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La sonda Lucy si avvicina all’asteroide Dinkinesh

La navicella spaziale Lucy della Nasa approccerà l'asteroide Dinkinesh il prossimo 3 settembre 2023

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Da quando la sonda spaziale Lucy della NASA ha ripreso per la prima volta l’asteroide Dinkinesh il 3 settembre 2023, Lucy ha percorso oltre 54 milioni di km e ora si trova a 7,6 milioni di km di distanza dal piccolo asteroide. Tuttavia, poiché Dinkinesh continua la sua orbita attorno al Sole, Lucy dovrà ancora percorrere quasi altri 25 milioni di chilometri per arrivare all’incontro con il corpo celeste il prossimo 1° novembre.

Nell’ultimo mese, il team della sonda ha osservato che la luminosità dell’asteroide bersaglio è variata mentre Lucy si avvicinava ad esso, una variazione coerente con il periodo di rotazione di 52,7 ore precedentemente osservato. Il team ha utilizzato le immagini raccolte dalla telecamera ad alta risoluzione della navicella, L’LORRI, per affinare la conoscenza delle posizioni relative della navicella e dell’asteroide, guidando otticamente Lucy verso l’incontro.


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Asteroide Dinkinesh: effettuata correzione di traiettoria

Come informa PHYS.ORG, utilizzando queste informazioni, il 29 settembre la navicella spaziale ha effettuato una piccola manovra di correzione della traiettoria, modificando la velocità della navicella di soli 6 cm/s (circa 0,1 mph). Si prevede che questa spinta invierà la navicella spaziale su un percorso che passerà entro 425 km dall’asteroide. A fine ottobre sarà possibile aggiustare ulteriormente la traiettoria, se necessario.

Il viaggio di Lucy

Il 6 ottobre, la navicella spaziale è passata dietro il Sole, come visto dalla Terra, dando inizio al previsto blackout delle comunicazioni. La navicella spaziale ha continuato ad acquisire immagini dell’asteroide e invierà queste immagini sulla Terra una volta che le comunicazioni riprenderanno dopo la fine del periodo di congiunzione solare a metà ottobre.

L’investigatore principale di Lucy, Hal Levison, ha sede a Boulder, Colorado, filiale del Southwest Research Institute, con sede a San Antonio, Texas. Il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, fornisce gestione complessiva della missione, ingegneria dei sistemi e garanzia della sicurezza e della missione. Lockheed Martin Space a Littleton, in Colorado, ha costruito la navicella spaziale. Lucy è la tredicesima missione del programma Discovery della NASA. Il Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville, in Alabama, gestisce il programma Discovery per la direzione della missione scientifica presso la sede della NASA a Washington.

Prosegue intanto la missione Psyche

Sempre sul tema asteroidi, il 13 ottobre ha segnato l’inizio ufficiale della missione Psyche, che prende il nome dalla sonda lanciata dalla NASA dal Kennedy Space Center in Florida e dall’asteroide che è l’obiettivo della missione. 19 Psyche è un corpo celeste di straordinaria importanza grazie alla sua composizione altamente ricca di metalli, principalmente nichel e ferro, rendendolo un obiettivo di grande valore per la missione spaziale.

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Quest’asteroide orbita attorno al sole ed è situato nella regione più esterna della fascia principale degli asteroidi. Per raggiungerlo, la sonda Psyche deve coprire una distanza teoricamente variabile, che oscilla tra meno di 300 milioni di chilometri e più di 600 milioni di chilometri, a seconda della velocità orbitale, che è diversa da quella terrestre. Tuttavia, è importante sottolineare che queste cifre sono indicative per una traiettoria orbitale standard. La NASA ha invece pianificato un percorso a spirale che comporta un viaggio notevolmente più lungo, pari a circa 3,6 miliardi di chilometri.

Una missione di quasi sei anni

Da Libero si legge come questa lunga traiettoria si traduce in una missione di quasi sei anni. Infatti, sarà necessario attendere fino alla fine di luglio 2029 per raggiungere l’asteroide. Tuttavia, a quel punto inizierà un nuovo conto alla rovescia, con un periodo di attesa di ben 24 mesi. Ad agosto 2029 prenderà il via la missione principale, che avrà una durata di due anni, come precedentemente menzionato.

Nel progetto è coinvolta anche SpaceX, la ben nota azienda spaziale di Elon Musk, che ha fornito il suo Falcon Heavy per il lancio della sonda. Una volta in orbita, la sonda sarà completamente autonoma. Essa si dispiegherà, aprendo i suoi pannelli solari che copriranno un’area quasi grande quanto un campo da tennis, al fine di convertire l’energia solare in elettricità. Questa energia verrà poi impiegata per alimentare quattro propulsori elettrici solari a effetto Hall.

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