverse manifestazioni e gite. L’oggetto venne segnalato da diversi cacciatori e altri testimoni, sia a occhio nudo sia con binocoli e in qualche caso con dei piccoli telescopi. Questo consenti agli inquirenti una ricostruzione ricca di particolari.
Molti testimoni, più della metà degli intervistati, descrissero l’UFO simile a un “pallone sonda” o a una “pera rovesciata”, o a una “goccia”, o a un “pallone da rugby”, o a una “mongolfiera” oppure a un corpo “allungato”. Una piccola percentuale riferì agli inquirenti di aver visto un “pallino” o a una piccola fonte luminosa. Altri hanno descrissero forme diverse come “canne d’organo” o a “farfalla”. Parecchi segnalarono appendici o corde presenti nella parte inferiore dell’oggetto che sembrava riflettere la luce del Sole, e si presentava di colore chiaro o bianco, o dai riflessi metallici argentei.
Per quanto riguarda il movimento effettuato dall’oggetto, le informazioni date dalla stampa lo definirono “immobile”, mentre le testimonianze si divisero circa a metà tra quelle che descrissero di un oggetto immobile e quelle che riferirono di un lento movimento. I testimoni dotati di telescopio però notarono che l’oggetto li aveva costretti a spostare il piedistallo del telescopio, il corpo quindi si spostava lentamente, come sospinto dai venti in quota, evidentemente meno forti che alle medie altitudini. La discordanza delle osservazioni non consentì all’epoca di stabilire la direzione del moto dell’oggetto volante.
Le dimensioni sembravano ridotte: “grande come una stella” come sottolinearono diversi testimoni, l’oggetto era stato notato per la sua luminosità, in quanto in pochi erano provvisti di binocoli o telescopi atti a ingrandire l’oggetto.
Il filmato della RAI mostrava un oggetto di grandi dimensioni, grandezza però dovuta al teleobiettivo usato per la ripresa (un 300 mm. equivalente) e alla minore distanza: lo stesso giornalista Caveri su precisa domanda confermò di non aver notato ingrandimenti della figura luminosa da bordo dell’aereo rispetto alle dimensioni osservate da terra, il velivolo infatti poteva raggiungere una quota massima di 4 o 5 mila metri.
L’avvistamento si protrasse per diverse ore, delle ore 6.00/6.30 circa, testimoni alcuni cacciatori. Le segnalazioni si protrassero per tutto l’arco della mattinata, a seconda delle attività che portarono all’aperto i testimoni e terminarono tra le 10.30 e le 14 a seconda delle zone. L’oggetto venne coperto da banchi di nubi che ne impedirono la rilevazione.
Le tre serie di foto ottenute dal CISU furono scattate rispettivamente da Collegno (TO), dal rifugio Vaccarone (Val di Susa) e da Salbertrand e in tutte non si riesce a distinguere a occhio nudo nulla di anormale. Solo attraverso potenti ingrandimenti si è riusciti ad evidenziare una macchia biancastra a forma di goccia, a conferma delle ridottissime dimensioni apparenti.
Anche le riprese RAI secondo il CISU meritarono attenzione, probabilmente le strane forme e i mutamenti, secondo gli inquirenti erano da attribuire alle condizioni di ripresa piuttosto che a delle effettive mutazioni dell’oggetto, non osservate dai testimoni.
Le misurazioni effettuate dagli inquirenti sulla posizione dell’oggetto portarono a concludere che esso si trovasse in territorio francese, sulla cittadina di Lanslebourg, ad una quota intorno ai 22.000 metri. Di conseguenza la distanza in linea d’aria tra l’oggetto ed i vari testimoni risultò compresa tra i 40 e gli 80 chilometri.
Poche testimonianze attribuirono un senso di fantastico o straordinario all’oggetto osservato, la stragrande maggioranza lo descrisse come simile a un pallone meteorologico, descrizione che strideva con il sensazionalismo dei media che, un po’ troppo frettolosamente, chiamò in causa misteriosi fenomeni extraterrestri.
Fonte: http://www.arpnet.it/ufo/r2pallone.htm

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