Due scienziati dell’Università delle Hawaii a Mānoa, Kevin Croker e Joel Weiner, hanno riesplorato le equazioni di Friedmann – l’insieme di equazioni che descrivono l’espansione dell’universo – sotto una serie più specificata di ipotesi fondamentali.
Usando il loro formalismo rivisto, mostrano che il tasso di espansione dell’universo può essere influenzato dai contributi di pressione relativamente piccoli degli oggetti compatti lasciati dopo la morte di una stella.
In studi precedenti, è stato ipotizzato che la materia dell’universo sia tutta uguale e uniformemente distribuita, un presupposto che ci consente di ignorare i dettagli di piccole strutture come stelle e galassie quando si calcola l’evoluzione dell’universo nel suo insieme.
Ma i calcoli di Croker e Weiner mostrano che i contributi medi di oggetti massicci e compatti potrebbero influenzare il tasso di espansione dell’universo, dopo tutto e, in cambio, l’evoluzione dell’universo può influenzare il guadagno o la perdita di energia di questi oggetti compatti nel tempo. Questo lavoro fornisce un nuovo collegamento tra le strutture su piccola scala e l’evoluzione su larga scala dell’universo.
Questi oggetti sembrerebbero buchi neri dall’esterno, ma all’interno, conterrebbero una bolla di energia oscura invece di una singolarità.
Croker e Weiner hanno trovato prove a sostegno dell’ipotesi di Gliner dimostrando che se solo una frazione delle stelle più antiche del nostro universo collassasse in GEODEs invece dei buchi neri, il contributo medio di questi oggetti oggi produrrebbe naturalmente l’energia oscura uniforme richiesta per produrre l’espansione dell’universo che osserviamo.
Inoltre, le collisioni di GEODE potrebbero naturalmente spiegare le osservazioni di onde gravitazionali di LIGO.
Implications of Symmetry and Pressure in Friedmann Cosmology. I. Formalism – Croker, Weiner, 2019] https://iopscience.iop.org/article/10.3847/1538-4357/ab32da