Perché negli oceani c’è tanta varietà di specie animali?

Sapere come la biodiversità si sia evoluta nella storia della Terra può aiutarci a riflettere su alcuni dei problemi futuri come le disfunzioni ambientali, dovute ai cambiamenti climatici.

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Un tema che è stato per tanto tempo al centro della ricerca paleontologica, riguarda il perché ci sono moltissime varietà di specie negli oceani del mondo. Un nuovo studio, pubblicato su Science, ha provato a dare una spiegazione in merito a questo argomento.
I diversi tipi di animali negli oceani moderni, come ad esempio pesci, molluschi e crostacei, si diversificarono lentamente e costantemente nel corso del tempo, cercando di sopravvivere all’estinzione.
Andrew Bush, autore e professore associato di Geoscienze, Ecologia e Biologia evolutiva presso il College of Liberal Arts and Sciences, afferma che sapere come la biodiversità si sia evoluta nella storia della Terra, può aiutarci a riflettere su alcuni dei problemi futuri come le disfunzioni ambientali, dovute ai cambiamenti climatici.
La paleontologia può aiutarci a identificare i tratti che hanno aiutato le specie a sopravvivere e prosperare in passato, anche durante le estinzioni di massa“, afferma Bush. “Speriamo che ricerche come questa possano aiutarci a mitigare gli effetti delle perturbazioni ambientali nei prossimi decenni“.
Lo studio ha esaminato circa 20.000 generi (gruppi di specie correlate) di animali marini fossili degli ultimi 500 milioni di anni e circa 30.000 generi di animali marini viventi.
I risultati mostrano chiaramente che le specie nei più diversi gruppi di animali, tendono anche ad essere sempre più diversificate sotto molti punti di vista tra cui, ad esempio, nel modo in cui si nutrono e vivono”, osserva l’autore principale dello studio Matthew Knope, assistente professore di biologia presso l’Università delle Hawaii a Hilo.
Essere un membro di un gruppo ecologicamente flessibile ti rende resistente all’estinzione, in particolare durante le estinzioni di massa“, afferma Knope. “Gli oceani che vediamo oggi sono pieni di una serie vertiginosa di gruppi di specie come pesci, artropodi e molluschi, non perché avevano tassi di nascita più alti rispetto ai gruppi meno comuni, ma perché avevano tassi di estinzione più bassi su intervalli di tempo molto lunghi“.
Lo sviluppo lento e costante dei lignaggi nel corso del tempo, è stato un fattore chiave nel determinare quali di questi discendenze hanno raggiunto la massima diversità.
Michal Kowalewski, professore di paleontologia degli invertebrati presso l’Università della Florida, che non è stato coinvolto nello studio, ha affermato che lo studio evidenzia “il valore dei dati paleontologici per valutare le questioni fondamentali della biologia“.
Forse la favola della tartaruga e della lepre è adatta a spiegare la diversificazione degli animali marini: alcuni gruppi che si erano inizialmente formati, sono stati superati da altri gruppi di specie che erano più ecologicamente diverse e meno instabili dal punto di vista evolutivo, con tassi di diversificazione costanti e forti resistenze alle estinzioni di massa“, aggiunge Knope.
FONTE: Matthew L. Knope, Andrew M. Bush, Luke O. Frishkoff, Noel A. Heim, Jonathan L. Payne. Ecologically diverse clades dominate the oceans via extinction resistanceScience, 2020; 367 (6481): 1035 DOI: 10.1126/science.aax6398