La ricerca per mappare le reti fungine sotterranee della Terra
Per mettere le cose in prospettiva, dovresti prima sapere che l’intera lunghezza della rete fungina nei primi 3,9 pollici (10 cm) di suolo è più di circa 280 quadrilioni di miglia (450 quadrilioni di km), che è quasi la metà dell’ampiezza del nostro galassia, secondo BBC News.
E in quello che si pensa sia il primo grande sforzo per mappare un ecosistema sotterraneo in questo modo, i primi campioni saranno raccolti in Patagonia per circa 18 mesi il prossimo anno. Quindi, utilizzando l’apprendimento automatico, verrà creata una mappa della funzione delle reti fungine e del loro ruolo come pozzi di assorbimento del carbonio (tutto ciò che raccoglie più anidride carbonica dall’atmosfera rispetto ai suoi rilasci).
Questo è incredibilmente importante poiché, secondo le stime attuali, la quantità di anidride carbonica raccolta dall’atmosfera e immagazzinata nel suolo dalle reti fungine è di circa 5,5 miliardi di tonnellate. Inoltre, tale cifra potrebbe essere più di tre volte superiore, riporta BBC News.
Le mappe verranno successivamente utilizzate dagli scienziati per identificare gli ecosistemi più vulnerabili, poiché queste reti fungine sono minacciate dalla crescita agricola, dall’uso di fertilizzanti e pesticidi, dalla deforestazione e dall’urbanizzazione, secondo The Guardian. Quindi, le organizzazioni locali per la conservazione prenderanno l’iniziativa nella creazione di “corridoi di conservazione” per gli ecosistemi sotterranei.
“Se perdiamo questo sistema, ciò avrà conseguenze davvero gravi per la nostra capacità di combattere il cambiamento climatico”, ha detto alla BBC News Toby Kiers, professore di biologia evolutiva alla VU University di Amsterdam. Ha affermato che i funghi sono “gli ingegneri dell’ecosistema invisibili e la loro perdita è totalmente non documentata”.
I dieci punti caldi identificati dagli scienziati sono nella tundra canadese, nell’altopiano messicano, nelle alte quote del Sud America, in Marocco, nel Sahara occidentale, nel deserto israeliano del Negev, nelle steppe del Kazakistan, nelle praterie e negli altipiani del Tibet e nella taiga russa. E il mondo guarderà sicuramente questa iniziativa poiché queste vaste reti nascoste sono alleati inestimabili per arginare gli effetti peggiori del cambiamento climatico causato dall’uomo.
Secondo Jane Goodall, ambientalista, primatologa e antropologa inglese che sta consigliando il progetto, “la comprensione delle reti fungine sotterranee è essenziale per i nostri sforzi per proteggere il suolo, da cui dipende la vita, prima che sia troppo tardi”.