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El Hierro, l’isola delle Canarie con l’anima sostenibile

Spiagge paradisiache e clima ideale. Non è un sogno, ma El Hierro

(Adnkronos) – Spiagge paradisiache e clima ideale. Non è un sogno, ma El Hierro. Si tratta di un’isola situata nell’arcipelago delle Canarie, in pieno Oceano Atlantico. Un simbolo di turismo lento, El Hierro è una piccola gemma di fronte le coste africane e vanta un piano di sostenibilità e autosufficienza energetica invidiabile.

La salvaguardia dell’ecosistema naturale è la principale bellezza di questa piccola isola che, quasi incontaminata, dimostra essere un esempio in tutto il mondo.  Da eco-rifugi ad alloggi rurali, il turismo sull’isola vive di piccole realtà abitative e alloggi che non avranno i comfort di un albergo di lusso, ma rispettano a 360 gradi la natura circostante.

Per questi motivi e per la sua capacità di rispettare la flora e la fauna del posto, El Hierro è divenuta una riserva della biosfera dell’Unesco e mira a conservare la sua biodiversità tra il verde dei boschi e l’acqua cristallina.

Una delle specialità che la rendono così famosa è il raro corallo nero che risale alle eruzioni vulcaniche del 2011, insieme a spugne e anemoni. I principali animali che si possono incontrare sono i pappagalli, gli squali angeli, e le razze che attirano da tutto il mondo appassionati di turismo subacqueo.

El Hierro, essendo alquanto isolata dal continente, è la casa di molte specie uniche, una per tutte la lucertola gigante di El Hierro (Gallotia simonyi), una delle due sottospecie di quest’ultima, la lucertola gigante di Roque Chico De Salmor (Gallotia simonyi simonyi) è ormai estinta.

Il Hierro è un’isola molto piccola e anche molto giovane. Fu esplorata dal re Giuba II di Mauretania, come riportato da Plinio il Vecchio. Prima della conquista degli spagnoli di Jean de Béthencourt l’isola era abitata dal popolo dei Binbache, che vivevano in caverne o in piccole capanne di pietra. Juan Bethencourt decise di conquistare l’isola pacificamente: usò come interprete il fratello del re dell’isola che era stato catturato negli anni precedenti, e disse al re dell’isola Armiche che volevano solo coltivare e cacciare in quell’isola e che avrebbero dato loro degli schiavi. Armiche accettò e così gli spagnoli presero il controllo dell’isola.

Tra i punti di immersioni spicca Mar de las Calmas, una delle tre riserve marine delle Isole Canarie. Qui sarà possibile, inoltre, vivere immersi nelle charcos, calette naturali più riparate rispetto alle coste aperte sull’oceano, ma meno strutturate e artificiali rispetto alle piscine.

Piscine che, in molti punti di accoglienza ai turisti, sono spesso realizzate con acqua naturale.  L’isola El Hierro vanta, inoltre, un record mondiale. Dal 2014, infatti, è riuscita a raggiungere l’autosufficienza energetica con un sistema misto di generazione di elettricità.

Si tratta di un sistema composto e basato da energia eolica e idroelettrica. Un motore verde, in sintesi, che nella centrale idroeolica di Gorona del Viento, vede la sua massima realizzazione evitando così l’emissione di 18 mila tonnellate di Co2 all’anno.

La sostenibilità è chiaramente richiesta anche ai turisti. La politica zero rifiuti e il piano di mobilità basato sull’impiego di veicoli elettrici o a piedi, dimostrando che un turismo lento è possibile e richiesto in tutte le principali città e posti di villeggiatura nel mondo.

In altre parole, un’oasi da scegliere come meta estiva per il 2024.

—sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Il nome dell’isola deriva dal toponimo in lingua guanci Hero (o Esero), che fu trascritto “a suono” in spagnolo “Hierro”, e da questo tradotto “a senso” nell’italiano “Ferro”, nome con cui l’isola è stata conosciuta internazionalmente finché vi passava il meridiano fondamentale, detto appunto Meridiano di Ferro.

Plinio il Vecchio, riportando come fonte Giuba II, nominò nelle sue opere una serie di isole oggi appartenenti alle Canarie, e alcuni pensano che quella che lui chiama Capraria sia oggi El Hierro.

Gli antichi nativi dell’isola, una popolazione guanci chiamata Bimbaches, fu conquistata da Jean de Béthencourt nel 1402, più con trattative e negoziati che con azioni militari. Béthencourt, infatti, aveva dalla sua come negoziatore un certo Augeron, fratello del re dell’isola, catturato anni prima dagli spagnoli. In cambio del controllo dell’isola, Béthencourt promise di salvaguardare la libertà dei nativi, ma egli ruppe la sua promessa, vendendo molti Bimbaches come schiavi.

In seguito molti francesi e galiziani si stabilirono ad El Hierro, continuando ad uccidere e a deportare i nativi, fino a che, dopo un’ultima, fallita, rivolta contro il governatore Lázaro Vizcaíno, i bimbaches, come tutta la popolazione guanci, venne completamente sterminata.

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