La Domus Aurea, il grande palazzo, costruito dall’imperatore romano Nerone quasi 2000 anni fa, celava un segreto. Mentre lavoravano ai restauri, gli archeologi hanno trovato una camera segreta, una grande stanza sotterranea, decorata con affreschi che raffigurano sia creature reali che mitiche.
La stanza della Sfinge è stata scoperta per caso, durante il restauro del palazzo. La Domus Aurea o “Casa d’oro” fu costruita dopo il grande incendio di Roma, che devastò la città nel corso di nove giorni nel 64 d.C., era un sontuoso edificio, composto da 300 camere, che si estendevano attraverso il Palatino, l’Esquilino, colle Oppio e le Colline Celtiche, coprendo fino a oltre 300 acri .
Nerone non fu molto amato nella sua vita, era crudele e tirannico con quelli che lo circondavano. Viveva in modo stravagante e il suo palazzo ostentava il suo stile di vita, divenendo poi qualcosa di imbarazzante per i suoi successori, dopo la morte di Nerone che si fece aiutare a provocare egli stesso, durante la ribellione del popolo romano avvenuta nel 68 d.C.
I suoi successori fecero importanti modifiche alla struttura per cancellare qualsiasi traccia della Domus Aurea. Vi furono costruiti sopra altri edifici, tra queste strutture posticce c’è anche il Colosseo, mentre altre sezioni furono riempite di macerie. Lo scavo e il restauro, è stato un progetto, ancora in corso, del Parco archeologico del Colosseo e la zona del Palatino è stata appena aperta al pubblico per la prima volta quest’anno. Gli archeologi, durante i lavori, in una stanza adiacente nella parte che si trova sul colle Oppio, hanno rinvenuto la stanza della sfinge.
Gli archeologi avevano appena montato le impalcature e acceso le luci di cui avevano bisogno per lavorare quando, illuminando un’apertura nell’angolo della stanza, “appariva l’intera volta a botte di un ambiente completamente affrescato”, secondo una dichiarazione del Parco archeologico del Colosseo.
Gran parte della stanza è ancora piena di detriti che copre parti delle pareti e molto probabilmente sezioni di affreschi. Tuttavia, non ci sono piani per scavare in questo momento, dato che rimuovere le macerie potrebbe creare una destabilizzazione dell’intero complesso. Ma, anche sotto le macerie, la stanza è un’istantanea preziosa dei giorni di uno dei governanti più odiati di Roma.
“Nel buio per quasi venti secoli”, ha detto il direttore del Parco Alfonsina Russo, “la stanza della Sfinge ci racconta l’atmosfera degli anni del principato di Nerone“.
La Domus Aurea (“Casa d’oro” in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo) era la villa urbana costruita dall’imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C..
La distruzione di buona parte del centro urbano permise al princeps di espropriare un’area complessiva di circa 80 ettari e costruirvi un palazzo che si estendeva tra il Palatino, l’Esquilino e il Celio.
La villa, probabilmente mai portata a termine, fu distrutta dopo la morte di Nerone a seguito della restituzione al popolo romano del terreno su cui sorgeva. La parte superstite della Domus Aurea, occultata dalle successive terme di Traiano, come tutto il centro storico di Roma, le zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’umanità dall’UNESCO nel 1980.
Il Carandini aggiunge che si trattava non di una sola grande residenza, ma di un insieme di edifici e spazi verdi, che in seguito ispirarono la grande villa Adriana alla periferia di Tivoli.