Le studiose Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier si sono viste riconoscere la vittoria di un Nobel per la Chimica dall’accademia svedese delle scienze. Doudna e Charpentier sono state, infatti, giudicate degne dell’insigne riconoscimento per la loro capacità di riscrivere il DNA. Stiamo parlando delle inventrici di una metodologia a dir poco ambiziosa: il Crispr, che ha rivoluzionato il modo di intendere la genetica. Si tratta di un metodo tanto semplice, quanto economico, di riscrivere il “codice della vita”.
La creazione delle due studiose è utilizzata nei laboratori da circa 10 anni. Tuttavia, tanto è bastato per fare un passo avanti nella ricerca e curare patologie che hanno una base genetica. Sperimentazioni con Crispr sono attualmente in lavorazione per la lotta contro il cancro. Dall’arrivo del Crispr non sono certo mancate perplessità e contrasti, come la controversa nascita di due bambine in Cina, con il genoma modificato proprio tramite il metodo di Doudna e Charpentier.
La modifica del DNA: i “nickname” del Crispr
Come informa Repubblica, il premio Nobel per la scoperta del Crispr era atteso da tempo. Una sigla che nasconde, a dire il vero, un nome abbastanza complesso: “Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats“. In gergo, il progetto di Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier è meglio conosciuto con nickname più brevi e familiari quali: “taglia e cuci” o “copia e incolla” del DNA.
L’affidabilità di Crispr
È da precisare come Crispr è stata confermata “scoperta dell’anno” dalle più importanti riviste del settore. Anche se non viene utilizzato in maniera continuativa dagli scienziati, è pur vero che negli ultimi anni Crispr si è rivelato essere uno strumento professionale davvero utile per le applicazioni della ricerca di base.
Quali benefici ha dato tale scoperta in campo scientifico? È presto detto: la creazione di piante resistenti a batteri o funghi, la creazione di modelli di malattie animali perniciose anche per l’uomo o la produzione di alghe produttrici di biocarburante. Al momento negli Usa gli addetti non considerano ogm i vegetali trattati con Crispr. La questione in Europa è ancora aperta invece.
Le motivazioni dell’accademia di Stoccolma
L’accademia di Stoccolma ha motivato il premio destinato a Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier con tali dichiarazioni riportate da Repubblica: “Solo l’immaginazione può porre dei limiti alle sue applicazioni“. Le due studiose hanno, infatti, scoperto “uno degli strumenti più efficaci della tecnologia genetica“. Grazie al Crispr, la ricerca può adesso modificare il genoma di piante, animali e microrganismi con una precisione molto elevata.