La Voyager 1, la navicella spaziale arrivata più distante dalla Terra, ha nuovamente dei problemi e gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory della NASA sono in grande difficoltà con gli sforzi per recuperarla.
Voyager 1, problema a uno dei computer
Non è la prima volta che la sonda Voyager 1 manifesta problemi con la sua tecnologia ma finora i tecnici della NASA sono sempre riusciti a rimettere in linea la lontanissima navicella; stavolta il problema riguarda il sistema dati di volo (FDS) della Voyager 1, uno dei suoi tre computer di bordo. L’FDS raccoglie dati dagli strumenti scientifici della Voyager e prende dati sullo stato e sulla salute generale del veicolo spaziale. Il sistema non comunica correttamente con l’unità di modulazione della telemetria, che infatti prende i dati raccolti dal sistema e li invia sulla Terra.
Guasti ripetuti negli ultimi anni
Come dicevamo, questo è solo l’ultimo di una serie di problemi di comunicazione con la vetusta Voyager 1, lanciata nel lontano 1977, poco dopo la navicella spaziale gemella Voyager 2. Nel maggio 2022, la sonda ha improvvisamente iniziato a inviare dati senza senso sul sistema di articolazione e controllo dell’assetto (AACS). Suzanne Dodd, attuale project manager per le missioni Voyager, ha descritto il problema tecnico come “normale in questa fase“.
Non bisogna mai dimenticare che la sonda Voyager 1, per quanto all’avanguardia quando fu lanciata, è dotata di una tecnologia risalente ormai a quasi cinquant’anni e i programmatori esperti dei linguaggi utilizzati per programmare i computer della Voyager1 ormai si contano sulla punta delle dita di una mano. Inoltre, le componenti hardware cominciano a sentire il peso di 50 anni trascorsi a viaggiare nello spazio. La stessa unità di potenza è ormai al lumicino e i tecnici del JPL sono già stati costretti a disabilitare diversi strumenti.
Anche il fatto che le comunicazioni, data la distanza, richiedono molte ore tra una trasmissione e l’altra influisce notevolmente sulle possibilità di intervento.
Nel 2022 si scoprì che i dati venivano trasmessi da un computer difettoso sulla navicella spaziale, rendendoli incomprensibili agli interpreti terrestri. Gli ingegneri hanno risolto il problema inviando la telemetria attraverso uno degli altri computer della navicella. Nei tre mesi trascorsi dall’insorgere del problema alla sua risoluzione, la Voyager 1 ha percorso 100.000.000 di miglia.
L’ultimo guasto
Nel dicembre 2023, la Voyager 1 iniziò di nuovo a inviare messaggi senza senso; stavolta l’unità di modulazione della telemetria cominciò a emettere un codice binario che sembrava suggerire che fosse bloccata. Ad oggi, il team della missione ritiene che il problema risieda davvero nell’FDS, da cui provengono effettivamente i dati. Il team di Voyager ha tentato di risolvere il problema riavviando l’FDS, ma l’operazione non è riuscita e il disguido persiste.
La Voyager 1 si trova ora a oltre 15,14 miliardi di miglia di distanza e continua ad allontanarsi da noi a poco più di 38.000 miglia all’ora. Sono passati due mesi e la questione rimane irrisolta.
“Possiamo parlare con la navicella spaziale e lei può sentirci, ma è un processo lento data l’incredibile distanza della navicella dalla Terra“, ha dichiarato su X, l’ex Twitter il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Ogni messaggio inviato a Voyager impiega oggi 22,5 ore per arrivare alla sonda e lo stesso numero di ore è necessario affinché giunga una risposta.
La fine del programma Voyager
Insomma, le missioni Voyager 1 e 2 hanno quasi 50 anni. Hanno completato con successo le loro missioni originali ormai da decenni e ogni bit di dati che riescono ormai a inviarci è tutto di guadagnato. Presto i due veicoli spaziali Voyager esauriranno la loro energia o verranno abbandonati per quanto riguarda la raccolta dei dati, ma loro continueranno a volare, morte e silenziose, per inerzia verso l’infinito stellato, il progetto di pensionamento più intrepido che chiunque di noi possa mai sognare.