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3I/ATLAS: l’immagine epocale di Perseverance da Marte

La NASA ha ufficialmente reso nota l'acquisizione di un'immagine dell'oggetto interstellare 3I/ATLAS da parte del rover Mars Perseverance. Lo scatto, effettuato dalla Navcam in data 4 ottobre 2025, alle 21:33:39 ora locale marziana, documenta la posizione dell'oggetto nel cielo marziano quando si trovava a una distanza approssimativa di 38 milioni di chilometri dal sito di ripresa, confermando l'importanza delle piattaforme di osservazione extrasolide

Il 4 ottobre 2025, alle 21:33:39 (ora solare media locale marziana), il rover Mars Perseverance della NASA ha catturato un’immagine dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS utilizzando la sua Right Navigation Camera (Navcam).

Al momento dello scatto, l’oggetto si trovava a una distanza di circa 38 milioni di chilometri da Marte. La NASA ha prontamente reso disponibile l’immagine online.

3I/ATLAS: l'immagine epocale di Perseverance da Marte

L’immagine enigmatica di 3I/ATLAS dal rover Perseverance su Marte

L’immagine ha mostrato 3I/ATLAS come una striscia allungata, approssimativamente quattro volte più lunga che larga. Questa forma inusuale ha immediatamente scatenato speculazioni sui social media, con alcuni che ipotizzavano una possibile natura cilindrica per l’oggetto interstellare. La deputata Anna Paulina Luna ha richiesto un’opinione su questa ripresa enigmatica.

La Navcam del rover Perseverance opera con una sensibilità alla luce visibile e possiede una risoluzione angolare di 0,33 milliradianti per pixel, equivalente a 68 secondi d’arco. A fronte della distanza di 3I/ATLAS da Marte, la risoluzione si traduce in una scala spaziale di circa 12.500 chilometri per pixel alla distanza dell’oggetto. È questa scala a definire la larghezza della striscia allungata nell’immagine.

Sulla base di tale scala, la lunghezza proiettata della striscia osservata nell’immagine Navcam risulta essere di circa 50.000 chilometri. I calcoli condotti dall’osservatorio spaziale SPHEREx hanno stabilito un limite superiore per il diametro di soli 46 chilometri, assumendo un’albedo del 4%. La striscia registrata dalla Navcam è mille volte più lunga di questo limite massimo.

Se fosse effettivamente un cilindro lungo 50.000 chilometri, avrebbe presentato una dimensione angolare di 23 secondi d’arco nell’immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble il 21 luglio 2025, quando l’oggetto si trovava a una distanza pari a tre volte la separazione Terra-Sole. Tuttavia, l’immagine effettiva di Hubble (anch’essa disponibile online) mostra come un oggetto più piccolo di almeno un ordine di grandezza rispetto a quanto predetto da un’ipotesi cilindrica così estesa.

La discordanza tra le dimensioni proiettate dalla striscia e i dati raccolti da altri osservatori suggerisce con forza che l’allungamento non rappresenta la forma reale dell’oggetto. È invece un artefatto generato da un lungo tempo di integrazione della Navcam, durante il quale 3I/ATLAS si è mosso nel cielo marziano, lasciando una traccia allungata (o streak) nell’immagine composita.

Dinamiche orbitali e velocità relativa

Marte orbita attorno al Sole a una velocità di 24 chilometri al secondo. Al contrario, l’oggetto interstellare viaggia su un’orbita retrograda, muovendosi in direzione opposta a Marte, a una velocità di circa 67 chilometri al secondo rispetto al Sole. Questa notevole differenza di velocità si traduce in un’alta velocità relativa rispetto al rover su Marte.

La velocità rispetto a Marte è il fattore determinante per la lunghezza del percorso apparente. Un percorso di circa 50.000 chilometri è coperto dall’oggetto per un tempo di integrazione totale di circa 10 minuti. In conclusione, la striscia visibile nell’immagine Navcam non può che derivare dalla sovrapposizione di centinaia di singole istantanee Navcam scattate in questo intervallo di 10 minuti.

