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L’ipocrisia del dibattito sugli aiuti forniti dagli Stati Uniti all’Ucraina

Quella degli aiuti economici e militari degli Stati Uniti all'Ucraina è una delle grandi ipocrisie del dibattito attuale sulla guerra Russo-Ucraina: si parla tanto di “120 miliardi buttati via”, ma in realtà gran parte di quei soldi non sono mai usciti dall'economia americana. Vediamo perché

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Quella degli aiuti economici e militari degli Stati Uniti all’Ucraina è una delle grandi ipocrisie del dibattito attuale sulla guerra Russo-Ucraina: si parla tanto di “120 miliardi buttati via”, ma in realtà gran parte di quei soldi non sono mai usciti dall’economia americana. Vediamo perché:

1. Gli aiuti all’Ucraina sono per lo più in armamenti obsoleti

  • Molti dei sistemi d’arma inviati erano già destinati alla dismissione.
  • Invece di pagare per smaltirli (cosa costosa), gli USA li hanno inviati all’Ucraina, risparmiando milioni in costi logistici e di demolizione.
  • Esempi:
    • I carri armati Abrams M1A1 inviati sono modelli vecchi di 30 anni, non i moderni M1A2 SEP v4.
    • I veicoli da combattimento Bradley sono di vecchie versioni.
    • I Patriot e i NASAMS sono sistemi datati, già in via di sostituzione.
    • Gli HIMARS sono armi moderne, ma i razzi forniti sono quelli di vecchia generazione.

2. Gli aiuti sono un affare per l’industria bellica USA

  • Il denaro stanziato non va direttamente all’Ucraina, ma alle aziende americane che producono nuove armi per rimpiazzare quelle donate.
  • Risultato? Le aziende americane fanno affari d’oro, i posti di lavoro nel settore aumentano e l’economia militare USA ne beneficia.
  • Esempi di aziende che hanno guadagnato enormemente grazie alla guerra:
    • Lockheed Martin (HIMARS, F-16)
    • Raytheon (Patriot, NASAMS, missili vari)
    • Northrop Grumman (munizioni, droni)
    • General Dynamics (carri armati, veicoli blindati)

3. I soldi restano in casa

  • Solo una piccola parte degli aiuti economico inviati dagli Stati Uniti è consistita in denaro liquido per Kiev, utilizzato soprattutto per far funzionare la macchina amministrativa dello stato ucraino e pagare i dipendenti pubblici.
  • La maggior parte sono crediti per l’acquisto di armi esclusivamente da aziende USA.
  • Tradotto: è più un investimento nell’industria americana che un “regalo” all’Ucraina.

4. Geopoliticamente, è un affare per gli USA

  • Con un investimento di qualcosa più di 120 miliardi e non i 500 miliardi pretesi da Trump, gli USA hanno:
    1. Indebolito la Russia senza dover mandare un solo soldato americano.
    2. Testato i propri armamenti sul campo e capito come migliorare le nuove generazioni di armi.
    3. Rivitalizzato l’industria bellica interna con nuovi ordini per armi moderne.
    4. Rafforzato il controllo sulla NATO, che ora è più dipendente dagli USA che mai.

5. L’argomento “basta soldi all’Ucraina” non regge del tutto

  • Se gli USA smettono di sostenere l’Ucraina, non è che risparmiano quei soldi, semplicemente non avranno più i benefici sopra elencati.
  • Il budget della difesa americana è di oltre 800 miliardi all’anno, i soldi per Kiev sono una goccia nel mare.

Conclusione: la guerra è anche business

Gli aiuti all’Ucraina non sono un regalo di beneficenza, ma una manovra ben calcolata per:

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  1. Sostituire armi obsolete con nuove tecnologie.
  2. Far lavorare l’industria militare USA.
  3. Indebolire un avversario strategico (Russia) a costi bassissimi rispetto a un intervento diretto.
  4. Rafforzare la posizione degli USA in Europa e nella NATO.

Quindi, l’idea che “stiamo buttando via miliardi” è in parte propaganda: i soldi restano per lo più in casa e alimentano l’economia americana. Ecco perché, nonostante la retorica, molti politici americani continuano a sostenere gli aiuti a Kiev: perché fanno comodo agli USA, non solo all’Ucraina.

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