Un piano per riciclare i rottami spaziali ed utilizzarli sulla Luna

Perché abbandonare nello spazio o far bruciare in atmosfera tonnellate di materiali riciclabili che potrebbero essere utili per gli insediamenti lunari?

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Cosa si può fare con le migliaia di satelliti morti, parti di missili e frammenti vari di spazzatura spaziale in orbita attorno alla Terra? Finora, quando si è potuto li si è fatti bruciare in atmosfera, se abbastanza piccoli, o fatti sprofondare nell’oceano Indiano quando troppo grossi per consumarsi completamente con il rientro in atmosfera ma ora sono allo studio una serie di iniziative commerciali per liberarsene. Qualcuno ha anche proposto di… Riciclarli utilizzando il metallo ed altri componenti recuperabili sotto forma di materiale da costruzione … Per la Luna.

Per una tale finalità sembrerebbe che potrebbe avere un ruolo importante Blue Moon il grande lander lunare in fase di sviluppo di Blue Origin. “Blue Moon si inserirebbe perfettamente nel mio piano,” ha dichiarato Keith Volkert, CEO di Satellite Consulting Inc., con sede in California, la settimana scorsa alla conferenza di Amazon, MARS, tenutasi a Las Vegas.

Il fatto che Volkert abbia presentato il suo piano di riciclaggio satellitare non significa che Bezos appoggi l’idea ma Volkert ha certamente attirato l’attenzione.

Il piano di Volkert inizia con la considerazione che ci sono più di 3.000 satelliti non funzionanti alla deriva in orbita terrestre, mescolati con altri 1.950 satelliti attualmente attivi. Alcuni di questi satelliti morti sono abbastanza piccoli, ma altri sono grandi come furgoni e pesano diverse tonnellate.

Gli obiettivi principali del piano di Volkert sono i grandi satelliti morti che orbitano ad oltre 30 mila chilometri sopra le nostre teste.

Secondo Volkert, il costo di circa 20 miliardi di dollari per recuperare il materiale in orbita sarebbe significativamente inferiore al costo di lancio di altrettanto materiale dalla Terra.

Volkert propone una strategia in quattro parti per il recupero del materiale spaziale: raccoglierlo, parcheggiarlo, smontarlo e catalogarlo.

Quando si tratta di recuperare satelliti morti, Volkert presume che le imprese spaziali commerciali utilizzeranno i tipi di rimorchiatori spaziali che sono stati concepiti per trasportare carichi utili sulla Luna e altre destinazioni oltre l’orbita terrestre. La NASA e le imprese commerciali stanno già studiando lo sviluppo di sistemi di propulsione elettrica solare per tali rimorchiatori.

Quando avremo un po’ di rimorchiatori spaziali, tutta questa idea è fattibile“, ha detto Volkert. Il sistema di trasporto potrebbe funzionare come una specie di  “Uber dello spazio” per prelevare l’hardware dall’orbita terrestre e parcheggiarlo in ‘orbita lunare. “A quel punto, una volta catalogati, possono restare parcheggiati in orbita lunare fino al momento del bisogno“, ha spiegato.

Lo smantellamento del satellite verrebbe gestito dai soccorritori, operando da avamposti orbitanti intorno alla Luna dotati di attrezzature robotiche e di sistemi di hangar o ormeggi. Ogni satellite potrebbe essere suddiviso nei suoi componenti, che vanno da grandi pannelli solari e antenne a componenti elettronici leggeri ma di alto valore.

Catalogare le merci potrebbe essere una delle parti più difficili del lavoro. Le imprese di riciclaggio spaziale dovrebbero tenere registri di tutto l’hardware che hanno a disposizione e ci dovrebbero essere “codici a barre per tutto“, ha detto Volkert.

Keith Volkert
Keith Volkert è CEO di Satellite Consulting Inc. (Via Google+ / Radaris)

L’inventario includerebbe i pannelli solari per la produzione di energia, le batterie per l’immagazzinamento dell’energia, i serbatoi e l’impianto idraulico per la conservazione di liquidi e gas, chilometri di cavi in ​​rame e tonnellate di metallo.

Il lander di Blue Origin avrebbe le giuste dimensioni per trasportare le merci sulla superficie lunare quando è necessarie. Il lander Blue Moon è progettato per trasportare fino a 6,5 ​​tonnellate di carico utile.

Volkert ha notato che alcuni pianificatori di missioni hanno proposto di estrarre metalli dal suolo lunare, da utilizzare come materiali da costruzione. “Un’idea migliore è quella di utilizzare i metalli che abbiamo appena catturato e utilizzare quelli“, ha detto.

Anche le piccole parti dei satelliti potrebbero essere riciclate. “Facendolo, non avremo bisogno di spedire elementi [dalla Terra] alla Luna per molto, molto tempo“.

Volkert si aspetta che recupero e riciclaggio fatti con la massima efficienza diventino una caratteristica chiave degli insediamenti lunari. “Non ci saranno mai discariche sulla luna“, ha detto.

Ma ha riconosciuto che deve ancora riempire alcuni degli spazi vuoti nel suo piano. Ad esempio, dovrebbero esserci accordi internazionali sulla condotta delle operazioni di salvataggio spaziale e una chiara delineazione dei diritti di proprietà privata per l’hardware recuperabile. Le domande su tali questioni sono state oggetto di dibattito per oltre mezzo secolo. Ora si stanno rapidamente spostando dal regno puramente teorico al mondo reale.

La mia speranza è che potremo davvero affrontare questa questione su base internazionale“, ha detto Volkert. “Possiamo iniziare la discussione. Poi ci saranno dei recuperi nello spazio, credo“.