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Gli antichi romani mangiavano una focaccia simile alla pizza

Gli archeologi a Pompei hanno scoperto un affresco di 2000 anni di un pasto mediterraneo che si pensi assomigli a una pizza

Gli archeologi a Pompei hanno scoperto un affresco di 2000 anni di un pasto mediterraneo che si pensi assomigli a una pizza.

La pizza come la conosciamo oggi, con pomodoro e mozzarella, è nata in Italia intorno al 1800, il pomodoro, infatti, è arrivato in Europa solo dopo la scoperta delle americhe; l’affresco romano mostra quella che, probabilmente, era una focaccia piatta, cibo che veniva comunemente consumato in città prima che fosse distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Il Parco Archeologico di Pompei ha svelato il piccolo affresco il 27 giugno. L’immagine è stata rinvenuta durante recenti scavi nella Regio IX, una sezione dell’antica città che conteneva un mix di case residenziali e strutture commerciali, come una lavanderia e un forno, così come i resti scheletrici di almeno tre persone.

Su sfondo nero, l’affresco rinvenuto comprende un bicchiere di vino pieno su un vassoio d’argento, datteri, melograni e una ghirlanda di bacche gialle accanto a un bastoncino blu avvolto da un nastro rosso. Tuttavia, i carboidrati a sinistra del vassoio hanno attirato maggiormente l’attenzione.

“Come non pensare alla pizza”, ha detto in una nota il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ricordando che si tratta di un alimento “nato come piatto ‘povero’ nel sud Italia, che ha ormai conquistato il mondo”.

Gli archeologi hanno trovato l'affresco della focaccia piatta durante i recenti scavi nella Regio IX, una sezione di Pompei che conteneva un mix di case residenziali e strutture commerciali.(Credito immagine: Parco Archeologico di Pompei)
Gli archeologi hanno trovato l’affresco della focaccia piatta durante i recenti scavi nella Regio IX, una sezione di Pompei che conteneva un mix di case residenziali e strutture commerciali.(Credito immagine: Parco Archeologico di Pompei)

I tratti distintivi della pizza, tuttavia, includono la mozzarella e la salsa di pomodoro, nessuna delle quali era disponibile per gli antichi romani che vivevano a Pompei, un’antica destinazione di vacanza. I pomodori non furono introdotti in Europa fino al XVI secolo, mentre la mozzarella fu probabilmente prodotta per la prima volta nell’XI secolo.

Ma i romani avevano qualcosa che chiamavano panis focacius, che significa “pane del focolare“, che consisteva in un impasto lievitato fatto con farina, olio d’oliva, acqua e sale, una ricetta base che è stata tramandata nei millenni come focaccia. Questo pasto si adatta al dipinto, che ha punti colorati che sembrano rappresentare una focaccia con spezie e condimenti come il pesto, secondo gli archeologi.

Guardando l’affresco emerso a Pompei, non può esserci dubbio che il panis focacius sia l’antenato della pizza.

La natura morta a Pompei è un genere di pittura chiamato xenia – un motivo che rappresenta doni di ospitalità – hanno detto gli archeologi. La collocazione di questo affresco nell’atrio di una casa potrebbe quindi riflettere il desiderio del padrone di casa di trattare bene gli ospiti. Circa 300 di questi affreschi sono stati ritrovati a Pompei e nelle città vicine.

Riferimenti al pane tipo focaccia si trovano anche nella letteratura latina, dove diversi autori romani descrivono verdure, frutta, aglio, erbe e formaggi come il pecorino romano spalmato su focacce come tipico pasto frugale.

Il semplice pasto reso con colori vivaci sul muro di una grande casa riflette un contrasto intrigante, poiché “ci ricorda una sfera che sta tra il pastorale e il sacro da un lato, e il lusso dei vassoi d’argento e la raffinatezza delle rappresentazioni artistiche e letterarie sul lato opposto”, ha affermato Zuchtriegel.

Tuttavia, sono in corso altri scavi presso la Regio IX, che coprono un’area di circa 3.200 metri quadrati.

“Pompei non finisce mai di stupire; è uno scrigno che svela sempre nuovi tesori” ha affermato il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. “Al di là della questione di cui parlano i ricercatori, va sottolineato il valore globale di questo sito, al quale stiamo dedicando la nostra attenzione, sia con la chiusura del Grande Progetto Pompei e con l’avvio di nuove iniziative. La conservazione e la valorizzazione del patrimonio, come previsto dall’articolo 9 della Costituzione, costituiscono una priorità assoluta”, ha concluso.

Fonte: Parco Archeologico di Pompei

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