In un nuovo studio pubblicato questo mese sulla rivista Scientific Reports, i ricercatori dell’Università di Bari Aldo Moro hanno raccontato la scoperta della prima barriera corallina italiana. La scogliera “unica” si estende per 2,5 chilometri (1,5 miglia) lungo la costa italiana nel mare Adriatico, passando per la popolare località turistica di Monopoli, in Puglia.
La barriera corallina si trova tra i 30 ed i 55 metri di profondità ed è un ecosistema mesofotico, il che significa che esiste in condizioni di scarsa illuminazione. La maggior parte delle barriere coralline, in particolare le barriere dai colori abbaglianti che si trovano ai tropici in acque particolarmente illuminate, ottengono energia e sostanze nutritive attraverso una relazione simbiotica con le zooxantelle fotosintetiche (alghe), che producono il loro “cibo” usando la luce. Nelle oscure profondità del mare Adriatico, la barriera corallina italiana non gode di questo lusso.
I ricercatori italiani sostengono che la barriera corallina è composta da “clerattinici non simbiotici” – noti come coralli duri – che ottengono la maggior parte della loro nutrizione dalla materia organica sospesa che galleggia nel mare circostante, molto simile ad altre barriere coralline che si trovano nel Mediterraneo e nel mar Rosso. Questo spiega anche perché la barriera corallina italiana non è così colorata come la Grande barriera corallina e altre barriere coralline tropicali, dove il pigmento dei coralli proviene dalle alghe che vivono al suo interno.
“Nel caso delle Maldive o delle barriere australiane, i processi simbiotici tra le madrepore (coralli sassosi che formano le barriere coralline) sono facilitati dalla luce“, ha spiegato alla Gazzetta del Mezzogiorno il professor Giuseppe Corriero, che ha guidato la ricerca .
“La nostra barriera vive in penombra e quindi le madrepore costituiscono queste imponenti strutture di carbonato di calcio in l’assenza di alghe“.
Tuttavia, è ancora uno spettacolo notevole.
A causa delle sue caratteristiche inusuali, i ricercatori sostengono che questa barriera corallina dovrebbe essere considerata un “ambiente unico”, sebbene condivida le somiglianze con le altre barriere coralline del Mar Rosso.
Le barriere coralline del mondo sono in grave pericolo, principalmente a causa dell’inquinamento e dello sbiancamento dei coralli causato dall’innalzamento delle temperature del mare. Negli ultimi decenni, gli eventi di sbiancamento dei coralli avvenivano ogni 25 anni circa. recenti studi hanno dimostrato che oltre 100 barriere coralline diffuse in tutto il mondo stanno vivendo questi eventi ogni 5,9 anni
A causa della fragilità di questi ecosistemi e del loro valore come punti caldi della biodiversità, il Consiglio regionale pugliese sta progettando la creazione di una nuova area marina protetta al largo di Monopoli, dove è stata scoperta la nuova barriera corallina.