Una straordinaria testimonianza del potenziale trasformativo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale si manifesta nel caso di Brad Smith, il terzo individuo a ricevere un impianto cerebrale sviluppato da Neuralink.
Affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) non verbale, Brad ha ora riacquistato la capacità di comunicare attraverso la propria voce, un risultato reso possibile dalla sofisticata integrazione dell’interfaccia neurale con sistemi di intelligenza artificiale avanzata.

La testimonianza di Brad Smith: gratitudine e speranza oltre la sclerosi laterale amiotrofica
In un toccante video condiviso sulla piattaforma X, Brad Smith ha espresso la sua profonda gratitudine e il suo ritrovato senso di speranza. Pur riconoscendo la dura realtà della sua condizione, ha dichiarato con emozione la sua felicità, affermando che “Dio ha ascoltato le sue preghiere” e che “la vita è bella“. Brad ha condiviso il suo difficile percorso con la SLA, una malattia neurodegenerativa progressiva che lo ha privato gradualmente delle sue capacità motorie e comunicative. L’opportunità di partecipare alla sperimentazione clinica PRIME di Neuralink e di ricevere l’impianto cerebrale ha rappresentato per lui una fonte di speranza inimmaginabile, aprendo nuove prospettive per la sua interazione con il mondo.
Neuralink, l’azienda fondata dal visionario Elon Musk, aveva precedentemente annunciato in un post sul proprio blog nel gennaio scorso l’esistenza di tre individui dotati di “telepatia” grazie alla loro tecnologia, identificando uno di essi come “Brad“.
Il post specificava che tutti e tre i partecipanti allo studio, inclusi Noland e Alex (affetti da paralisi a causa di lesioni del midollo spinale – SCI) e Brad (a causa della SLA), sono completamente incapaci di muovere braccia e gambe. Questi volontari hanno scelto di partecipare allo studio PRIME (Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface), una sperimentazione clinica progettata per dimostrare la sicurezza e l’utilità del dispositivo Link nella vita quotidiana di persone affette da paralisi severa.
La condizione di Brad Smith era particolarmente grave, essendo completamente incapace di parlare o di muovere qualsiasi parte del corpo ad eccezione dei minimi movimenti degli angoli della bocca e degli occhi. In questo contesto di grave limitazione fisica e comunicativa, la capacità di poter nuovamente “parlare” con la propria voce, resa possibile dall’impianto cerebrale Neuralink interfacciato con l’intelligenza artificiale, rappresenta un progresso straordinario.
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📘 Leggi la guida su AmazonQuesta tecnologia innovativa ha bypassato le vie neurali danneggiate dalla SLA, permettendo a Brad di esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni in un modo che era diventato inaccessibile, aprendo un nuovo capitolo nella sua interazione con i propri cari e con il mondo circostante. La sua testimonianza incarna la promessa di questa tecnologia nel restituire dignità e possibilità di comunicazione a persone affette da gravi disabilità.
La voce di Brad rinasce grazie all’intelligenza artificiale
Nel toccante video condiviso sulla piattaforma X, Brad Smith ha sottolineato la sua completa dipendenza dall’impianto cerebrale Neuralink come strumento primario per ogni forma di comunicazione. Ha inoltre rivelato un dettaglio straordinario riguardo alla realizzazione del video stesso: l’intero processo, incluso il controllo del mouse del suo MacBook Pro, è stato reso possibile grazie all’interfaccia cervello-computer (BCI) fornita dalla tecnologia Neuralink.
Un elemento particolarmente commovente della testimonianza di Brad è stata la rivelazione che la voce udibile nel video è la sua voce autentica, riportata in vita grazie alle capacità dell’intelligenza artificiale. Questa straordinaria impresa tecnologica è stata realizzata attraverso la clonazione vocale, un processo che ha utilizzato registrazioni audio effettuate da Brad prima che la progressione della SLA lo privasse completamente della capacità di parlare. In questo modo, la tecnologia non solo gli ha restituito la possibilità di comunicare, ma gli ha anche permesso di farlo con la sua identità vocale unica, un prezioso legame con il suo passato.
Nel condividere l’impatto trasformativo che Neuralink ha avuto sulla sua esistenza, Brad ha offerto una sintetica ma incisiva panoramica del funzionamento della tecnologia, intrecciandola con il racconto personale del suo progressivo deterioramento fisico dovuto alla SLA: “Ho la SLA, una malattia davvero strana che uccide i motoneuroni che controllano i muscoli, ma non colpisce la mente”, ha spiegato con lucidità.
Descrivendo la sua personale esperienza con la malattia, ha ripercorso i primi segnali, a partire da una lesione alla spalla che inaspettatamente non guariva, fino alla sua attuale condizione di completa immobilità. Con toccante onestà, ha descritto la sua dipendenza totale da un respiratore per poter continuare a vivere e respirare, sottolineando il profondo isolamento comunicativo imposto dalla malattia. In questo contesto di totale paralisi, la tecnologia Neuralink si presenta non solo come un ausilio, ma come un vero e proprio ponte verso il mondo esterno, restituendo a Brad la preziosa capacità di esprimere i propri pensieri e di connettersi con gli altri.
