La piccola bolla della Via Lattea in cui risiede il Sistema Solare è, cosa abbastanza interessante, esattamente questo. La nostra stella risiede in un compartimento insolitamente caldo e a bassa densità nelle gonne della galassia, noto come Local Hot Pocket (LHB).
Poiché apparentemente si tratta di un’anomalia, gli scienziati vogliono sapere perché questa regione esiste.
I nuovi dati sulla forma e il calore della bolla supportano una precedente interpretazione secondo cui l’LHB è stato scavato dall’esplosione di supernovae che hanno espanso e riscaldato la struttura, mentre il tunnel suggerisce che potrebbe essere collegato a un’altra bolla a bassa densità nelle vicinanze.
Caratterizzare qualcosa in cui ci si trova fisicamente è molto più facile a dirsi che a farsi. Immagina un pesce (se un pesce avesse un’intelligenza simile a quella umana) che cerca di descrivere la forma del suo acquario senza muoversi dal centro. È complicato, ma con gli strumenti giusti diventa più facile.
Sappiamo, grazie a precedenti ricerche, che l’LHB è probabilmente il prodotto di una serie esplosioni di supernova avvenute circa 14,4 milioni di anni fa. La posizione del Sistema Solare al centro della bolla è solo una divertente coincidenza cosmica. Ma la forma dell’LHB è rimasta poco definita, una specie di configurazione a forma di nocca paffuta e grumosa.
Un grande vantaggio di eROSITA è la sua posizione. Ciuffi dell’atmosfera del nostro pianeta raggiungono una distanza sorprendente nello spazio, con un grande alone di idrogeno noto come geocorona che si estende fino a 100 raggi terrestri, ovvero oltre 600.000 chilometri dalla superficie. Quando le particelle che soffiano dal Sole interagiscono con la geocorona, creano un bagliore diffuso di raggi X molto simile al bagliore dell’LHB.
eROSITA è a bordo di un osservatorio spaziale posizionato a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Situato in una posizione gravitazionalmente stabile creata dall’attrazione della Terra e del Sole, l’osservatorio a raggi X è il primo del suo genere a osservare il cielo a raggi X completamente al di fuori della nostra geocorona luminosa.
Il gradiente di temperatura asimmetrico misurato dai ricercatori è coerente con la teoria delle supernove per la creazione della bolla, rendendo più probabile la teoria che siano avvenute diverse esplosioni di stelle nelle nostre vicinanze fino a pochi milioni di anni fa.
La nuova mappa ha anche rifinito la forma nota dell’LHB, consentendo di costruire un modello in tre dimensioni. Il risultato assomiglia ai flussi in uscita di quella che è nota come nebulosa bipolare, anche se un po’ più appuntita e irregolare. È stata anche trovata una sorpresa nascosta.
Non sappiamo ancora a cosa si collega il tunnel. Ci sono diversi oggetti nella direzione in cui si dirama, tra cui la nebulosa Gum, un’altra bolla vicina e diverse nubi molecolari.