Ambiente: è davvero sicuro riutilizzare le bottiglie in plastica?

Oggi,sono in tanti riutilizzano le loro bottiglie in plastica per l'acqua. Questo evita di dover acquistare in continuazione nuove bottiglie, risparmiando denaro e riducendo la quantità di rifiuti di plastica prodotti

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Circa un milione di bottiglie in plastica per l’acqua vengono acquistate ogni minuto. Queste bottiglie ovviamente producono una montagna di rifiuti da smaltire, che per lo più finiscono nelle discariche.

Oggi, sono in tanti a riutilizzare le bottiglie in plastica per l’acqua. Questo evita di dover acquistare in continuazione nuove bottiglie, risparmiando denaro e riducendo la quantità di rifiuti prodotti.

Le bottiglie in plastica però sono studiate per un unico riciclo, quindi in tanti si preoccupano di capire per quante volte debbano essere riutilizzate. Ora otto esperti potranno rispondere alla domanda: “È sicuro riutilizzare le bottiglie d’acqua in plastica?”

Di quale materiale sono fatte le bottiglie di plastica per l’acqua?

La maggior parte delle bottiglie in plastica monouso sono realizzate in PETpolietilene tereftalato. Il PET è un tipo di plastica trasparente e leggera utilizzata per il confezionamento di numerosi cibi e bevande. Il materiale a contatto con i cibi e le bevande è ritenuto sicuro in molte regioni del mondo, e viene utilizzato normalmente anche in Europa e negli Stati Uniti.

La lisciviazione delle sostanze chimiche dalla plastica può provocare il cancro?

Spesso, molti articoli pubblicati in vari siti online, sostengono che riutilizzare le bottiglie in plastica porti a sviluppare alcune forme di cancro causato dal rilascio di alcune sostanze chimiche.

Una delle sostanze chimiche a preoccupare di più tanti consumatori si chiama “bisfenolo A” o BPA.

Questa sostanza può interferire con il sistema endocrino, causando potenzialmente problemi legati alla riproduzione e al metabolismo. Il BPA tuttavia non viene utilizzato per produrre bottiglie in plastica PET, ma può essere trovato in altre plastiche più rigide come ad esempio il policarbonato.

Uno studio ha rilevato concentrazioni molto basse (5 ng / L) di BPA nell’acqua in bottiglia realizzate in PET. Altri due studi non hanno rilevato la presenza di questa sostanza chimica, quindi questo risultato è inconcludente.

Per produrre le bottiglie in plastica viene utilizzato un elemento, l‘antimonio, come catalizzatore, ma l’antimonio non è considerato cancerogeno anche se una volta ingerito, può causare vomito e diarrea.

Uno studio risalente al 2008, ha effettuato dei test sui livelli di antimonio lisciviato presente nelle acque in bottiglia disponibili in sul mercato.

Lo studio ha rivelato che la lisciviazione si è verificata gradualmente nel tempo, ma le quantità erano molto inferiori a ciò che è considerato il livello minimo di antimonio lisciviato pericoloso per la nostra salute.

La concentrazione alla quale l’antimonio diventa pericoloso è pari a circa 6 ppb (parti per miliardo). Lo studio ha rilevato che le concentrazioni di antimonio iniziavano a 0,195 ppb e salivano a 0,226 ppb dopo tre mesi a una temperatura di 22 gradi Celsius.

L’antimonio tuttavia non è l’unica sostanza chimica studiata nell’acqua in bottiglia di plastica, è stata studiata un’intera gamma di sostanze chimiche che vanno dai plastificanti ai metalli.

Questi studi hanno messo in evidenza che esistono alcune sostanze chimiche come l’antimonio, che filtrano nell’acqua in bottiglia. Al momento, non ci sono prove che queste sostanze chimiche rappresentino un rischio per la salute degli esseri umani.

È sicuro lasciare la bottiglia in plastica piene d’acqua al Sole?

La lisciviazione chimica potrebbe avvenire a temperature più elevate e questo porta a delle notevoli preoccupazioni. Abbandonare le bottiglie d’acqua all’interno dell’auto lasciato al Sole potrebbe forse aumentare il tasso di sostanze chimiche disciolte.

Lo studio del 2008 effettuato per stabilire i livelli di antimonio in effetti ha riscontrato un aumento della lisciviazione a temperature maggiori. Quando le bottiglie d’acqua sono state esposte a temperature fino a 60 ° C, ci sono voluti 176 giorni per superare la soglia di 6 ppb, mentre a 80 ° C ci sono voluti solo 1,3 giorni.

Queste ovviamente sono temperature molto più alte delle normali temperature in gran parte del pianeta. Per avere una quantità di sostanze dannose disciolte, bisognerebbe vivere in posti estremamente caldi affinché le bottiglie si riscaldino a sufficienza.

E le microplastiche?
Le microplastiche si trovano quasi ovunque, sono presenti anche nella nostra acqua potabile. Uno studio ha scoperto che il 93% delle bottiglie in plastica appena aperte conteneva una contaminazione da microplastica.

Anche l’OMS ha condotto delle analisi sulla pericolosità delle microplastiche, ma in base ai risultati degli studi per ora non ha segnalato nessun tipo di pericolo per la saluta degli esseri umani.

Il dottor Umar Abdulmutalib dell’Università del Surrey sostiene che “le bottiglie di plastica appena acquistate potrebbero contenere più microplastiche rispetto a quelle usate”.

Anche il dottor Marek Cuhra dell’Istituto di ricerca marina in Norvegia ritiene che “l’acqua potabile da una bottiglia usata e lavata dovrebbe essere più sicura di una bottiglia nuova di zecca”. Il suo gruppo ha scoperto che le pulci d’acqua si riproducevano meglio nelle bottiglie in plastica lavate con acqua calda rispetto ai nuovi contenitori di plastica.

Esistono altri rischi?

Esiste il rischio, largamente accettato, di riutilizzare una bottiglia in plastica usa e getta, ma non si tratta di sostanze chimiche: il rischio è la contaminazione.

Le bottiglie in plastica non sono realizzate per durare, possono essere danneggiate o rotte con molta facilità.

La dottoressa Jill Bartolotta sostiene: “La plastica usata per fare le bottiglie è molto sottile e di conseguenza soggetta a crepe a causa di una struttura più debole. In queste crepe possono annidarsi i batteri”.

La contaminazione avviene con una maggiore probabilità se l’interno della bottiglia è umido. I batteri possono crescere con estrema rapidità nell’acqua in bottiglia, uno studio ha misurato un aumento da 1 colonia per ml a 38.000 colonie per ml in due giorni quando la bottiglia è stata mantenuta a una temperatura di 37 ° C.

Sei degli otto esperti si sono espressi positivamente sul riutilizzo delle bottiglie in plastica per acqua. Gli studi condotti sulla lisciviazione chimica e sulle microplastiche hanno scoperto che le contaminazioni si verificano a livelli molto bassi ed è improbabile che rappresentino un grave pericolo per la salute, a meno che le bottiglie non siano esposte a temperature molto elevate per un tempo molto lungo.

Esiste un rischio nell’utilizzare bottiglie in plastica ed è quello della contaminazione. Per evitarlo è sufficiente lavare bene e con regolarità le bottiglie.