Un gruppo di ricercatori dio Oxford ha reso noto, attraverso una pubblicazione sulla rivista Science Translational Medicine di avere sviluppato un test per predire chi è a rischio di infarto. Secondo quanto riportato nell’articolo, è possibile valutare il rischio osservando il cuore attraverso una TAC. Più alto è il livello di infiammazione dei tessuti dell’organo, maggiore è il pericolo.
Basato sull’analisi dello stato infiammatorio e del grasso depositato sulle arterie, il test potrebbe rivoluzionare il trattamento per uno dei maggiori killer del mondo, anticipando la soglia dei cosiddetti Tempi Precoronarici.
Su oltre 2000 Tac analizzate, viene evidenziando che quando il livello di infiammazione dei tessuti sale, cambia il comportamento del grasso che tende a rompersi e tutto il tessuto circostante cambia aspetto. Sono proprio queste modifiche nelle sembianze del tessuto intorno alle arterie che può permettere, in prospettiva, di creare una scala del rischio d’infarto ed avviare una terapia adeguata anticipando i tempi rispetto ai protocolli attuali.
L’infiammazione e il grasso intorno alle arterie sono come una bomba ad orologeria e per disinnescarla si può agire per tempo prescrivendo delle terapie (ad esempio statine) in soggetti anche apparentemente sani o modificando le cure di persone già con un rischio cardiaco noto. Se la tecnica non deluderà le promesse, nelle future sperimentazioni cliniche più ampie che ora la attendono e la vedranno protagonista, essa potrà portare a terapie più efficaci per scongiurare infarti potenzialmente fatali.
Fonte: ANSA