Vita sulla luna di Giove “Europa”?

La Grady ha rilasciato le sue dichiarazioni alla Liverpool Hope University, dove è appena stata insediata come Cancelliera, rivelando: "Quando si tratta delle prospettive di vita oltre la Terra, è quasi una certezza che ci sia vita sotto il ghiaccio su Europa".

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2016
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Monica Grady, docente di scienze planetarie e spaziali, una delle più note scienziate britanniche, è certa che la vita esiste sulla luna di Giove “Europa”, e che Marte potrebbe ospitare dei microorganismi primitivi. Scoprire forme di vita nella via Lattea, aggiunge la professoressa Grady non è poi cosi inverosimile come potremmo credere.

Secondo la Grady, i mari gelidi sotto le calotte glaciali di Europa potrebbero ospitare esseri viventi simili a “polpi“. Anche Marte potrebbe ancora ospitare nel sottosuolo forme di vita sotterranee che vivrebbero al riparo delle intense radiazioni solari. Il polo sud di Marte, ad esempio nasconde acqua allo stato liquido protetta da un chilometro e mezzo di ghiaccio, secondo quanto dimostrato da un team di ricercatori italiani basandosi sui dati di riflessione radar ottenuti dalla sonda Mars Express dell’Agenzia spaziale europea.

A corroborare questo studio una seconda ricerca portata avanti da due ricercatori dell’Università dell’Arizona a Tucson, che aggiunge alcuni elementi a questa scoperta: secondo i due, l’acqua liquida potrebbe esistere grazie all’emersione del magma dalle profondità marziane che avrebbero creato una camera magmatica posta al di sotto della calotta, il calore, con il passare del tempo avrebbe sciolto parte del ghiaccio dando vita al lago sotterraneo. L’acqua, come sappiamo è fondamentale per lo sviluppo della vita, quindi Marte potenzialmente potrebbe ospitarla ancora oggi nel sottosuolo.

La professoressa Grady non è stata la prima a parlare di possibili forme di vita su Europa, un astrofisico russo, Boris Rodionov nel 1998 si spinse oltre, affermando in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” delle dichiarazioni ancora più audaci, su Europa, secondo lui, esisterebbe addirittura una civiltà tecnologicamente avanzata.

A scanso di equivoci, Rodionov si basò su poche foto scattate dalla sonda spaziale Galileo e le sue conclusioni sono solamente sue opinioni personali in quanto la NASA all’epoca diede una chiara spiegazione delle foto utilizzate dall’astrofisico per puntellare le sue affermazioni.

La Grady ha rilasciato le sue dichiarazioni alla Liverpool Hope University, dove è appena stata insediata come Cancelliera, rivelando: “Quando si tratta delle prospettive di vita oltre la Terra, è quasi una certezza che ci sia vita sotto il ghiaccio su Europa”.

Altrove, se ci sarà vita su Marte, sarà sotto la superficie del pianeta”.

Lì sei protetto dalle radiazioni solari. Ciò significa che esiste la possibilità che il ghiaccio rimanga nei pori delle rocce, il che potrebbe fungere da fonte d’acqua”.

Se c’è qualcosa su Marte, è probabile che sia molto piccolo: i batteri”.

Ma penso che abbiamo maggiori possibilità di avere forme di vita leggermente più alte su Europa, forse simili all’intelligenza di un polipo“.

Europa è il quarto satellite naturale del pianeta Giove per dimensioni e il sesto dell’intero sistema solare e uno dei 79 satelliti del gigante del sistema solare. È stato scoperto da Galileo Galilei il 7 gennaio 1610 assieme ad Io, Ganimede e Callisto, da allora comunemente noti con l’appellativo di satelliti galileiani. Europa si trova a circa 628.300.000 km dalla Terra ed è coperta da uno strato di ghiaccio spesso diversi chilometri che probabilmente nasconde acqua liquida in cui potrebbe abitare la vita.

Il ghiaccio funge da barriera protettiva contro le radiazioni solari e gli impatti degli asteroidi.

La potenziale presenza di forme di vita aumenta notevolmente con la possibile presenza di sorgenti idrotermali sul fondale oceanico di Europa e della scoperta del cloruro di sodio.

La Grady ha parlato anche della nostra galassia spiegando che l’esistenza di pianeti come il nostro è “altamente probabile” aggiungendo: “Il nostro sistema solare non è un sistema planetario particolarmente speciale, per quanto ne sappiamo, e non abbiamo ancora esplorato tutte le stelle nella galassia”.

La Grady ritiene probabile che la vita si sia sviluppata altrove e che sia basata sugli stessi elementi che formano la vita sul nostro pianeta.

La Gradi si è espressa anche su un possibile contatto con esseri alieni, anche se ammette, le distanze da superare sono enormi e il contatto resta solo una supposizione, visto che non sappiamo se gli alieni provano a contattarci con segnali radio e tutti quelli analizzati fino ad oggi, non hanno dato risultato positivo.

L’estate prossima, tre missioni separate verranno lanciate su Marte.

ExoMars 2020, che verrà lanciata a luglio, è un progetto congiunto dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.

La missione Mars 2020 che vedrà il nuovo rover della NASA, “ammartare” sul Pianeta Rosso nel febbraio 2021.

La Hope Mars Mission, una sonda esplorativa spaziale pianificata, finanziata dagli Emirati Arabi Uniti.

E la professoressa Grady afferma che non è solo la possibilità di importare “virus” marziani a destare preoccupazione, ma anche la prospettiva di contaminare il pianeta con i nostri stessi batteri.

La Professoressa Grady, membro del progetto Euro-Cares progettato per curare campioni riportati dalle missioni ad asteroidi, Marte, Luna e comete — rivela: “Le agenzie spaziali di tutto il mondo stanno lavorando per inviare esseri umani su Marte”.

Oltre a portare uomini sul suolo marziano, bisognerà riportarli sulla Terra sani e salvi e un buon modo per farlo è quello di riportare prima “dei sassi” da Marte. Verso la fine del decennio, una Missione NASA raccoglierà dei campioni di suolo, una seconda missione prenderà i campioni e li manderà in orbita marziana e un’ultima missione aggancerà i campioni in orbita e li porterà sulla Terra.

A questo punto, però, sorge un problema: la Grady afferma che si deve evitare qualsiasi tipo di contaminazione Terra-Marte.

Dobbiamo evitare di riportare qualcosa di pericoloso da Marte ma allo stesso tempo dobbiamo evitare di contaminare Marte con forme di vita terrestri. Sarà un’impresa evitare questo tipo di contaminazione, soprattutto quando invieremo astronauti sul pianeta rosso. Un conto è sterilizzare le attrezzature, un’altro è sterilizzare gli astronauti.

La professoressa Grady ha studiato un granello di roccia portato sulla Terra nel 2010 dalla missione giapponese “Hayabusa“, un veicolo spaziale inviato all’asteroide vicino alla Terra “25143 Itokawa” per raccogliere un campione.

La Grady ha analizzato questo granello di roccia con la speranza di svelare i misteri dell’universo. Il granello è composto da silicati ma contiene anche del carbonio, dall’azoto e l’idrogeno e la loro firma è extraterrestre.

Grazie agli strumenti moderni sappiamo quanto sia complesso studiare e registrare materiali extraterrestri, ma conclude la professoressa, per capire il quadro generale, si deve partire dalle piccole cose.

Fonte: Phys.org