In seguito a uno studio del 2021 (pubblicato su Scientific Reports ) che mostrava come farmaci mirati alla proteina sintetizzata dal gene USAG-1 potrebbero avere un impatto sul numero di denti coltivati negli animali, un team di scienziati giapponesi ha rivolto la sua attenzione agli esseri umani. Hanno annunciato una sperimentazione clinica del medicinale nel 2024, che sperano potrà essere pronto per l’uso generale nel 2030.
“L’idea di far crescere nuovi denti è il sogno di ogni dentista. Ci ho lavorato fin da quando ero uno studente laureato. Ero fiducioso che sarei riuscito a realizzarlo“, ha detto Katsu Takahashi, ricercatore capo e capo del dipartimento di odontoiatria e chirurgia orale presso l’Istituto di ricerca medica Kitano Hospital di Osaka. “Speriamo di vedere un momento in cui i farmaci per la ricrescita dei denti diventeranno una terza scelta accanto a protesi e impianti“.
Takahashi ha dedicato anni alla ricerca sul potenziale di ricrescita dei denti e si è concentrato sul ruolo dei geni nella crescita dei denti. “Il numero di denti varia attraverso la mutazione di un solo gene“, ha detto. “Se facciamo di questo l’obiettivo della nostra ricerca, dovrebbe esserci un modo per cambiare il numero di denti che le persone hanno”.
I ricercatori hanno scoperto che la proteina USAG-1 che può limitare la crescita dei denti nei topi, potrebbe potenzialmente invitare i denti a crescere. Il team ha sviluppato un farmaco per fissare la proteina facendo crescere nuovi denti ai topi.
Un articolo del 2023 pubblicato su Regenerative Therapy denuncia la mancanza di trattamenti disponibili per la ricrescita dei denti, ma evidenzia come il trattamento con anticorpi anti-USAG-1 nei topi potrebbe offrire “una svolta nel trattamento delle anomalie dei denti negli esseri umani”.
Dato che circa l’1% degli esseri umani soffre di anodontia, una condizione genetica che non consente la crescita di una serie completa di denti, c’è speranza per la ricrescita dei denti negli esseri umani al di là dei soli studi incentrati sui topi.
E quella speranza, sostiene Takahashi, dovrebbe essere ulteriormente incoraggiata dal fatto che il punto di partenza è già precaricato. Una sua ricerca precedente, infatti, mostra che gli esseri umani hanno l’inizio di una terza serie di denti nella propria bocca. Ciò è dimostrato in modo più visibile dall’1% degli esseri umani affetti da iperdontia, ovvero dalla crescita di più di una serie completa di denti. E Takahashi ritiene che l’attivazione di quel terzo gruppo di gemme con la giusta manipolazione genetica potrebbe favorire la ricrescita dei denti.
Se tutto andrà bene nella prossima sperimentazione clinica, il mondo potrebbe avere più denti già nel 2030.