I nostri primi antenati umani, vagando tra i paesaggi aridi della Giordania meridionale, non erano semplici raccoglitori, ma abili artigiani che selezionavano con cura le materie prime per costruire i loro strumenti.
L’idea che l’uomo primitivo scegliesse le pietre in modo casuale è stata superata da tempo. Studi recenti hanno rivelato una sorprendente sofisticatezza nella scelta dei materiali come la selce, svelando una complessità cognitiva che va ben oltre quanto precedentemente immaginato.
I nostri antenati, ingegneri della selce: una scelta non casuale
Gli archeologi hanno scoperto che i nostri antenati non si limitavano ad afferrare la prima pietra venuta a tiro. Al contrario, mostravano una preferenza marcata per determinati tipi di roccia, in particolare la selce. Questa scelta non era dettata da un capriccio, ma da una profonda comprensione delle proprietà del materiale. La selce, con la sua struttura cristallina e la sua capacità di fratturarsi in schegge affilate, si rivelava la materia prima ideale per la realizzazione di utensili taglienti.
Cosa rendeva la selce così attraente? Gli studiosi hanno ipotizzato che i nostri antenati cercassero esemplari traslucidi e lisci. La traslucenza era un indicatore della qualità della pietra, suggerendo una minore presenza di impurità e una maggiore facilità di lavorazione. La levigatezza, d’altro canto, facilitava la presa e migliorava l’efficacia degli utensili. Questa capacità di selezionare le materie prime più adatte implica un livello di conoscenza e di ragionamento sorprendentemente elevato per gli standard dell’epoca. I nostri antenati dovevano essere in grado di riconoscere le caratteristiche visive e tattili della selce, di correlarle alle proprietà funzionali del materiale e di prendere decisioni consapevoli sulla base di queste conoscenze.
Questa scoperta ha profonde implicazioni per la nostra comprensione dell’evoluzione umana. Essa suggerisce che le capacità cognitive dei primi ominidi erano molto più sofisticate di quanto si pensasse in precedenza. La selezione della selce non è solo un esempio di abilità tecnica, ma anche di una forma di pensiero simbolico, in quanto implica la capacità di associare determinate proprietà visive a funzioni specifiche.
Lo studio
Questa antica sapienza, tramandata di generazione in generazione, ha plasmato la nostra specie. La capacità di riconoscere le qualità dei materiali e di utilizzarli in modo creativo è una caratteristica distintiva dell’essere umano, che si manifesta ancora oggi nella nostra capacità di progettare e costruire strumenti sempre più sofisticati.
Per indagare più a fondo sulle preferenze dei nostri antenati, i ricercatori hanno utilizzato strumenti scientifici moderni. In particolare, sono stati impiegati il martello Schmidt e il dispositivo di durezza Rockwell.
Il martello Schmidt misura la resistenza alla penetrazione di un materiale. Funziona colpendo la superficie con una punta di diamante e misurando la distanza di rimbalzo. Un rimbalzo maggiore indica una roccia più dura e resistente. Il dispositivo di durezza Rockwell invece misura la durezza di un materiale indentando la sua superficie con una punta di diamante. La profondità dell’indentazione è direttamente proporzionale alla durezza del materiale.
Applicando questi strumenti a campioni di selce provenienti da antichi siti archeologici, gli scienziati sono stati in grado di confermare le ipotesi iniziali. Le pietre selezionate dai nostri antenati presentavano infatti valori di durezza e resistenza superiori alla media, confermando la loro capacità di scegliere i materiali più adatti per la realizzazione degli utensili.
“Questa selezione intenzionale della materia prima litica potrebbe essere stata una componente importante della produzione di utensili in pietra“, ha affermato Eiki Suga, archeologo e autore della ricerca: “Ciò potrebbe mostrare qualche aspetto di comportamento tecnologico flessibile adattato alla situazione”.
“Se vogliamo sapere cosa è successo che ha permesso all’Homo sapiens di prosperare, dobbiamo studiare i resti culturali, come gli utensili in selce, rinvenuti nei siti archeologici“, ha aggiunto: “Questo tipo di utilizzo delle risorse è un documento importante per chiarire l’evoluzione del comportamento tecnologico umano, l’adattamento ambientale e il processo di crescita della popolazione in quel periodo”.
Conclusioni
Le scelte compiute dagli uomini del Paleolitico nella selezione dei materiali rivelano un livello di ingegnosità e adattabilità che è stato un tratto distintivo della nostra specie. Man mano che continuiamo a esplorare e a scoprire di più sui nostri antenati, ogni scoperta aggiunge un nuovo tassello al puzzle dell’evoluzione umana.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Paleolithic Archaeology.