In una singola istantanea (con un tempo di esposizione massimo di 3,28 secondi per la Navcam), 3I/ATLAS sarebbe apparso come una macchia circolare. In un singolo fotogramma, il movimento dell’oggetto avrebbe causato una sfocatura di soli 300 chilometri. Questo valore è appena il 3% della sfocatura molto più ampia di 12.500 chilometri associata alla limitata risoluzione angolare nativa della Navcam. L’accumulo di numerosi fotogrammi è stato essenziale per migliorare la luminosità apparente nell’immagine finale.

L’intera analisi si basa sull’assunto che le immagini della Navcam rappresentino effettivamente 3I/ATLAS, sebbene la NASA non l’abbia esplicitamente specificato. Se le immagini fossero il risultato di singole istantanee con un tempo di esposizione inferiore a 3,28 secondi, allora la luminosità e la lunghezza angolare della sorgente osservata implicherebbero che non si tratta di 3I/ATLAS. In tale scenario, la sorgente dovrebbe essere molto più vicina alla fotocamera, rendendola capace di produrre un’immagine allungata a dimensioni spaziali e velocità relative inferiori.

Nel caso in cui la sorgente sia confermata, si può figurare la striscia come una sequenza di istantanee sfocate e sovrapposte, concettualizzata come un “baccello di fagiolini”. Questo oggetto interstellare ha avuto un’esperienza simile a quella di una “star del cinema”, essendo stato fotografato da sette sonde orbitanti su Marte e da un rover terrestre mentre attraversava il cielo marziano.

La telecamera HiRISE e la risoluzione senza precedenti

La telecamera High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE), installata a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA, rappresenta lo strumento di imaging a più alta risoluzione attualmente in orbita marziana. La sua capacità di dettaglio è fondamentale per ottenere dati precisi sull’oggetto interstellare 3I/ATLAS. Il 3 ottobre 2025, la telecamera HiRISE ha acquisito un’immagine di 3I/ATLAS che offre una risoluzione angolare eccezionalmente elevata, traducibile in soli 30 chilometri per pixel alla distanza dell’oggetto.

Questa risoluzione spaziale, di gran lunga superiore a quella di qualsiasi altro strumento di bordo come la Navcam del rover Perseverance, è cruciale per ottenere il miglior vincolo disponibile fino ad oggi sull’area effettiva di 3I/ATLAS. L’analisi del pixel più luminoso all’interno dell’immagine HiRISE fornirà infatti la misura più accurata della sezione trasversale apparente dell’oggetto.

Misurando la luminosità e l’estensione angolare di questo pixel, gli scienziati potranno affinare le stime precedenti sul diametro massimo dell’oggetto, superando i limiti superiori calcolati da osservatori terrestri e spaziali come SPHEREx. Questo dato sarà fondamentale per determinare l’albedo (la frazione di luce riflessa).

Un pixel molto luminoso ma piccolo indicherebbe una dimensione fisica ridotta e, potenzialmente, un’albedo più alta, mentre un pixel più esteso (che copra i 30 km) fornirebbe un limite massimo al diametro con una maggiore certezza. In sostanza, HiRISE ci darà l’opportunità di distinguere tra un oggetto effettivamente piccolo e un’illusione ottica dovuta al motion blur o alla bassa risoluzione.

L’importanza dell’osservazione HiRISE ha generato una forte attesa nella comunità scientifica. La rapida pubblicazione delle immagini da parte del team HiRISE è desiderata per integrare e convalidare immediatamente le analisi preliminari, come quelle derivanti dall’immagine a striscia della Navcam. Questi dati ad alta risoluzione sono la chiave per risolvere definitivamente il dibattito sulla natura e le dimensioni di 3I/ATLAS e per confermare (o smentire) la causa dell’allungamento osservato come un semplice artefatto da lunga integrazione di esposizione.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale della NASA.

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