Il nostro piccolo pezzettino di Universo è contenuto in un vasto guscio di materia oscura. Anche se lo spazio tra le poche stelle isolate sparse in questa sfera in gran parte invisibile sembra vuoto, là fuori, nelle zone più remote della Via Lattea, succedono molte cose.
Studiando il gas caldo che brilla nello spazio circumgalattico, gli astrofisici hanno trovato prove dell’esistenza di enormi campi magnetici che si snodano attraverso e attorno all’alone di materia oscura della nostra galassia.
“I nostri risultati dimostrano che le creste magnetiche da noi osservate non sono semplici strutture casuali, ma sono strettamente correlate alle regioni di formazione stellare nella nostra galassia.”
Quando furono scoperte le bolle, gli scienziati pensarono che ci fossero due principali contendenti per individuarne la fonte.
La seconda spiegazione era l’attività di starburst. La galassia è piuttosto tranquilla ora, ma potrebbe aver subito un periodo di intensa formazione stellare. Anche questo potrebbe aver prodotto abbastanza calore ed energia per creare le bolle eROSITA che si espandono nell’alone galattico.
La luce, quando viaggia attraverso un campo magnetico, si orienta secondo la direzione del campo magnetico in quella che viene definita polarizzazione. Possiamo esaminare la luce raccolta dai nostri telescopi per vedere non solo la prova della sua polarizzazione, ma anche la direzione del campo magnetico che l’ha prodotta.
Quando i ricercatori hanno studiato la polarizzazione dell’ampio spettro di luce emesso dalle bolle eROSITA, hanno trovato enormi e lunghi filamenti di magnetizzazione. Se potessimo vedere questi filamenti con i nostri occhi, si estenderebbero nel cielo fino a 150 volte più a lungo della larghezza di una Luna piena, affermano i ricercatori.
“È ormai noto che una piccola frazione di galassie ‘attive’ può generare deflussi di materia alimentati dall’accrescimento su buchi neri supermassicci o da intensi eventi di formazione stellare, che influenzano profondamente la galassia ospite. Si pensa che tali deflussi siano elementi fondamentali nella regolazione della crescita delle galassie e dei buchi neri al loro centro“, spiega l’astrofisico Gabriele Ponti dell’INAF.
Non è una certezza, ovviamente; ci vorranno molte più analisi per giungere a una determinazione solida sulla fonte delle bolle. I risultati del team sono coerenti con le simulazioni recenti, ma saranno necessarie simulazioni più dettagliate per determinare se la formazione stellare può produrre i tipi di deflussi che osserviamo nelle bolle eROSITA.
“Lo studio apre nuove frontiere nella nostra comprensione dell’alone galattico“, afferma Zhang, “e contribuirà ad approfondire la nostra conoscenza del complesso e dinamico ecosistema di formazione stellare della Via Lattea“.
La ricerca è stata pubblicata su Nature Astronomy.