Nella galassia, nel nucleo del sistema stellare si è risvegliato un gigantesco buco nero 1 milione di volte più massiccio del Sole. Decenni di osservazioni non hanno trovato nulla di straordinario nella lontana galassia nella costellazione della Vergine, ma le cose sono cambiate alla fine del 2019, quando gli astronomi hanno notato un significativo aumento della sua luminosità che persiste ancora oggi.
Il risveglio del buco nero
I ricercatori credono di essere testimoni di cambiamenti mai visti prima, con il buco nero al centro della galassia che mette in scena uno spettacolo di luci cosmiche mentre grandi quantità di materiale cadono al suo interno.
“Abbiamo scoperto questa sorgente nel momento in cui ha iniziato a mostrare queste variazioni di luminosità“, ha affermato la Dottoressa Paula Sánchez-Sáez, astronoma presso la sede dell’Osservatorio europeo meridionale a Garching, in Germania: “È la prima volta che lo vediamo in tempo reale”.
La galassia, che ha il nome in codice SDSS1335+0728 e si trova a 300 milioni di anni luce di è stata segnalata agli astronomi nel dicembre 2019 quando un osservatorio in California chiamato Zwicky Transient Facility ha registrato un improvviso aumento della sua luminosità.
Lo studio
L’allarme ha provocato numerose nuove osservazioni e diversi controlli delle misurazioni archiviate dai telescopi terrestri e spaziali per comprendere meglio la galassia e il suo comportamento passato.
Gli scienziati hanno scoperto che la luminosità della galassia è recentemente raddoppiata nella lunghezza d’onda del medio infrarosso, è diventata quattro volte più luminosa nell’ultravioletto e almeno 10 volte più luminosa nella gamma dei raggi X.
Quello che ha innescato l’improvviso splendore non è chiaro, ma nello studio pubblicato su Astronomy and Astrophysics, i ricercatori hanno affermato che la spiegazione più probabile è la creazione di un “nucleo galattico attivo” in cui un vasto buco nero al centro di una galassia ha iniziato a consumare attivamente il materiale attorno ad esso.
I nuclei galattici attivi emettono un ampio spettro di luce mentre il gas attorno al buco nero si riscalda e si illumina, e le particelle di polvere circostanti assorbono alcune lunghezze d’onda e ne irradiano altre.
Non è però l’unica possibilità. Il team non ha escluso una forma esotica di “evento di perturbazione mareale”, una frase molto sobria per descrivere una stella che viene fatta a pezzi dopo essersi avvicinata troppo a un buco nero.
Conclusioni
Gli eventi di perturbazione delle maree tendono ad essere brevi, illuminando una galassia per non più di poche centinaia di giorni, ma sono necessarie più misurazioni per escludere il processo: “Con i dati di cui disponiamo al momento, è impossibile distinguere quale di questi scenari sia reale”, ha concluso Sánchez-Sáez: “Dobbiamo continuare a monitorare la fonte”.