Un nuovo mondo di comunicazione
Prima di ricevere l’impianto cerebrale Neuralink, la principale modalità di interazione di Brad Smith con il mondo digitale avveniva attraverso un sistema di controllo oculare. Tuttavia, questa tecnologia presentava delle limitazioni significative, funzionando in modo ottimale solo in ambienti scarsamente illuminati. Con una punta di ironia, Brad ha scherzosamente paragonato la sua situazione a quella di Batman, confinato in una sorta di “Batcaverna” per poter comunicare efficacemente.
“Neuralink mi permette di uscire e ignorare i cambiamenti di luce“, ha entusiasticamente dichiarato Brad, sottolineando uno dei benefici immediati e tangibili della tecnologia. Ha poi fornito una spiegazione concisa del funzionamento dell’impianto: “L’impianto è nella mia corteccia motoria, la parte del cervello che controlla i movimenti del corpo“. Un’immagine allegata mostrava la discreta dimensione del dispositivo impiantato, paragonabile a quella di una pila di cinque monete da 25 centesimi di dollaro USA.
Brad ha descritto il processo di impianto, spiegando come il dispositivo abbia sostituito una piccola porzione del suo cranio. I sottili fili, contenenti i numerosi elettrodi, sono stati inseriti con estrema precisione nel suo cervello da un robot avanzato, penetrando per pochi millimetri ed evitando accuratamente i vasi sanguigni. Questa meticolosa procedura ha minimizzato il rischio di emorragie, rendendo l’intervento sorprendentemente sicuro.
Una volta impiantato e connesso, il dispositivo Neuralink comunica in modalità wireless tramite Bluetooth con un computer esterno. Secondo la spiegazione di Brad, è il computer a eseguire “gran parte dell’elaborazione” dei segnali neurali captati dall’impianto. Successivamente, ha condiviso un video che visualizzava la mole di dati grezzi provenienti dai 1.024 elettrodi integrati nel suo cervello, offrendo uno sguardo affascinante sull’attività neurale tradotta in informazioni digitali.
Grazie a questi dati e alla sofisticata tecnologia, Brad è in grado di comunicare attivamente attraverso il computer, dedicando tempo e impegno all’addestramento del sistema. Questo processo di apprendimento macchina coinvolge il movimento di un cursore sullo schermo attraverso i suoi pensieri e la sua intenzione. Consapevole delle proprie esigenze specifiche, Brad ha anche sviluppato funzionalità personalizzate per semplificare la comunicazione e l’elaborazione dei dati.
“Ho creato una tastiera utilizzando la tastiera accessibile del Mac per rendere alcuni tasti facili da usare“, ha spiegato Brad, illustrando la sua proattività nell’adattare la tecnologia alle sue limitazioni fisiche: “Funzioni come seleziona tutto, copia, incolla, annulla e modi per navigare nella pagina sono tutte davvero utili. E posso usare la barra degli strumenti e alcune scorciatoie”.
Brad ha evidenziato una delle sfide più frustranti imposte dalla SLA: la velocità del pensiero che supera di gran lunga la lentezza con cui può esprimersi attraverso mezzi alternativi. Per affrontare questo ostacolo, ha collaborato strettamente con il team di Neuralink per sviluppare un’innovativa applicazione di chat. Questa applicazione sfrutta la potenza dell’intelligenza artificiale per “ascoltare” il flusso della conversazione in corso e generare in tempo reale una serie di opzioni di risposta predefinite, che Brad può selezionare per esprimere i propri pensieri.
“Usa Grok 3 e un clone AI della mia vecchia voce per generare opzioni da dire“, ha specificato Brad, descrivendo l’integrazione di modelli linguistici avanzati e della sua voce clonata: “Non è perfetto, ma mi tiene in contatto con la conversazione e mi suggerisce delle idee fantastiche“. Ha poi condiviso un aneddoto illuminante sull’efficacia del sistema: “Un mio amico mi ha chiesto idee per la sua ragazza, che ama i cavalli. Ho scelto l’opzione che gli diceva con la mia voce di regalarle un mazzo di carote. Che idea creativa e divertente. Stiamo anche lavorando a un modo più veloce per digitare con il cursore”.
In definitiva, Brad ha riassunto la sua esperienza con Neuralink definendola “fantastica“, sottolineando come la tecnologia abbia significativamente migliorato la sua qualità di vita. Ha espresso la sua gratitudine per essere coinvolto in un progetto con il potenziale di aiutare innumerevoli altre persone affette da disabilità simili.
“Non fraintendetemi, la SLA fa ancora davvero schifo, ma io sto parlando del quadro generale. Questo è ciò che ho imparato“, ha concluso Brad con una profonda riflessione personale: “Dio ama me e la mia famiglia. Ha risposto alle nostre preghiere in modi inaspettati. Ha benedetto i miei figli e la nostra famiglia. Quindi, sto imparando ad avere fiducia che Dio sappia quello che fa”.
Rivolgendosi poi direttamente alla moglie Tiffany e ai suoi figli, ha affermato con convinzione: “Il quadro generale è che sono felice. Tiffany è la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto e potrò trascorrere l’eternità con lei. I miei figli stanno bene, soprattutto date le circostanze. E posso controllare il computer con la telepatia. La vita è bella”. La sua testimonianza potente e commovente incarna la promessa della tecnologia non solo come strumento di comunicazione, ma anche come fonte di speranza e di rinnovata connessione con la vita.
Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale di Neuralink.