Era la fine degli anni settanta e l’esplorazione dello spazio profondo era appena stata inaugurata. Erano state lanciate alcune sonde verso Venere e Marte ma sul resto del sistema solare sapevamo solo quello che potevamo capire con le osservazioni astronomiche.
Il 20 agosto del 1977 partiva la sonda spaziale Voyager 2 e 16 giorni dopo partiva la sonda gemella, la Voyager 1, entrambe vennero lanciate da Cape canaveral. La sonda Voyager 1 è stata la prima sonda a superare nel 2012 i confini del sistema solare entrando di fatto nello spazio interstellare. Le sonde portano a bordo un disco d’oro con registrati suoni e immagini che raccontano qualcosa di noi e del nostro mondo nell’eventualità, poco probabile a dire il vero, che una civiltà aliena ne incontri casualmente una; In pratica un messaggio in bottiglia lanciato nell’oceano dell’infinito ma sognare in fondo non costa nulla. Sul disco è incisa una mappa di quasar per triangolare la posizione del Sistema Solare e le istruzioni per leggerlo. Nel disco ci sono immagini, video e suoni della Terra: vagiti e risate, panorami e fenomeni atmosferici, saluti in 55 lingue, brani musicali e il discorso di Jimmy Carter, L’allora presidente degli Stati Uniti conclude così il messaggio lanciato nel buio:
“… Speriamo un giorno, avendo risolto i nostri problemi, di poter entrare a far parte di una comunità galattica. Questo messaggio rappresenta la nostra speranza, la nostra determinazione e la nostra volontà in un vasto e meraviglioso universo.“
L’involucro del disco è placcato con uranio-238, un isotopo radioattivo dell’uranio che decade in miliardi di anni: se e quando eventuali alieni lo analizzeranno, scopriranno l’età del disco e del veicolo.
I dati raccolti dalle due sonde gemelle hanno consentito di approfondire le conoscenze sul sistema solare profondo, È del 2016 è la scoperta di altre due lune di Urano, oltre alle 27 già scoperte grazie ai dati ottenuti dalle sonde nel lontano 1986.
Oggi le due sonde hanno meno della metà degli strumenti ancora attivi ed è previsto che entro 3 o 4 anni esauriranno completamente la loro energia ma nel frattempo continuano ad inviare informazioni da una distanza enorme, un flebile sussurro nel buio degli anni luce.
Nonostante siano passati ormai 40 anni, nemmeno le missioni delle due sonde sono passate indenni all’ondata di bufale che imperversa sul web, che nel lontano 1977 era di là da venire.
Gira da qualche mese che la sonda Voyager 2 sarebbe stata hackerata niente meno che dagli alieni che l’avrebbero utilizzata per recapitarci un messaggio “trasmesso in un linguaggio sconosciuto”.
Il “portale Physics Astronomy” citato come fonte della notizia è un sito poco attendibile che ospita notizie pseudoscientifiche. Il solito giochetto che vede come protagonista lo “scienziato tedesco Hartwig Hausdorf” citato come ulteriore fonte da Physics Astronomy è in realtà un autore di ufologia e paranormale.
La notizia nasce da un comunicato della NASA che pubblicò una notizia raccontando come la sonda Voyager due avesse un problema tecnico che comportava l’invio a terra di dati scientifici in formato non decifrabile. I tecnici sono riusciti a inviare dei comandi alla sonda e a risolvere cosi il problema, ma a qualcuno la semplicità della spiegazione non bastava e ci si prodigò ad inventare spiegazioni fantasiose e, come al solito, acchiappaclick, di misteriosi alieni e altrettanti misteriosi segnali incomprensibili. I fuffologi di turno non hanno fatto altro che alimentare la notizia e la scarsa propensione al senso critico e la disinformazione hanno fatto il resto.