Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) mentre cercava segni di acqua e ghiaccio su Marte, ha catturato le immagini di un antico fiume che un tempo è esistito sul pianeta rosso.
Mars Reconnaissance Orbiter cattura sulla superfice marziana le immagini di un antico fiume
Fotografate sopra un antico sistema fluviale nella regione dell’Aeolis Planum, le incredibili immagini danno l’idea di una superficie marziana molto diversa da quella odierna.
L’MRO vola tipicamente ad un’altitudine compresa tra circa 250 a 316 chilometri sopra la superficie del pianeta, consentendogli di catturare dettagli complessi.
Le immagini mostrano creste fluviali che indicano la posizione in cui sfociava un antico fiume nel lontano passato di Marte: “I letti dei fiumi spesso si riempiono di ghiaia e il terreno circostante è spesso costituito da fango a grana fine derivante dagli straripamenti. Il fondo ghiaioso del fiume e l’ambiente circostante a grana fine possono portare a uno strano fenomeno che i geologi chiamano canali invertiti”, ha spiegato l’agenzia spaziale.
“Dopo che il fiume scompare, l’ambiente circostante a grana fine può essere facilmente eroso lasciando il suo letto ghiaioso come un crinale elevato. L’angolo con cui le creste si uniscono indica che questo antico scorreva da in alto a destra a in basso a sinistra”.
L’immagine è stata catturata dalla fotocamera High-Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE) su MRO ed è stata catalogata dalla NASA il 31 gennaio 2024. L’MRO è un veicolo spaziale progettato per cercare l’esistenza di acqua su Marte e fornire supporto per le missioni su Marte, come parte del Mars Exploration Program della NASA.
Anche Marte un tempo è stato caratterizzato dallo scorre di più di un antico fiume
Sappiamo che un tempo Marte aveva fiumi e torrenti che scorrevano sulla sua superficie. Sia i veicoli spaziali in orbita che i rover a terra hanno fornito questa prova. Il 23 ottobre 2023, i ricercatori della Pennsylvania State University (Penn State) hanno annunciato che su Marte ci sono ancora più fiumi di quanto gli scienziati pensassero in precedenza.
Le loro nuove scoperte si basano sui dati del rover Curiosity nel cratere Gale. È interessante notare che molti dei fiumi che hanno creato queste antiche morfologie erosive si trovavano nei crateri.
Le informazioni raccolte da Curiosity hanno testimoniato che oltre all’antico fiume rintracciato a fine gennaio del 2024, altri canali fluviali erano più comuni di quanto pensassero gli scienziati. In effetti, probabilmente erano situati in tutto il pianeta. Benjamin Cardenas, assistente Professore di geoscienze alla Penn State e autore principale dell’articolo, ha dichiarato :
“Fino ad ora, gli antichi resti dei fiumi su Marte erano abbastanza facili da identificare. I veicoli spaziali in orbita hanno identificato molti vecchi letti di fiumi dove un tempo l’acqua scorreva attraverso il paesaggio, a volte provocando massicce inondazioni“.
Gli scienziati hanno anche identificato gli ex fiumi su Marte grazie a caratteristiche erosive chiamate creste fluviali, le stesse che hanno permesso fi identificare l’antico fiume catturato dall’MRO.
Le dorsali fluviali si trovano dove i depositi delle pianure alluvionali circondano i depositi fluviali accumulati. I depositi nei canali precedentemente pieni d’acqua sono diventati gradualmente più alti del terreno circostante.
Antichi depositi fluviali esistono su Marte e possono essere identificati nei dati satellitari da morfologie erosive chiamate creste fluviali. Le dorsali fluviali assumono la forma di antichi depositi fluviali e sono utili per comprendere la storia dell’acqua su Marte.
Il rover Curiosity presso il cratere Gale, su Marte, ha osservato depositi fluviali che non sono associati a dorsali fluviali, ma piuttosto a morfologie simili a banchi che non sono generalmente associati ad un antico fiume del pianeta rosso.
Cardenas ha aggiunto: “Abbiamo tutto da imparare su Marte comprendendo meglio come questi depositi fluviali possano essere interpretati a livello stratigrafico, pensando alle rocce oggi come strati di sedimenti depositati nel tempo. Questa analisi non è un’istantanea, ma una registrazione del cambiamento. Ciò che vediamo oggi su Marte sono i resti di una storia geologica attiva, non un paesaggio congelato nel tempo”.