Stiamo assistendo ad un preoccupante calo della capacità di assorbimento della CO2 delle foreste tropicali

L'Amazzonia è quasi completamente satura di anidride carbonica e potrebbe, nei prossimi 15 anni, cominciare ad emetterne più di quanta ne assorbe,

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I ricercatori avvertono che le foreste tropicali in tutto il mondo stanno rapidamente perdendo la loro capacità di assorbire l’anidride carbonica prodotta dalle emissioni di gas serra. La foresta Amazzonica rischia di passare dall’accumulare il carbonio all’immetterne grandi quantità nell’atmosfera entro i prossimi 15 anni.
Le foreste tropicali attualmente sono in grado di assorbire metà della quantità di emissioni di anidride carbonica prodotte sul pianeta, inoltre, forniscono all’uomo medicine, cibo, riparo e acqua. Purtroppo le foreste tropicali si stanno saturando rapidamente di anidride carbonica e le emissioni continuano inesorabilmente a salire di anno in anno.
Le foreste agiscono da “pozzo di carbonio” nel momento in cui la quantità di carbonio assorbita attraverso la fotosintesi clorofilliana supera quella emessa dalla perdita dell’albero, che avviene a causa degli incendi, della siccità o della deforestazione.
Il tasso del declino delle foreste pluviali varia molto in base alla parte del mondo in cui si trovano, ciò determina che la capacità di assorbimento della foresta Amazzonica scenda molto più velocemente delle foreste tropicali situate nell’Africa sub-sahariana.
Un team di ricercatori, con sede in Europa e in Africa, ha monitorato i dati della crescita degli alberi e della loro mortalità, provenienti da foreste incontaminate di 11 paesi differenti dell’Africa, tutti risalenti a 50 anni fa. I ricercatori hanno messo a confronto i dati con misurazioni simili ricavate da oltre 300 appezzamenti di foresta pluviale amazzonica.
Grazie a questo studio i ricercatori hanno scoperto che, nonostante la crescita della foresta dovuto dall’aumento dei livelli di CO2, che causa una crescita più veloce degli alberi essendo un ambiente ricco di carbonio, l’accumulo ottenuto è stato, di fatto, annullato a causa della perdita di alberi, del caldo estremo e della forte siccità.
Il team attraverso i dati raccolti ha potuto elaborare dei modelli sulla perdita di alberi per i prossimi 20 anni. Il loro articolo, comparso sulla rivista Nature, ha stimato che la capacità delle foreste africane di assorbire carbonio diminuirà del 14% entro il 2030. Per quanto riguarda l‘Amazzonia prevedono che la capacità di assorbimento di carbonio raggiungerà la quota zero entro il 2035.
Wannes Hubau esperto di ecosistemi forestali presso il Museo reale dell’Africa centrale del Belgio ha dichiarato alla AFP che “Purtroppo la diminuzione attuale della capacità di assorbimento di carbonio è di decenni più avanti di quanto previsto, persino dei modelli climatici più pessimistici. La mortalità degli alberi nelle foreste fa parte di un ciclo naturale. Tuttavia, producendo cosi tanta CO2 nell’aria, abbiamo accelerato questo ciclo che è esploso, fino a toccare una grandezza con proporzioni sconosciute”.
Nonostante i ricercatori abbiano trovato le prove che nelle foreste pluviali, e in particolar modo in Amazzonia, si stia perdendo la capacità di assorbimento del carbonio da decenni, molti degli scenari delle riduzioni di emissioni presi in considerazione dall’accordo sul clima di Parigi presumono che le foreste saranno ancora in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera per ancora molto tempo.
I piani annunciati dai diversi paesi per diminuire le emissioni prodotte sono di piantare più alberi. Inoltre, molte aziende stanno pianificando piani di rimboschimento su larga scala per riuscire a compensare le loro emissioni di CO2.
Wannes Hubau afferma che “Dovremmo riformulare i modelli climatici, e di conseguenza anche le strategie di mitigazione del clima dovrebbero essere modificate”.
Anja Rammig della School of Life Sciences dell’Università tecnica di Monaco ha affermato che “I risultati dello studio dovrebbero spingere a rivalutare le quantità di carbonio che l’umanità può produrre, cosi da raggiungere gli obiettivo fissati a Parigi, riuscendo così a limitare il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C”.
Un editoriale sulla ricerca ha scritto che “Oltre ad attuare una forte protezione delle foreste tropicali, mantenendole più possibile intatte, saranno necessarie riduzioni più rapide possibili delle emissioni antropogeniche di gas serra rispetto a quelle stabilite nell’accordo, prevenendo cosi catastrofici cambiamenti climatici”.