TikTok, la popolare piattaforma di condivisione di video, è stata oscurata negli Stati Uniti in anticipo rispetto alla data fissata dall’amministrazione americana.
Questa mossa avviene in seguito all’ordine esecutivo emanato dal presidente Biden che richiede alle aziende statunitensi di interrompere qualsiasi transazione con l’app di proprietà cinese entro il 20 gennaio.
Il divieto di TikTok negli Stati Uniti è stato proposto a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza nazionale e la possibile raccolta di dati sensibili degli utenti da parte di ByteDance, l’azienda madre di TikTok. Il governo degli Stati Uniti afferma che le informazioni personali degli utenti potrebbero essere condivise con il governo cinese, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza nazionale.
TikTok ha cercato di rassicurare gli utenti negli Stati Uniti sul fatto che sta facendo tutto il possibile per proteggere i loro dati e la loro privacy. Tuttavia, l’oscuramento dell’app negli Stati Uniti è un duro colpo per l’azienda e per i milioni di utenti che la utilizzano quotidianamente per creare e condividere video.
Al momento, TikTok sta cercando di negoziare un accordo con aziende americane come Microsoft per trasferire le operazioni negli Stati Uniti e garantire la continuità del servizio per gli utenti americani. Tuttavia, le trattative sono ancora in corso e non è chiaro se un accordo possa essere raggiunto.
Nel frattempo, molti utenti di TikTok negli Stati Uniti stanno cercando alternative e spostando i loro contenuti su altre piattaforme di social media. La situazione è in continua evoluzione e resta da vedere come si risolverà questa controversia tra TikTok e il governo degli Stati Uniti.
TikTok e gli USa: perché il governo ha ordnato il ban dell’app
Gli ultimi numeri ufficiali risalgono allo scorso giugno, e parlano di un miliardo di utenti in tutto il mondo. Il target più affezionato è quello degli adolescenti. TikTok è il fenomeno del momento. E non sembra qualcosa di passeggero. Nel complesso, risulta la terza applicazione più scaricata al mondo nei primi tre mesi del 2019. Più di Facebook, più di Instagram, più di Snapchat. Un autentico crack, all’interno del florido mondo dell’app economy.
Cos’è TikTok
Ma cos’è TikTok? E a cosa serve? È una piattaforma dove gli utenti pubblicano video brevi, da massimo 30 secondi, improvvisando balletti, parodie di film famosi o intonando canzoni, semplicemente usando il playback. Con la sincronizzazione labiale, l’effetto è buffo, e – a giudicare dai risultati – ha una presa enorme sugli utenti. Perché alla fine TikTok piace anche a chi è più scettico: è divertente, strappa sorrisi.
Chi c’è dietro
Dietro questo nuovo eldorado digitale c’è Beijing ByteDance Technology Co Ltd, meglio conosciuta come Bytedance. Un colosso cinese che nei primi sei mesi di quest’anno avrebbe registrato, secondo dati non ufficiali, un giro d’affari spaventoso: fra i sette e gli otto miliardi di dollari. La società, con sede a Pechino, è stata recentemente valutata 75 miliardi di dollari. Il guadagno è interamente concentrato sugli introiti pubblicitari. Il vero valore dell’applicazione, però, sta in un altro elemento dal valore inestimabile: i dati di centinaia di milioni di persone.
I dubbi e le controversie
La storia di TikTok, benché ancora breve, è già ricca di dubbi e controversie. Ill governo indiano mesi fa ha deciso di bannare l’app dagli store di Apple e Google per qualche settimana, con l’accusa di aver contribuito a diffondere materiale pornografico e pedopornografico. Un paio di mesi prima erano stati gli Stati Uniti ad infliggere una multa da 5,7 milioni di dollari alla società madre, per aver raccolto illegalmente dati sui minori.
Poi il governo americano ha aperto un’inchiesta sull’acquisizione da parte ByteDance di Musical.ly, un’app sviluppata in Cina, che in seguito è diventata TikTok, in seguito alla quale è stata convocata un’audizione davanti al senato Usa alla quale nessun membro della ByteDance ha deciso di rispondere presente.
Ed è stato qui che si è deciso per il ban dell’app dal territorio degli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti è opinione assai diffusa che TikTok dia al governo di Pechino l’accesso ai dati su milioni di americani e che censuri i contenuti che il regime non gradisce. Accuse che ByteDance respinge con forza, sostenendo a più riprese che i dati degli utenti non cinesi si trovano su server non cinesi, e che le decisioni su cosa non mostrare agli utenti americani vengono prese in America.
La preoccupazione, a Washington, è crescente. Aggiungiamo anche che dopo quasi due decenni di dominio incontrastato da parte delle aziende statunitensi (Facebook su tutte), il mondo dei social network – da sempre miniera infinita di dati personali – è ora insidiato dalla Cina. Il duello ora non è più solo tecnologico ma, forse, soprattutto economico.
Vi terremo informati su ulteriori sviluppi su questa storia in rapida evoluzione.
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